mercoledì 30 settembre 2009

CL 1> Bayern Monaco vs Juventus 0-0 - ovvero 0-nulla

Certo di fronte questa sera abbiamo trovato un grande Bayern, che anche se solo per un tempo avrebbe meritato di più, ma la squadra sembra non girare, e con due pareggi in due partite adesso siam condannati a vincere le prossime tre con Maccabi e Bordeaux. Ergendo le nostre barricate abbiamo respinto le loro devastanti ripartenze restituendo in cambio soltanto qualche tiro pericoloso. Ci siam aggrappati a questo pareggio con le unghie e con i denti considerandolo come oro, e poco è importato se la loro difesa non fosse impenetrabile. Abbiam preferito corrergli dietro come a guardia e ladri e non abbiamo acceso mai la luce.
Il momento è di quelli delicati, la risalita e dura per chi è condannato a pensare inconsciamente alla Champions come ad una partecipazione d’eccellenza in cui sarà difficile arrivare in fondo (se davvero c’è un obbiettivo su cui quest’anno si può lavorare di certo è solo il campionato) e se lo scorso anno c’era l’euforia del ritorno nell’Europa che conta, accompagnata da una vittoria interna d’esordio con lo Zenit, quest’anno il gol del Bordeaux ci ha ridimensionato. Così accade che oggi dovevamo vincere invece otteniamo un punto sudato e questo non è di gran stimolo.
Ferrara si ranierizza al 60’ mettendo fuori Diego per Poulsen, ma nel paradosso non fa una cosa tanto errata, visto la ruggine che ancora porta sulle gambe il brasiliano dopo l’infortunio e il ruolo che Poulsen può ancora avere in questa squadra e cioè quello di porsi dinnanzi all’avversario per impedirgli di passare… o almeno rallentarlo. Poco altro però si è visto. Il gelo ricopre ancora i campi bianconeri ed il tepore sembra ancora ben lungi da riscaldarli.
D’altronde siamo in bella compagnia visto i risultati delle altre. Di questo passo l'Italia perderà la terza squadra in Champions proprio a favore delle tedesche e l’Inter può abbaiare solo nei nostri confini.

domenica 27 settembre 2009

Serie A 6> Juventus vs Bologna 1-1 – Tutto già visto!

Il campionato di calcio Italiano sembra ormai un film che si ripete negli anni e non c’è verso di vedere colpi di scena. Come ogni maledetto anno capita un piccolo miracolo, la sconfitta dell’Inter, e come ogni anno chi deve approfittarne si ritrova a giocare in casa con una squadretta… tutto semplice? No affatto. Subentra qualcosa di strano e inspiegabile e mandi tutto alle ortiche.
La partita di oggi della Juventus è stata a dir poco ignobile, stancante e frustante. Giochi in casa col Bologna e nel secondo tempo non fai un beneamato nulla per portare a casa il risultato che peraltro era già tuo. Sembrava di assistere alla scalata di una montagna gigantesca da parte di uno scalatore stanco e depresso, il suo procedere compassato e sempre più pesante con il vento che cerca di buttarlo a terra. Quando poi finalmente arriva a un metro dal traguardo ecco il piede in fallo e la caduta.
Giochi in casa e arriva il Bologna, se vinci sei in vetta e a tre punti dall’Inter invece sei stanca e senza idee, giochi il secondo tempo più brutto degli ultimi dieci anni, dopo che sei passato in vantaggio nel primo, e subisci il pareggio alla fine del secondo. Ma la cosa più e che te lo meriti. Il tricolore non si vincerà neppure tra dieci anni. Perchè finché non si capirà che col calcio moderno, che offre una partita ogni tre giorni, l’unico avversario di cui devi avere timore sei te stesso, l’unica squadra che continuerà a vincerlo sarà sempre e solo l’Inter.
Con la mente appannata abbiamo continuato a commettere sempre lo stesso errore: dormire sui loro calci di punizione a sorpresa… tutto il resto è aria fritta.

Scheda Tecnica

Serie A 2009/10 – 6ª giornata di ritorno
Torino, stadio Olimpico
Domenica 27 settembre 2009
JUVENTUS-BOLOGNA 1-1 (1-0)
RETI: 24’ pt Trezeguet, 47’ st Adailton.
JUVENTUS: Buffon; Zebina (21’ st Caceres), Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Camoranesi, Melo, Marchisio; Diego (15’ st Giovinco); Amauri (39’ st Del Piero), Trezeguet. A disposizione: Manninger, De Ceglie, Poulsen, Iaquinta. All. Ferrara.
BOLOGNA: Viviano; Raggi, Britos, Portanova, Lanna; Vigiani (17’ st Osvaldo), Mingazzini, Guana, Valiani (10’ st Tedesco); Di Vaio (21’ st Adailton), Zalayeta. A disposizione: Colombo, Zenoni, Santos, Mudingay. All. Papadopulo.
ARBITRO: Russo di Nola.
AMMONITI: 22’ st Viviano, 40’ st Raggi, 42’ st Giovinco.

venerdì 25 settembre 2009

Il gioco è bello quando dura poco, VII puntata – Commando, Behind the enemy lines

Commandos non è un brutto videogame, anzi non nego che mi fece passare parecchie ore di divertimento e che nonostante (come abbia già detto) non fossi un amante dei giochi strategici mi seppe intrattenere. Il tutto è fatto bene, si presenta bene, con una buona grafica e un buon coinvolgimento. Qual è allora il problema? Commandos: BEL è un gioco tremendamente frustrante, per certi versi una delle pietre di paragone del gioco frustrante.
L'obiettivo sicuramente è interessante: distruggere intere roccaforti grazie all'ausilio di un manipolo di uomini non è cosa da tutti i giorni, è un'impresa, un miracolo perfino, e dovrebbe esserlo anche nel gioco. Insomma il realismo è salvaguardato: quasi impossibile nella realtà e quasi impossibile nel videogame.
Il punto però è: ma il divertimento? Se infatti nelle prime missioni saremo incentivati a trovare una strategia più efficace, nei livelli successivi la possibilità di fallimento è dietro ogni angolo, il minimo errore pregiudicherà tutto il livello, con risultati davvero nefasti sulla voglia di ricominciare.
Le armi ed i proiettili sono pochi, e quindi dovremo salvaguardare tutto nei minimi particolari, salvo trovarci alla fine di una missione senza proiettili e quindi di fatto senza possibilità di vittoria.
Dovremo saper usare inoltre tutti i nostri uomini al meglio (ognuno specializzato in un diverso campo): perso uno di loro Kaputt.
Le missioni in se sono abbastanza varie, il problema è che dovendo ripetere centinaia di volte le stesse azioni (visto che per superarne una ci vorrà la perfezione unita ad una buona dose di fortuna) il tutto alla fine diventa stancante e tutt'altro che divertente. Commandos è un discreto gioco, per molti un capolavoro (per quelli che amano il genere), che però è minato da un'eccessiva difficoltà, la dose di tempo rubata dalla pianificazione nei minimi dettagli di tutto ciò che dovremo fare nella missione è elevatissima. Nelle prime missioni riuscire a sbaragliare le basi nemiche è divertentissimo ed appagante, nelle ultime missioni invece diventa ripetitivo e richiede una buona dose di fortuna (un ottimo piano vanificato da una stupidata è quanto di più frustrante ci possa essere in un gioco).
Molte volte l'errore cruciale non era neanche voluto, ma era parte integrante del gameplay (un errore di puntamento del mouse o di risposta lenta ai comandi di quest'ultimo) il che rendeva il tutto ancora più sconfortante.
In conclusione, Commandos non è assolutamente uno dei peggiori giochi a cui abbia giocato, anzi a tratti mi ha divertito parecchio, il modo però nel quale è stato concepito è davvero troppo difficoltoso per un giocatore medio e non esperto del genere.
Stancante.

giovedì 24 settembre 2009

Serie A 5> Genoa vs Juventus 2-2- Il demone del Ferraris è rosso di vergogna


C’è un demone che aleggia sullo stadio Ferraris sito nel quartiere Marassi di Genova. E’ un demone a dir poco sbarazzino che si diverte ad annebbiare la vista degli arbitri in favore della squadra di casa. Quest’anno ne hanno fatto le spese già Roma e Napoli e non poteva restarne immune la Juventus.
Due gol regolari annullati dovevano significare 4-2 o 3-2 (visto che sul secondo il fuorigioco pare ci stesse) invece ecco un 2-2 a dir poco immeritato. In fondo si potrebbe parlare di sudditanza psicologica, visto come i coristi della curva Genoana apostrofano ogni singolo e sacrosanto fallo subito dai bianconeri. Un continuo “buu!” intervallato da un sistematico “ladri! ladri!” che sa di stantio, anche quando i gialloblu meriterebbero un cartellino giallo o altro. Nessun Controcampo, nessuna Domenica Sportiva staranno li a tirare le file delle giustificazioni. ma quel che da più fastidio è sentirsi chiamare ladri da chi quest’anno in casa è sempre stata coccolata dalle giacchette nere. Zuliani per poco non entrava in campo stasera.
La Juventus ce la messa tutta, anche sprecando e subendo due gol da polli. Iaquinta più col cuore ma anche sprecone, Marchisio polmoni d’acciaio. Trezeguet può dire che finora ha segnato due gol in due partite giocate. Bella partita al cardiopalma, come tutte quelle col Genoa del resto, ma che vale pur sempre solo un punto. Quel che serve è essere più cinici e spietati, il che significa anche più concreti. Melo Gigioneggia troppo e perde troppi palloni pericolosi. Ci resta la magra consolazione di restar li in vetta, perchè partite come questa di solito si perdono.

Scheda Tecnica

Serie A 2009/10 – 5ª giornata di ritorno
Genova, stadio Ferraris
Giovedì 24 settembre 2009
GENOA-JUVENTUS 2-2 (1-1)
RETI
: 6’ pt Iaquinta, 31’ pt Mesto, 30’ st Crespo, 41’ st Trezeguet.
GENOA: Amelia; Biava, Moretti, Bocchetti; Rossi, Milanetto (22’ st Kharja), Zapater, Modesto (17’ st Papastathopoulos); Mesto, Floccari (1’ st Crespo), Sculli. A disposizione: Scarpi, Esposito, Palacio, Palladino. All. Gasperini.
JUVENTUS: Buffon; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, Grosso; Marchisio (31’ st Giovinco), Felipe Melo, Poulsen; Camoranesi, Amauri (37’ st Trezeguet), Iaquinta. A disposizione: Chimenti, Zebina, Caceres, De Ceglie, Salihamidzic. All. Ferrara.
ARBITRO: Saccani di Mantova.
AMMONITI: 12’ st Bocchetti, 30’ st Iaquinta, 36’ st Felipe Melo, 49’ st Rossi.

martedì 22 settembre 2009

Il gioco è bello quando dura poco, VI puntata - Thunder brigade

Thunder brigade è un gioco dalle basse ambizioni, dove la solita navetta futuristica deve trovare la base nemica e fare fuori altre navette abbastanza simili, o difendere la propria base dall'arrivo di queste. Tutto qui.
All'inizio però un qualche divertimento lo trasmette, ha sicuramente degli spunti interessanti, il principale difetto però è che poco vario e tremendamente noioso. La grafica non è di qualità infima, ma per forza di cose per un gioco di questo tipo non fa gridare certo al miracolo. Una delle principali caratteristiche è quella di essere un gioco tremendamente lento, dove la maggior parte del tempo la passeremo "fluttuando" in cerca della prossima navetta nemica da fare fuori, dove non ci sono strategie se non quella di arrivare nel punto B e fare fuoco. La conformazione del campo di battaglia è piuttosto "aperta": non ci sono nascondigli o scappatoie, quando ci troveremo faccia a faccia col nemico l'unica cosa che potremo sperare è quella di riuscire a distruggerlo prima che questo distrugga noi (anche con una buona dose di fortuna).
Le armi disponibili sono soltanto sei, e così come le navette non saranno sinonimo di originalità o di varietà. Un gioco così però poteva risultare affascinante 20 anni fa (forse), non certo oggi dove un minimo di varietà sarebbe necessaria. C'è poco altro da dire, su un gioco che in effetti è poca cosa e poche parole richiede per essere recensito.
Inutile.

domenica 20 settembre 2009

Serie A 4> Juventus vs Livorno 2-0 – The Great Gigi In The Sky

Non è tutto oro quello che riluce ma vale la quarta vittoria consecutiva in campionato e altri tre punti. Dopo l’opaca prestazione con la Lazio ieri si è vinto ancora perchè ci chiamavamo Juventus e loro Livorno. Perchè c’era chi ha saputo sfruttare due splendidi assist di un Camoranesi altalenante e soprattutto perchè c’era Super Gigi sulla porta blindata.
Ok ragazzi, va bene la fortuna, va bene le assenze ma non può andare sempre così. Per carità, non penso che siamo stati poi così disastrosi ieri, le occasioni le abbiamo avute anche noi e abbiamo fallito gol incredibili firmate Trezeguet e Iaquinta, ma non è sempre Natale. Dopo un primo tempo, definito da alcuni da ping pong, con squadre lunghe e occasioni da ambo le parti siamo riusciti ad arrivare all’intervallo con due gol di vantaggio, e ci siamo cullati su questo. Nel secondo tempo abbiamo mostrato i fianchi ai livornesi che come sparring partner hanno trovato un portierone che lavora in banca, cosa che ci permette di guardare il bicchiere mezzo pieno visto che Buffon è pur sempre un giocatore della Juve… E’ chiara l’allusione ai nemici, che invece hanno rimontato il miracolo di un rigore subito dopo 2 anni con due gol di Milito gentilmente offertigli dalla difesa de Cagliari… per non parlare dell’attacco. Così questa giornata ci ha detto che le grandi strappano vittorie sofferte laddove non sono riuscite a brillare.
Il fatto: lo scorso anno giocavamo decisamente meglio con le seconde linee che non le riserve (se quattro partite soltanto possono essere prese a campione) mentre ora sembra che tutto sia tornato all’ovvio, cioè chi è in panchina sembra che finora la meriti. Oltre Buffon c’è Iaquinta su tutti. Giovinco non si da una mano ad entrare nelle grazie dei tifosi come vice Diego e nemmeno Trezeguet si schioda da questo suo immobilismo post infortunio. Sarebbe stato meglio tenerlo in campo al posto di Iaquinta sulla sostituzione con Amauri per permettere all’ormai titolare calabrese di tirare un po' il fiato. Legrottaglie? non eri un uomo diverso? Forse vivere all’ombra di Cannavaro ti ha tolto un po' di fiducia in te stesso.
Ora a Marassi col Genoa altro esame, aspettando che sfolli l’infermeria, quest’anno come lo scorso, vera protagonista bianconera.

Scheda tecnica

Serie A 2009/10 – 4ª giornata d’andata
Torino, stadio Olimpico
Sabato 19 settembre 2009
JUVENTUS-LIVORNO 2-0 (2-0) RETI: 8’ pt Iaquinta, 30’ pt Marchisio
JUVENTUS: Buffon; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, Grosso; Camoranesi (27’ st Marrone), Poulsen, Marchisio; Giovinco (15’ st De Ceglie); Iaquinta, Trezeguet (35’ st Amauri). A disposizione: Manninger, Zebina, Ariaudo, Molinaro. All. Ferrara.
LIVORNO: De Lucia; Raimondi, Diniz, Miglionico, Pieri; Pulzetti, Mozart (1’ st Filippini), Moro; Candreva; Tavano (25’ st Cellerino), Lucarelli (18’ st Danilevicius). A disposizione: Benussi, Knezevic, Vitale, Marchini. All. Russo.
ARBITRO: Pierpaoli di Firenze.
AMMONITI: 46’ pt Moro, 47’ pt Lucarelli.
NOTE: spettatori 22.788 per un incasso di € 501.959,45.

domenica 13 settembre 2009

Serie A 3> Lazio vs Juventus 0-2 – Caceres c’è, audaces fortuna Juve

I campionati si conquistano anche vincendo queste partite, quelle che porti a casa soffrendo, giocando male e con la fortuna che ti aiuta.
Quella vista ieri è una Juve sotto tono, con il fiato corto dei nazionali, il problema muscolare di Diego che sembrava un segno divino ed un avversario, la Lazio, sicuramente nel suo momento migliore. Poteva starci benissimamente un pareggio invece è stata vittoria, che vale per quante volte è successo ai nostri “nemici” (qualcuno già li chiama Charlie) e la stessa Lazio deve ricordarsi in che modo gli ha strappato la supercoppa italiana. Certo subire quel gol “regolare” nel primo tempo ci avrebbe tagliato definitivamente le gambe. Sfido però chiunque, nella stessa posizione fisica dell’arbitro, a vedere se quello era fallo o meno, anche se ammetto che la sua direzione non è stata impeccabile.
Juve sulle gambe, quindi, e Lazio più tonica, con Foggia che fa il diavolo a quattro e un Diakite’ che pareva uscito da un uovo di Pasqua. Con Cruz eterno spauracchio bianconero siamo rimasti sugli scudi grazie al migliore dei nostri, Buffon (assieme ad Amauri e Marchisio), che pare tornato il grande numero 1 di una volta, vivendo però su folate singole. Il meccanismo non ha girato e la tegola Diego e stata la pioggia sul bagnato, ma come capita in giornate strane come questa chi ti segna? Giusto chi gioca peggio, come a mantenere un certa coerenza cosmica. Proprio quel Caceres quel Trezeguet tanto alieni quanto calciatori. Più volte qualcuno ieri avrà desiderato che la Juve avesse venduto il francese, in cambio di qualche milione, poi lo stesso ti segna un gollonzo in collaborazione col portiere laziale e già voci di corridoio parlano di un suo ripensamento circa l’abbandono a fine stagione… Stranezze del calcio.
Punteggio pieno in classifica e 9 punti di grande peso specifico per il campionato.

SCHEDA TECNICA

LAZIO-JUVENTUS 0-2 (0-0)
RETI: 27’ st Caceres, 49’ st Trezeguet.
LAZIO: Muslera; Lichtsteiner, Diakite, Siviglia, Kolarov; Dabo (32’ st Inzaghi), Baronio, Mauri; Matuzale; Cruz, Foggia (34’ st Eliseu). A disposizione: Bizzarri, Radu, Meghni, Del Nero, Faraoni. All. Ballardini.
JUVENTUS: Buffon; Caceres, Legrottaglie, Chiellini, Grosso (41’ st Molinaro); Camoranesi (24’ st Tiago), Felipe Melo, Marchisio; Diego (45’ pt Giovinco); Trezeguet, Amauri. A disposizione: Manninger, Cannavaro, Poulsen, Iaquinta. All. Ferrara.
ARBITRO: Gervasoni di Mantova.
AMMONITI: 30’ pt Legrottaglie, 9’ st Felipe Melo, 15’ st Caceres, 43’ st Amauri.

sabato 5 settembre 2009

Rainbow six, Lone wolf (il gioco è bello quando dura poco. V puntata)

Non sono un grande fan dei giochi di guerra, degli stealth, dei giochi strategici o dei picchiaduro, li trovo monotoni e poco vari: l'unico scopo è trovare il modo di ammazzare questo o quello o di fare fuori decine e decine di persone dall'inizio alla fine. E' ovvio che (come per tutte le cose) ci sono delle eccezioni: Resident evil 4 era un grande gioco, molto improntato sulle sparatorie e sull'azione, ma un grande gioco; la serie di Splinter cell o di Syphon filter le ho apprezzate (per quei giochi ai quali ho giocato) e non dubito che anche la serie di Rainbow six abbia avuto degli episodi riusciti. Non è il caso di questo Lone wolf.
Innanzitutto bisogna dire che il gioco non si presenta benissimo: la grafica non è del tutto penosa, ma è piatta, poco curata, senza nessun picco, ma soprattutto mina la giocabilità. Le mura a volte lasciano vedere i nemici dall'altra parte, a volte invece i nemici saranno impossibili da trovare, semplicemente perchè non riusciremo a vederli. Verremo ammazzati senza il più delle volte sapere da dove i proiettili provengano, magari da grossa distanza, o da vicino a noi. L'intelligenza artificiale completa il tutto: alcuni nemici non si accorgeranno della nostra presenza nemmeno sotto i loro occhi, altri invece ci scoveranno da grandissima distanza e ci faranno fuori senza che si riesca ad individuarli.
Il problema però viene superato dal fatto che una volta individuata la loro posizione (se ci riusciamo, e non è così facile) non avremo più grattacapi di questo tipo: i nemici si trovano sempre nello stesso posto infatti. Il sonoro anch'esso è di qualità non certo elevata: nulla che sia degno di nota, anzi fastidioso più che altro e ripetitivo all'inversosimile. Altra caratteristica di questo gioco è quella di essere brevissimo: solo 5 livelli, anche se forse se ce ne fossero stati di più il risultato sarebbe stato soltanto quello di rendere il gioco più noioso.
Comunque una volta imparato il meccanismo completarlo richiederà pochissimo, sicuramente un periodo di tempo non degno di un gioco della sua generazione. Insomma Rainbow six: Lone wolf pecca sotto tutti i punti di vista, se a questo ci aggiungiamo (come ho detto) che non sono proprio un fan del genere di appartenenza del suddettol la frittata è fatta. Sicuramente uno dei peggiori giochi ai quali abbia giocato, fortunatamente anche uno di quelli ai quali ho giocato meno.
Pessimo.

giovedì 3 settembre 2009

S. DARKO - Chris Fisher

Ho visto al cinema S. Darko. Perchè? Puro masochismo immagino. Avendo visto Donnie Darko (un buon film con ottime intuizioni a mio avviso) volevo "vedere quello stupido dove voleva arrivare" (per dirla alla Totò), proprio perchè DD era autoconclusivo e non ammetteva "repliche".

Partiamo dallo slogan strombazzato in lungo e in largo: "Donnie aveva una sorella". Risposte:
-Ma va? Non ce ne eravamo accorti.
-Veramente di sorelle ne aveva 2, e avete preso quella scema per farci il seguito.
-Speriamo che non avesse una sorella pure Jena Plissken

Il film (?) in pratica è una schifezza colossale: se nel primo la trama era volutamente articolata per mostrare varie sfaccettature (la ribellione giovanile, la voglia di rivalsa, la fede, gli universi paralleli ecc.), qui invece è articolata per risultare nonsense.

-C'era uno vestito da coniglio nel primo? Mettiamocelo anche qui, anche se non si capisce cosa c'entri. Nel primo aveva una sua valenza, qui viene inserito come specchio per le allodole. Lì il costume da coniglio lo metteva la guida, colui che diceva al protagonista cosa fare. Qui lo mette un folle, perchè. Boh. Forse il regista non aveva molto chiaro il senso di DD.

-C'era un incendio nel primo? Mettiamocelo pure qui, cosa importa se lì aveva come significato quello di smascherare la vera attitudine del santone in realtà pedofilo (la verità è diversa da come ce la raccontano). Qui invece lo appicca l'eletto perchè glielo ha detto una morta che poi in realtà non muore, in quanto salvata dal sacrificio di lui… E quindi?

-C'erano i viaggi nel tempo e le profezie nel primo? Mettiamoceli pure qui, mescoliamo tutto, facciamo che tutti possono viaggiare nel tempo, che non ci sono limiti, che tutti muoiono e poi non muoiono più, perchè qualcuno li ha salvati. Come si fa a viaggiare? Basta desiderare di salvare le persone che sono morte, e puff si viaggia nel tempo. Lasciate perdere tutte le teorie del primo, si viaggia nel tempo ogni volta che lo volete.

-C'era il countdown per la fine del mondo nel primo? C'è anche qui, anzi a dire la verità il conto alla rovescia non funziona: mancano prima 2 giorni alla fine del mondo, poi 1 e poi di nuovo 3, ma che è? Insomma se il primo aveva come significato ultimo quello di mostrare la ribellione di un adolescente problematico, e di fargli capire attraverso un mondo parallelo come sarebbe stato un futuro nel quale non egli non fosse tragicamente morto, qui invece lo scopo è riprendere il primo senza però la benché minima idea di dove andare a parare.

C'è un povero reduce di guerra che si sente l'eletto ed è l'unico a morire, perchè? Viene accusato di aver rapito dei bambini, la protagonista gli fa dei viaggi nel tempo nei quali gli dice di "fare delle cose insulse" per salvare il mondo. Un film insomma da evitare come la peste, soprattutto se ci era piaciuto Donnie Darko, e senza dubbio il peggior film che io abbia avuto la (s)fortuna di vedere al cinema.

Voto 3



martedì 1 settembre 2009

Il gioco e bello quando dura poco (IV puntata) - Haunting ground

Molti sono stati i survival-horror che hanno invaso la nostra vita di videogamer. Dopo l'invasione di Resident Evil è stato tutto un pullulare di giochi su zombie e mostri vari da fare a fettine, e soprattutto spesso questi giochi tendevano a somigliarsi troppo tra loro. Alcuni hanno deciso di focalizzarsi sull'azione (Re4), altri sull'esplorazione, e altri ancora arrivando in ritardo si sono dovuti cercare altre vie. Spesso se si fa un gioco troppo poco originale si rischia di annoiare, ma se invece si produce un gioco accurato e innovativo ma che invece più che divertire riesce ad annoiare?
Se Forbidden Siren mette a dura prova i nervi e la pazienza con le sue meccaniche stealth, Haunting Ground invece col suo "scappa in continuazione" risulta noioso e molto poco divertente, anche se non del tutto da buttare.
Il gioco si presenta bene (lo credo, è firmato Capcom): la grafica è davvero ottima, anche le espressioni facciali e le movenze dei personaggi fanno impressione nel senso buono del termine. La protagonista soprattutto risulta molto realistica nelle fattezze.
Anche i primi minuti di gioco saranno interessanti: dopo aver scoperto il primo "nemico" saremo sempre tesi e impauriti, alla ricerca di un rifugio in quanto non abbiamo armi per difenderci. Proprio questo che sembra essere un punto di forza, si trasformerà invece in uno dei difetti principali del gioco: se infatti inizialmente sarà divertente fuggire e cercare un riparo, alla lunga diventerà davvero insopportabile.
Nel gioco non ci sono mostri o "esseri" da ammazzare, ma solo il mostro di turno che ci rincorrerà per tutto il castello. Ad aggravare la situazione ci si metteranno due fattori:
1) Le armi, le pozioni, e tutto quello che troveremo per strada saranno del tutto inutili: non faranno fuori i nemici e soprattutto non ci faranno ristabilire del tutto. la protagonista infatti più sarà vicina al nemico è più comincerà ad avere attacchi di panico (il che si tradurrà sul monitor in un'immagine sempre più sfocata e in una protagonista sempre più impacciata ed incapace di correre), col risultato di "ripristinare" il nostro stato di salute solo momentaneamente.
2) I ripari ed i nascondigli che troveremo saranno tutt'altro che sicuri. Se infatti ad un primo tentativo potremo trovare ristoro, alla seconda il nemico già non ci scoverà, col risultato che il nascondiglio sarà da quel momento in poi del tutto inutile. Alcune volte addirittura ci capiterà di nasconderci in un posto per la prima volta e di essere scoperti lo stesso. Se a questo ci aggiungiamo il fatto che individuarli mentre corriamo forsennatamente non è facilissimo, e che sono pochi, allora ne viene fuori un quadro piuttosto sconfortante. Molte volte il nemico non ci darà modo di nasconderci, perchè noi il più delle volte correremo in maniera impacciata e solo dopo moltissimo penare ce lo leveremo (momentaneamente) di torno.
La storia non è pessima, ma sembra presagire cose che in realtà si riveleranno abbastanza banali, mentre gli enigmi non saranno molti e mai troppo complicati. In pratica dall'inizio alla fine non faremo altro che scappare, e non per raggiungere luoghi diversi, andando sempre nelle stesse stanze e negli stessi posti con la vana speranza che il nemico di turno si stanchi o rimanga indietro (anche se comparirà poco tempo dopo, e nel momento più inopportuno).
L'inserimento del cane come fido aiutante e come unico modo si tenere bada ai nemici è interessante, ma alla lunga rende il tutto più frustrante: non saranno rari i casi nei quali il nostro fido Hewie farà il contrario di quello che gli diciamo di fare (ad esempio anziché restare fermo in un posto se ne va gironzolando per conto suo), e visto che per risolvere molte situazioni è necessario il suo aiuto...
Inoltre non è capace di salire o scendere le scale, molte volte quindi rimarrà dietro e dovremo pensare a come ritrovarlo.
Un gioco insomma non scarso o frustrante come Forbiden Siren (non sarà difficilissimo, quanto ripetitivo), ma comunque molto noioso soprattutto davvero poco divertente.
Noioso.