venerdì 30 dicembre 2011

Col senno di POI - Un anno di Poi Si Risolve [edizione 2011]

Anche il 2011 volge al termine, un anno per certi versi ordinario, per altri epocale: le dimissioni del piduista con annesso governo tecnico non erano certo preventivabili, così come la crisi che ormai ha colpito un po' tutti e della quale non è possibile immaginare ancora gli sviluppi futuri.
Altro evento epocale, ma soltanto nell'ambito del calcio nostrano, è il ritorno della Juve, quando ormai era data per spacciata da tutti, tifosi compresi: una squadra che per quanto ancora non del tutto sbocciata (Gennaio è un mese in(f/v)ernale) ha chiuso la prima parte della stagione da imbattuta e fa ben sperare per il prosieguo. Allo stesso modo c'è stato un risveglio su un altro fronte (Agnelli se non altro non è Cobolli), ben più scottante, che ha smosso poco le istituzioni ma se non altro ha fatto riflettere qualcuno e ha fatto sguinzagliare i cani a qualche altro.
Il risultato di un anno di battaglie tra juventini e interisti? Nulla, le istituzioni sono incompetenti, non possono decidere, che se la vedano tra loro e continuino la loro guerra, agli organi calcistici interessa poco. Il fatto è fatto, chi s'è visto s'è visto, gli errori del passato hanno fatto male al pallone, pensiamo al calcio giocato che non merita di essere invaso dai tribunali, guardiamo avanti per potere costruire un futuro basato su...SCOMMESSOPOLI. Insomma cambia tutto e non cambia niente, cambiano solo le misure adottate e le parole utilizzate per questo o quell'altro quando sarà il caso di trovare l'ennesimo capro espiatorio.
Bisogna che qualche testa salti affinché il sistema possa continuare la sua opera, e che opera...
Sul fronte musicale il mai troppo amato progressive rock (se fai prog sei vecchio e noioso, se fai punk sei un innovatore, anche se ti limiti a rifare gli stessi pezzi dei Clash) ha vissuto un anno molto positivo.
Da una parte sono tornati i vecchi leoni del passato (che meriterebbero più rispetto, soprattutto quando sfornano signori dischi) come Steve Hackett, i Pendragon, I Dream Theater, Peter Gabriel...
L'ex chitarrista dei Genesis ci ha regalato uno dei suoi migliori album degli ultimi anni, tra vecchio e nuovo, come al solito impeccabile. I Pendragon si sono confermati come uno dei gruppi neo prog storici più in forma, sfornando un album che, anche se inferiore al precedente e con qualche influenza un po' troppo metallica (il metal non è un male in se, ma spero che non facciano la fine dei porcupine Tree), resta comunque godibile e con alcuni pezzi davvero belli.
Sia i Dream Theater che Peter Gabriel invece continuano a lasciarmi perplesso: i primi preannunciano faville ad ogni album per poi sfornare qualche buona idea annegata tra la solita noia, Gabriel invece già tartarughesco di suo, continua sulla strada del sinfonismo, lasciando però ancora una volta le idee nel cassetto e l'emozione in naftalina (da segnalare però che la voce resta sempre splendida anche quando si limita a ricantare pezzi già stranoti).
Sotto un altro versante molti altri gruppi hanno sfornato il disco della "conferma": i polacchi Millenium con Puzzles (molto bello, anche se inferiore al precedente Exists) si sono confermati tra i più interessanti gruppi neo prog degli ultimi anni, i floydiani Airbag, col secondo disco (All Rights Removed) si sono affinati e hanno prodotto un album di pregevolissima fattura, i Credo (Against Reason) hanno cominciato ad abbandonare i troppi manierismi e citazionismi per un lavoro più personale e particolare, Phideaux sforna il solito disco di alta qualità (Snowtorch)
Sul fronte cinematografico si sono fatti notare Super 8 (bellissimo omaggio alla generazione dei bambini/ragazzini degli anni 80'), la trasferta "americana" di Sorrentino col particolare This must be the place, il dark-romantico Drive (dalle atmosfere bellissime, merito anche delle musiche e dall'iconografia molto eighties), il tanto atteso ritorno di John Carpenter con The ward (non apprezzato da tutti, ma a me me piace!), il quantumleapiano (ma di riferimenti ce ne sono molti altri in questo ottimo film, perfino a GTA) Source Code del figlio di Bowie e il particolare e "ostico" il Cigno nero (che riscatta una prima parte un po' lentuccia con un finale riuscitissimo).
Sul fronte videogame come al solito tendo a recuperare giochi vecchiotti di qualche mese (Bioshock II, Mafia II, God of war...), mentre di giochi al lancio ho acquistato soltanto l'interessante (per quanto meno risucito degli altri giochi Rockstar) L.A. noire, magari poco capito ma davvero intrigante sotto molti punti di vista, e il pantagruelico Skyrim (giochicchiato poco, e di questo passo potrebbe durarmi un anno), in prospettiva bellissimo.
Insomma di cose ce ne sono state, ora aspettiamo cosa potrà darci il 2012, anno che sulla carta dovrebbe essere abbastanza pesantuccio. Dovremo sobbarcarci infatti il peso della manovra Monti e persino dell’apocalisse del 21 Dicembre (non so cosa sia peggio a questo punto), e chissà che alla fine non lo si rimpianga questo 2011… ma guardiamo la cosa positiva, se anche i Maya avessero ragione avremo comunque un giorno in più da vivere, visto che il 2012 è bisestile.

mercoledì 21 dicembre 2011

Serie A 20(r)> Udinese vs Juventus 0-0 - Natale in condominio

Da oggi é ufficiale, nel 2012, altro che difensore... urge un attaccante! Uno di quelli cattivi. Così cattivi sotto porta da far piangere i bambini a casa e sugli spalti. Non si può infatti continuare ad essere così inconcludenti negli ultimi metri, se davvero ambisci a ottenere un buon piazzamento alla fine della fiera. Prendi il Milan a Cagliari: sonnecchia per tutta la partita ma gli basta avere Ibra per vincere in scioltezza, quasi come fosse sempre una passeggiata. Noi invece facciamo sempre una fatica della malora per andare in gol e devono farlo un pò tutti. Una grande squadra si distingue dalla freddezza sotto porta. La soluzione che si legge sui giornali sembra una barzelletta anti-juventina (Borriello) e speriamo che sia solo questo, perché invece servirebbe un Tevez o simile.

Potevamo almeno chiudere in testa solitari il 2011, invece ecco il Milan in subaffitto, una di quelle squadre che quando addentano l'osso non lo mollano, soprattutto ora che il nano è tornato. l'ottimismo è allora fuori luogo perché, pur non perdendo ancora, abbiamo inanellato 7 pareggi... Davvero un gran numero di doppi punti perduti per strada.

La giornata di oggi in tal senso è stata la festa delle inseguitrici. Quasi fossero tutte al parco dei divertimenti si son fatti beffe delle squadrette giunte alla bisogna, eccettuata la Lazio son tutte li, pronte a far banchetto sulle nostre prime sconfitte come sporchi avvoltoi.
Questo pareggio dunque è meglio di una sconfitta ma ci porta davvero poco. Speriamo che il nuovo anno non assomigli alla ripresa degli scorsi anni. Con l'augurio di poter vedere le stelle... Oro o argento che siano.

domenica 18 dicembre 2011

Serie A 16> Juventus vs Novara 2-0 - Quagliamo poco, ma poi torna Quagliarella

Ancora una volta sembriamo un Barcellona con la penna scarica, nel senso che creiamo tantissimo ma realizziamo poco. Chiaro che non mi sono montato la testa, ma la mia era solo una battuta sarcastica che nasconde una critica profonda. Questa squadra si piace troppo, lo si vede nelle leziosità degli attaccanti sotto porta, ma esser grandi significa anche essere concreti con gol semplici. Se non si inizia a capire in fretta questo può mettersi male. Partite come queste si rischia di non vincerle (vedi Bologna e Genoa) tanto più che sono sempre più ormai le squadre che si difendono in 11 per ripartire in contropiede.

Meno male che Pepe la mette subito in buca, altrimenti la paura di non vincerla sarebbe stata maggiore. Il pomeriggio del riscatto panchinaro, infatti, stava fallendo miseramente. Del Piero e Quagliarella si son mangiati l'impossibile, gli ha fatto eco Giaccherini per non lasciarli soli. Alla fine della fiera la beffa del pareggio sarebbe divenuto realtà, se ancora una volta decisivo non fosse stato il nostro numero 1. Alla fine però la luce l'accende proprio lui, un anno dopo l'infortunio, Quagliarella.

Conte, intervistato da Premium, risponde a chi pensa che sia l'attaccante sia in vendita di non essere "Giocondo", e che il mercato lo si fa per rinforzasì... Appunto! Iniziano a pensare a cosa bisogna fare in tal senso. La classifica è corta, il campionato è luogo e i posti in prima fila pochi. Sarà questo il tormentone, ergo servono uomini in grado di reggerlo. Nelle ultime partite ad esempio pare che si debba pensare a un attaccante di peso, paradossalmente prendendo dove c'è più abbondanza, ma lucidamente per fare di più proprio per evitare il discorso fatto in precedenza sulle occasioni mancate.

Fuori dal campo invece, molte sono le storie che sgomitano per poter entrare. Storie di tavoli natalizi e di accordi impossibili, di beghe forse poco inclini con lo spirito del Natale ma che non potevano essere risolte a tarallucci e vino. Non finché non sarà stata fatta giustizia o non si tratteranno televisivamente allo stesso modo, identiche sviste arbitrali pro Juve e Milan, in partite nelle quali quest'ultime non sono parse decisive. Chi parlerà ad esempio dell'aiuto rimonta alla prescritta? A noi basterebbe già giocarci un campionato senza giochi al massacro.

Fino a martedì saremo così ancora primi, sperando di mangiare il panettone in vetta, nonostante ci attenda, forse, la partita più difficile di questo girone d'andata ad Udine: lo scontro diretto.

lunedì 12 dicembre 2011

Serie A 15> Roma vs Juventus 1-1 - i più grandi errori dopo i weekend

Dallo stadio olimpico in Roma, abbiamo trasmesso, il festival dell'errore. Qualcuno l'aveva già ribattezzata "La più grande sfida dopo il weekend", e ad un occhio neutrale dev'esser parsa tale. Per chi invece di calcio é malato, come me, è sembrata un vero pastrocchio. Con errori da ambo le parti, a tratti clamorosi, culminati con un rigore parato da Buffon (occhio domani alle condizioni meteorologiche).

Se devo invece analizzare solo i nostri, non posso invece ritenermi soddisfatto. Parliamoci chiaro, una vecchia signora d'altri tempi, con la licenza di pronunciare quella Parola, questa partita doveva vincerla, dato le premesse di una Roma in emergenza, son due punti persi. La vecchia signora dello scorso anno invece l'avrebbe persa, dato che sembrava proprio quella, quindi alla fine il pareggio ci sta di nuovo bene.
Insomma, l'analisi di questa partita gira tutto intorno a questo. Pronti via, partiamo subito con l'handicap. Vidal si trasforma nel suo shampoo e cicca clamorosamente il pallone, che arriva lento in porta su un tiro di De Rossi, che altrimenti andava fuori, quasi un gol segnato in moviola. Stralindi e pinti i giallorossi si ritrovano in vantaggio con il minimo dello sforzo. Noi invece viaggiamo troppo molli e con troppa sufficienza, sbagliamo passaggi e, come al solito, le rifiniture. Sembra di rivedere il primo tempo di Napoli, davvero odiosi. Saranno stati i nefasti pantaloncini neri (come a Napoli e come gli scorsi due anni) oppure la stanchezza rimediata coi tempi supplementari di giovedì scorso in coppa Italia, sta di fatto che loro avevano più fame di noi, mentre il primo tempo è sembrato volare. Poi nel secondo tempo abbiamo fatto meglio ma abbiamo mangiato nella loro area concesso tavole inbandite nella nostra. Risultato finale: un pareggio che appiattisce la classifica. Parrà anche un campionato aperto e spettacolare, come questa partita, ma se sarà così fino alla fine sarà anche un gioco d'azzardo, soprattutto per chi, come noi, non entrare di nuovo in Champions potrebbe essere davvero preoccupante dal punto di vista sportivo ed economico. Consoliamoci col primato e con l'inbattibilità (unico club in Europa)

venerdì 9 dicembre 2011

Coppa Italia (1/8)>Juventus vs Bologna 2-1 - ...e deve pensarci sempre lui

Dalla vittoria di stasera dobbiam trarre due semplici conseguenze. la prima é che sciupiamo troppo con chiunque, facendo una fatica immane a far gol. La seconda è che dobbiamo affidarci sempre al jolly Marchisio per poter risolvere le partite. Se da un lato dunque possiam godere dello splendido momento di forma del Principino, stasera autore di un altro gol strepitoso, dall'altro dobbiam iniziare e riflettere sulla scarsa cattiveria in fase di finalizzazione. Poiché se per un pneumatico la potenza é nulla senza il controllo, per una squadra come la Juve, che quest'anno, ha il gioco più bello di tutta la serie A, il bel gioco e incompleto senza la concretezza realizzativa.

Bologna come il Cesena dunque, giusto un pò meglio ma fedele allo stesso dio, il catenaccio. Ripeto, scarsa stima nutro per queste compagini che si difendono in 11, ma se proprio non son capaci di far altro (manco fossero di B o C) ancor più scarsa ne posso provare per i telecronisti nostrani che considerano ammirevoli le loro prestazioni. Per carità ai telecronisti RAI non si può certo chiedere questo ulteriore sforzo, visto la loro incompetenza tecnica a tratti imbarazzante. scambiano Elia per Estigaribia per tutta la partita, affermano che Marchisio ha giocato sempre nella Juve dimenticando Empoli, ma la perla la donano sul pareggio, affermando: "c'è da dare atto che il Bologna é andata in area per segnare"... ma va?!? Sembrava che erano li per perder tempo nell'ultima azione, invece guarda un pò cosa sono andati a pensare, sti geni!
Già... quel maledetto pareggio al 95', che sortisce il doppio effetto di sfiancare noi e loro, che domenica affrontano il Milan. Di sicuro se ne fregheranno ancor meno e rischieranno "l'asfalto".

Tutto nella sera in cui Krasic fallisce clamorosamente la sua occasione di riscatto ed Elia si mette in luce con una buona prestazione. I sostituti nel complesso appaiono però un gradino sotto ai titolari, mentre il capitano, stoico, giganteggia e rischia persino di farsi riaprire i punti in testa in uno scontro di gioco. Onore a Giaccherini ad esempio, che fa due gol strepitosi e gliene convalidano soltanto uno. Della serie gli scandali arbitrali sono solo quelli che si commettono a favore dei bianconeri: perché si è parlato tanto di quel rigore di domenica e non si menziona affatto il gol regolare annullatoci stasera, o del fallo di mano limite/area loro e della diversa morale che si applica nel proseguire l'azione quando ci sono giocatori a terra? ...forse a quest'Italia però è più facile far odiare il catenaccio che rispettarci come squadra.

domenica 4 dicembre 2011

Serie A, 14> Juventus vs Cesena 2-0 – Principini che rompono scudi e lotte rosso sangue

Legge morale del calcio italiano:

La squadra J: domina per l’intera partita, tiene palla per il 71% del totale, fa 8 tiri in porta e 12 totali ma non riesce a segnare. Nonostante tutto riesce a segnare ma usufruisce di un rigore generoso (il primo in tutto il campionato)…

La squadra C: gioca un’itera partita con 11 giocatori in porta non entra mai nell'area avversaria e perde meritatamente. tira in porta una sola volta, un suo giocatore, già ammonito, spacca la faccia al capitano, fa un fallaccio da giallo al limite dell’area ma non viene ammonito.

verdetto finale: in tutto il resto del mondo la squadra J avrebbe meritato ampiamente la vittoria e in America ci avrebbero addirittura girato un film, in Italia invece la squadra C è un eroe e martire. J ha rubato… ecco  perchè odio il calcio italiano.

Ancora una volta devo intervenire contro la mistificazione della realtà. Anche se l’avevo ampiamente previsto nei post recedenti. Mi chiedevo infatti cosa sarebbe successo una volta tanto che avremmo avuto un rigore discusso a favore. La mia domanda era retorica la risposta non si è fatta attendere. E non sto parlando del Cesena, che la partita l’ha vissuta sulla pelle, ma delle telecronache che siamo costretti ad ascoltare, noi utenti juventini di Premium (per non parlare di chi ha sky) pieni zeppi di una demagogia che calciopoli ha solo rinforzato. Che non solo, allorché non ne avessero potuto più, si sono sintonizzati su Zuliani per non ascoltare Pardo e Agostinelli, ma li hanno dovuti ascoltare in sottofondo prima che puntualmente dopo il 70’ si riproponessero grazie al noto bug del sistema (chi segue Zuliani lo sa).

In Italia una squadra come il Cesena è il simbolo della mentalità nazionale. 11 giocatori in porta e sperare nel contropiede vincente. Dopo di che è logico che partite come queste vengono vinte da squadre che hanno i fuoriclasse capaci di rompere gli scudi. Logico che è anche colpa della Juventus se si specchia e si piace, peccando di presunzione e quagliando poco in attacco. Ma non si può continuare ad elogiare simili prestazioni. Chi ha detto che la miglior difesa è l’attacco? Di sicuro non era un italiano.

Ecco perchè, infine, la squadra da battere (per chiunque voglia contenderli qualcosa) è il Milan. Perchè analizzati i fatti questa Juve non è ancora sufficientemente cattiva. Non ha chi ti punisce senza pietà e deve vestire di fuoriclasse Marchisio, il principino che rompe lo scudo cesenate e rompe la stasi, che pensavamo ormai fosse lunga una intera partita. Se vogliamo concludere qualcosa dunque dovremo saper essere più forti di noi stessi, degli altri e dei fantasmi del passato.

mercoledì 30 novembre 2011

Serie A 11(r)> Napoli vs Juventus 3-3 - Never surrender

La partita di stasera ne ha regalate di emozioni e di mangime per i gufi, che ancora sono li a recriminare contro l'arbitro per qualsiasi regola da lui rispettata. Ma sappiamo che succede quando si gioca contro certe squadre, ed in particolare con chi non aspetta altro che un episodio per poter abbaiare, ed affossare le polemiche scaturite dal rinvio per sole che ci ha condotti qui stasera, l'avevo anticipato e non poteva non essere così.

Ma parliamo di fatti (questi sconosciuti del calcio), scesi in campo con il calzoncini neri sembravamo quelli dell'anno scorso, ed in verità sarà forse stata anche questo impulso psico-cromatico a condizionarci. Il primo tempo è stato infatti disastroso, degno dei precedenti Napoli-Juve. Emblematico in tal senso è stato il loro rigore, Hamsik batte, segna e festeggia scendendo letteralmente negli spogliatoi, come a dire: "fatto, tutti a casa", salvo realizzare che invece doveva ribatterlo, perchè qualcuno era entrato in area prima che il rigore fosse stato assegnato. Dopo essere andati due volte in doppio svantaggio sembrava essere davvero la serata della prima sconfitta, quella che primo o poi arriva, anche se non ci piace mai subirla con queste squadre. C'è di più che il disastroso primo tempo era stato caratterizzato da un brutto timore reverenziale verso la bolgia del San Paolo che ci appesantiva le gambe e ci faceva prendere una valanga di cartellini gialli per falli di reazione, nervosismo o ritardo.

Nell'intervallo però Conte deve aver tirato le orecchie ad uno ad uno, ed avergli fatto capire che se vogliamo addiventar grandi dobbiamo farci scivolare addosso le provocazioni, i gufi e il tifo avverso, tanto che per il nervosismo rientra in campo quando il gioco è già iniziato. Sarebbe stato troppo facile far godere anche i prescritti oltre ai napoletani, allora ecco che la determinazione di una squadra, che fin qui ci ha tenuto a dissociarsi da quella degli anni scorsi, riappare all'improvviso e mentre i milanisti (altro che Napoli e la sua rimonta di Pirro) già se la godevano Estigarribia prima e una fantastica sgroppata conclusa in gol di Pepe poi, ci donano un prezioso pareggio.

Ancora un'altra serata storta per Bonucci, che con i se e con i ma ci avrebbe regalato una vittoria se fosse restato in panchina. Vucinic è un buon scassinatore di centrocampo, ma sempre poco proponibile come attaccante con la missione del gol. Alla fine è pareggio e Mazzarri continua a lamentarsi del fatto di fare troppe partite. Che consiglio gli possiamo dare se non quello di farsi eliminare dalla Champions? Non è che il mercoledì ci potete prendere in giro perchè andiamo al cinema e la Domenica lamentarvi perchè per noi è un vantaggio. Uscite tutti dalle coppe o silenzio!

domenica 27 novembre 2011

Serie A 13> Lazio vs Juventus 0-1 - Juve caput classium

Fin che si è in ballo, è bello farlo al centro della pista, facendosi beffe dei rosiconi del momento. Allora perchè dopo una pesante vittoria come quella ottenuta di ieri, sul campo di una comprimaria in classifica, devo fare un appunto che potrebbe suonare come inopportuno dai più sprovveduti? Semplicemente perchè è un allarme preventivo di qualcosa di latente che sta pian piano insinuandosi e che ben conosciamo, anche a causa dei noti fatti del 2006. Sto parlando della sofisticata arte delle malelingue, una sorta di sport massonico che nasce nei piani bassi dei palazzi milanesi destinati a studi televisivi. Se il populismo spicciolo di una trasmissione che già dal suo nome presuppone guerra preventiva al calcio giocato (“Il processo” di Biscardi), che da parte di chiunque abbia una buona cultura calcistica e un degno carattere morale, non dovrebbe neppure essere menzionata in maniera seria, se non per poter catalogare il sottobosco del trash tv, può permettersi di superare qualsiasi becero discorso da bar, insinuando che il Milan è stato sfavorito per favorire la Juve (in occasione della partita con la Fiorentina n.d.r.) potrebbe tra qualche tempo approdare nei piani alti.

Poiché ha ragione Conte: “chi vince non ha amici”, tanto più se ti chiami Juventus. Poiché se si può dire una cosa del genere quando non c’è alcun elemento a carico dell’accusa, cosa si inizierà a dire ora che c’è un fallo di mano INVOLONTARIO in area laziale, o un domani che ci sarà l’umano e inevitabile errore in favore della Juventus?

Fatto salvo che sia logico che se ne lamenti la Lazio, anche se non ne avrebbe diritto, e che in verità Mediaset ha riconosciuto che davvero non c’erano elementi di luogo a procedere, l’argomento è davvero delicato e dovrebbe essere affrontato seriamente. Magari per non dargli il peso che non merita ne continueremo a parlare nel post di Napoli-Juve, partita che arriva da premesse e dichiarazioni rilevanti che vorrei affrontare a parte.

In mezzo a tutto questo c’è la grande vittoria di ieri. Grande non tanto per il risultato ma per il suo peso in classifica. Ecco il perchè della mia lunga prefazione. Fino a questo punto del campionato c’è ancora qualcuno che divide il Milan dalla sua sgroppata solitaria e finché sarà così avranno un elemento di disturbo notevole per il campionato.

Il Pepe nella minestra si chiama Simone ma deve ringraziare la grande falcata di Matri sulla fascia sinistra, con un contropiede che parte da un intervento di Buffon che vale come mezzo gol. E’ stata dunque la serata dei portieri, con Marchetti un stato di grazia, sopravvissuto alle infami maledizioni di Auriemma, e con Buffon che si riconferma il migliore in Italia. Tutto questo anche senza il significativo contributo di Pirlo, sottotono. Giaccherini, inconcludente e goffo, risulta la nota più stonata del tutto, anche perchè a rimediare alle indecisioni di Bonucci ci pensa ancora una volta Barzagli. Un po’ di fortuna con quel palo della Lazio ma anche tanti gol mangiati e un Vucinic ancora sopravvalutato da Conte. In complesso però i bianconeri hanno offerto una buona prestazione, in attesa di Napoli…

domenica 20 novembre 2011

Serie A 12> Juventus vs Palermo 3-0 – PMM: tre a zero in campo, mica a tavolino

Pepe Matri Marchisio, dopo due anni di dolori, in cui il Palermo è stata la nostra bestia nera, finalmente vinciamo e convinciamo.

Una prestazione, che in casa, è diventata ormai quasi usuale, una grinta e una determinazione che lascia ben sperare nel futuro. Soprattutto alla luce delle condizioni di forma di giocatori (Pepe e Marchisio) che lo scorso anno sembravano quanto meno sopravvalutati. Chi stona un po'? Vucinic. Non che sia proprio una pippa, ma mangia ancora troppi gol. E meno male che Pierluigi c’è, sempre superlativo quando la squadra va bene, forse meno quando va male, ma oggi crea la differenza. Quei due interventi da miracolo ci permette di finire il primo tempo in vantaggio, giusto quello che ci serve per poter prendere in mano le redini nel secondo e trotterellare su un Palermo che ancora non fa un gol in trasferta in questo campionato. Neppure il temuto ex ci scalfisce, ma torna a casa con una valigia di fischi. E dire che il risultato poteva essere persino più rotondo.

Torna Quagliarella in campo ma ancora disperso in panca rimane Elia, ancora un profeta fuori patria e fuori squadra, col suo carico di aspettative dettate dagli onerosi ten millions euro spesi per portacelo qui. Con tutta quell’abbondanza in avanti qualche fazzoletto sventolerà sul treno dei partenti. Speriamo non sia quello sbagliato a questo punto, anche se spero di poter puntare su chiunque nel lungo inferno dell’imprevedibilità.
“Basta con calciopoli”, diceva qualcuno in settimana, facciamo parlare il campo, eccovi tre a zero allora! Proprio come il risultato che si otterrebbe a tavolino, in attesa di un altro tavolino che tante soddisfazioni ha dato al ratto, che però spera di non dover parlare del 2006. A questo punto però, visto che le posate non possiamo portarle (perchè comprendono i coltelli) si augurerebbe che in il vino fosse di buona qualità e che i taralli siano friabili. Fa una cosa allora, resta a casa a curare la tua igiene orale.

lunedì 7 novembre 2011

Steve Hackett - Beyond the shrouded horizon (testi e traduzioni)

Loch Lomond 
(Cold light piercing a haze of smoke and mirrors)
palms hanging over the sparkling water
champagne on ice a coconut surprise
laughter from the rails as the yachts sets sail
with waves crashing over the shores of Loch Lomond
Chrocodile tears under chandelier
cicadas chatter above the veranda
birds of paradise smiles and alibis
heard by no-one on the shores of Loch Lomond
a merry dance a sarabande in castles made of sand
when your world is washed away in the cold light of day
christmas suntan a winter summerland
rhythm of the shingle faces tingle
love songs on the surf should i believe the words
since when were you on the shores of loch lomond
illusions and facade a crying heavy heart
within the mists that rise from waters of cold ice
loch lomond
a humming bird in snow when darkness is aglow
the pain that cracks the shell the breathing of a spell
loch lomond
Loch Lomond 
(luci fredde trapassano la foschia di fumo e specchi)
palme pendono sopra l'acqua scintillante
champagne in ghiaccio una sorpresa al cocco
risate dalla ringhiera mentre gli yacht salpano
con onde che si infrangono sulle rive di Loch Lomond
Lacrime di coccodrillo sotto il lampadario
le chiacchiere delle cicale sopra la veranda
uccelli del paradiso sorrisi e alibi
inascoltati sulle rive di Loch Lomond
una danza allegra una sarabanda in castelli di sabbia
quando il tuo mondo è spazzato via nella fredda luce del giorno

Abbronzatura natalizia una terra estiva invernale
il ritmo della ghiaia fronteggia il formicolio
canzoni d'amore per il surf devo credere alle parole
da quando eri sulle rive del lago Lomond
illusioni e apparenza un cuore pieno di pianto
Nelle nebbie che salgono dalle acque di ghiaccio freddo
Loch Lomond
un colibrì nella neve quando l'oscurità è lucente
il dolore che rompe il guscio il respiro di un incantesimo
Loch Lomond
The Phoenix Flown 
(Energy renewed)
Il volo della Fenice 
(Energia rinnovata)
Wanderlust 
(it must be the gypsy in me)
Voglia di girovagare 
(deve esserci uno zingaro in me)
Til these eyes (Love’s perennial power to trasform life)
we're all toys of time
up to the end
no one owns the night
meanwhile the river bends
lace lies and butterflies
flying high above
til these eyes have seen enough
the clock is always ticking
hanging on the wall
the mirror's always cracked
waiting for us all
a rose by any other name
squandered in the dust
till these eyes have seen enough
the currency that lingers
far heavier than gold
the beauty of the first bloom
a fairytale of old
torn into pieces
a childhood map of love
til these eyese have seen enough
punch drunk in the wind
your play is nearly run
the carpet snatched beneath you
just when you're having fun
the cards are in your hand
it's time to call your bluff
til these eyes have seen enough
til these eyes have seen love
Fino a che questi occhi (l'amore è l'energia perenne per trasformare la vita)
siamo tutti giocattoli del tempo
fino alla fine
nessuno è padrone della notte
Nel frattempo il fiume piega
le bugie ben ricamate e le farfalle
che volano in alto

finchè questi occhi hanno visto abbastanza
l'orologio ticchetta continuamente
appeso al muro
lo specchio è sempre rotto
in attesa di tutti noi
una rosa con qualsiasi altro nome
sprecata nella polvere

fin quando questi occhi hanno visto abbastanza
la valuta che indugia
di gran lunga più pesante dell'oro
la bellezza della prima fioritura
una fiaba da vecchi
ridotta a pezzi
una mappa infantile d'amore

finché questi occhi hanno visto abbastanza
Stordita nel vento
il tuo gioco è quasi arrivato alla fine
strappato il tappeto sotto di te
proprio quando cominciavi a divertirti
le carte sono nelle tue mani
questo il momento di dichiarare il tuo bluff

finchè questi occhi hanno visto abbastanza
finchè questi occhi hanno visto l'amore
Prairie angel 
(ispired by the pioneering spirit of Jack Kerouac’s “On the road”)
Angelo della prateria (ispirata dallo spirito pioneristico di “On the road” di Jack Kerouac)
A place called freedom 
(A story set in the wild west on the wide open plains)
I saw her in the plains
i watched her through the rain
on a buffalo dawn
running barefoot through the corn
her wild rose complexion
with eyes downturned
became my obsession
i knew i had to return
to a place called freedom
high indian cheekbones
held by wonder
she moaned like the whining wind
chased by thunder
torn between home
and the horizon
a dancing gazerlle
in Eternity's sunrise
to a place called freedom
Un posto chiamato libertà 
(Una storia ambientata nel selvaggio west sulle vaste pianure)

L'ho vista nelle pianure
L'ho guardata sotto la pioggia
in un'alba a Buffalo
correndo a piedi nudi attraverso il grano
la sua carnagione rosa selvatica
con gli occhi che si abbassavano
è diventata la mia ossessione
Sapevo che dovevo tornarci
in un luogo chiamato libertà
zigomi alti da indiana
intrappolata dalla meraviglia
gemeva come il vento lamentoso
inseguita da un tuono
divisa tra casa
e l'orizzonte
una gazzella danzante
in un alba eterna
in un luogo chiamato libertà
Between the sunset and the coconut palms 
(Casting off and moving beyond the horizon. Title ispired by a Peter Sellers sketch)
listen for the boatman's call
we're casting off as evening falls
creeping through the harbour lights
entering the night
tattered posters in the pier
with laughing clowns and cavaliers
faded smiles that drift away
and never shed a tear
we're heading out of sight
beyond the walls of wrong or right
desperate dreamers on the sea
renegades and refugees
the whistling wind the rising swell
we heard six bells and all was well
accordions sway beneath the lamps
drunk on contraband
a cosy magic eiderdown
we can't wake up we're run aground
unchartered lands we're lost at sea
washed up and cast away
we're heading out of sight...
Tra il tramonto e le palme da cocco
(mollare gli ormeggi e muoversi oltre l'orizzonte. il titolo è ispirato da uno sketch di peter sellers)
In attesa della chiamata del barcaiolo
molliamo gli ormeggi al calar della sera
strisciando attraverso le luci del porto
entrando nella notte
manifesti strappati nel molo
con clown sorridenti e cavalieri
sorrisi sbiaditi che si allontanano
e non versano mai una lacrima
stiamo uscendo fuori dalla vista
oltre le mura del giusto o sbagliato
sognatori disperati sul mare
rinnegati e rifugiati
il vento che fischia il moto ondoso in aumento
abbiamo sentito sei campane e tutto andava bene
fisarmoniche ondeggiano sotto le lampade
ubriachi di contrabbando
un confortevole magico piumino
non possiamo svegliarci siamo arenati
terre inesplorate ci siamo persi in mare
bagnati e naufraghi
stiamo andando fuori dalla vista ...
Waking to life 
(The Shangri-La of love’s discovery)
(lo shangri-la dell'amore trovato)
Waking to life learning to love
like the rising tide quickening the blood
glide of the falcon flight of the dove
saw you in my dreams telepathy of love
and i've never seen your face before
clouds like fountains in the air
run to earth they soak the ground
a mountain range your glistening face
moonson falls a heart that punds
and i've never seen your face before
moon and earth two are in one
like the rising tide taken at flood
ancient mud red walls of clay
kissed by sun at break of day
the singing moong that fills the room
silent call of sand dunes
and i've never seen your face before
waking to life
Risveglio alla vita 
(lo Shangri-La della scoperta dell’amore)
Risvegliandosi alla vita, imparando ad amare
come la marea crescente accelera il sangue
il planare del falco il volo della colomba
ti ho visto nei mie sogni telepatia d'amore
e non ho mai visto il tuo volto prima
nuvole come fontane in aria
corrono verso terra e bagnano il terreno
una catena montuosa il tuo volto scintillante
ripidi monsoni un cuore che batte
e non ho mai visto il tuo volto prima
la luna e la terra due sono in una
come l'ondata crescente portata al diluvio
antiche mura di fango rosso di argilla
baciate dal sole allo spuntar del giorno
il canto della luna che riempie la stanza
la chiamata silenziosa di dune di sabbia
e non ho mai visto il tuo volto prima
risveglio alla vita
Two faces of Cairo 
(Written literally at the foot of the Sphinx, contemplating Egypt’s celebrated past contrasted with the hidden face of her present day desperately poor tomb dwellers)
I Due volti del Cairo 
(scritto letteralmente ai piedi della Sfinge, contemplando la celebrazione dell'antico Egitto in contrasto con la faccia nascosta della disperata povertà delle moderne tombe dei suoi abitanti)
Looking for fantasy 
(Jimi Hendrix gave a free concert in one of my dreams and sang this uncharacteristic melody, which I dedicate to all those lost flower girls)
she stops to remember a gentle time
with layer of pastel and blue tinted eyes
she's dating a guy who's half her age
who vaguelyu resembles a young jimmy page
she's only looking for fantasy
while trying out perfumes in peter jones
a fragrance reminds her of a time in kings road
in an open top car the kennedys passed by
to this day she swears that jack gave her the eye
she's only looking for fantasy
she tried karl marks and reverend sun moon
a californian commune and tuscany too
somewhere in time a walk in the clouds
with women in love far from the madding crowd
In cerca di fantasia 
(In uno dei miei sogni Jimi Hendrix dava un concerto gratuito e cantava questa melodia poco caratteristica, che io voglio dedicare a tutte quelle perdute figlie dei fiori)
le si ferma per ricordare un momento delicato
con tinta pastello e occhi dipinti di blu
esce con un ragazzo che ha metà dei suoi anni
che assomiglia vagamente ad un giovane Jimmy Page
lei è solo in cerca di fantasia
mentre prova profumi a Peter Jones
una fragranza le ricorda un tempo in Kings Road
in una vettura scoperta stavano passando i Kennedy
fino ad oggi lei giura che Jack le ha lanciato un'occhiata
lei è solo in cerca di fantasia
provò Karl Marx e il reverendo Sun Moon
una comune californiana e perfino la toscana
da qualche parte nel tempo una passeggiata tra le nuvole
con le donne innamorate lontana dalla pazza folla
Summer’s Breath 
(Remember to breath)
Respiro d’estate 
(ricordatevi di respirare)
Catwalk 
(Something old, somethin new, something borrowed and something Blues)
you were born in the fields
way back when your life was real
now you look at those you despise
with your catwalk eyes
oh lord...
From the wrong side of the tracks
swore you were ever going back
nature gave you the perfect disguise
catwalk eyes
Princess and poets and congressmen
at your feet they stand in a long libne
they want to met you as you wlak by
flashing those catwalk eyes
Born in the fields
way back when your life was real
now you look at those you despise
with your catwalk eyes
Passerella 
(qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa preso in prestito e qualcosa di Blues)
Sei nata nei campi
tempo addietro quando la tua vita era reale
ora guardi coloro che ti disprezzano
con i tuoi occhi da passerella
Oh, signore
dalla parte sbagliata del sentiero
avrei giurato non saresti mai tornata indetro
la natura ti ha dato il travestimento perfetto
con i tuoi occhi da passerella
Principesse e poeti e membri del congresso
sono tutti ai tuoi piedi in una lunga fila
vogliono incontrarti mentre passeggi
con i tuoi lucenti occhi da passerella
Sei nata nei campi
tempo addietro quando la tua vita era reale
ora guardi coloro che ti disprezzano
con i tuoi occhi da passerella
Turn this island earth 
(Another kind of pioneering spirit,this time through both outer and inner space. This title is taken from a film that ispired my childhood mind and has haunted me ever since)
a strawish in a sea of dreams
a ride that's never ending
from a lost world into a spinning
fairground in space
Shining teapot spilling a mother ship of fire
Alladin's lamp pouring down the Milky Wy
big dipper roller coaster jumping jack exploding
night and day you're whirling on a ferris wheel
turn this island earth
a red shift cluster bright
signal from the other side
Lampwick and Slats are laughing
beyond the speed of light years passing
all the shooting stars
rings of saturn calling a red planet blazing
the singinng moons of jupiter around your eyes
turn this island earth
looking back from where we are
city light clusters of stars
while we fly
a jewel in the crown of a universe
sapphire blue in a golden starbust
oceans of deep sky
standing on the moon
gazing at all the mountains of china
mother earth sleeping
whit all the children inside her
starbound spirits
rising in mind out of time
free from the bonds around us
captives in waking manmind
turn this island earth
Trasforma quest’isola in terra
(Un altro tipo di spirito pionieristico, stavolta attraverso lo spazio sia interno che esterno. Questo titolo è tratto da un film che ha ispirato la mia mente infantile e mi catturato da allora)
una stella del desiderio in un mare di sogni
una corsa che non ha mai fine
da un mondo perduto in una spirale
una fiera nello spazio
una Teiera splendente che versa una nave madre di fuoco
la Lampada di Aladino riversa la Via Lattea
grandi montagne russe bilanciere esplodono come una marionetta
notte e giorno volteggi su una ruota panoramica
Trasforma quest'isola in una terra
un grappolo che vira sul rosso brillante
il segnale dall'altra parte
Lucignolo e lamelle ridono
oltre la velocità degli anni luce gli anni passano
tutte le stelle cadenti
gli anelli di Saturno richiamano un pianeta rosso ardente
le lune cantanti di Giove intorno ai tuoi occhi
Rendi quest'isola una terra
guardando indietro da dove siamo
luci cittadine grappoli di stelle
mentre voliamo
un gioiello nella corona di un universo
zaffiro blu in un'esplosione di stelle dorate
oceani del cielo profondo
in piedi sulla luna
guardando tutte le montagne della Cina
madre terra dorme
con tutti i bambini dentro di lei
spiriti di stelle legate tra loro
crescono mente fuori dal tempo
liberi dai vincoli che ci circondano
prigionieri nel risveglio della mente umana
Rendi quest'isola una terra
traduzioni a cura di Napoleone Wilson

giovedì 3 novembre 2011

Steve Hackett - Beyond the shrouded horizon (Bonus Disc)

Il bonus disc, si era detto. Cosa conterrà. Vale la pena dargli un ascolto? Se siete fan o comunque amate le sonorità del chitarrista certamente.
I primi 4 pezzi sono le 4 parti di una suite strumentale (Four winds), tutte piuttosto varie. Se North presenta sonorità elettriche, la  bellissima South è acustica e jazzata (suggestivo l'intersecarsi di piano e chitarra), East è molto "santaniana" e giocata su belle scorribande chitarristiche (tra l'altro è una nuova versione di The Well At The World’s End, una bonus track inclusa nell'edizione giapponese di Darktown), West chiude il tutto con una graziosa chitarra classica.
La suite insomma è molto gradevole, soprattutto South e East.
Pieds en el air è un altro strumentale, molto sinfonico (è la ripresa del pezzo del 1926 scritto da Peter Warlock), mentre She said Maybe torna su sonorità più rock jazzate ed è forse lo strumentale migliore di questo bonus disc. Non avrebbe di certo sfigurato nella versione "singola" dell'album.
Enter the night non è altro che un rifacimento con parti vocali (l'unico pezzo cantato del bonus disc) della nota Riding the colossus (presente su The Tokio Tapes). l'aggiunta della voce però conferisce un gusto diverso a questo brano e a dargli una sua dimensione. Bella.
Eruption:Tommy è una cover dei Focus, gruppo prog olandese degli anni '70, e presenta una base molto jazzata e d'atmosfera dove la chitarra disegna paesaggi sonori di grande effetto. Un altro ottimo pezzo.
Reconditioned nightmare non è altro che una nuova (?) versione di The air conditioned nightmare (presente sull'album cured, del 1981) e a differenza di Enter the night non ha praticamente nulla di diverso dall'originale, è quindi piuttosto superflua.
Anche il disco bonus in conclusione presenta davvero ottime cose, molte delle quali non avrebbero sfigurato sul disco "standard", altre cose sono un po' meno imprescindibili (a che serve un auto-cover identica?) ma è davvero un bonus disc interessante.
Insomma ben tornato Steve e grazie per quello che hai dato e continui a dare a noi poveri genesisisti irrecuperabili e prog dipendenti.

martedì 1 novembre 2011

Steve Hackett - BEYOND THE SHROUDED HORIZON

© 26 settembre 2011
A 2 anni di distanza dal precedente Out of the tunnel's mouth, l'ex chitarrista dei Genesis sul finire di settembre ha pubblicato il suo nuovo lavoro: Beyond the shrouded horizon.
A differenza del lavoro precedente (piuttosto travagliato per via di problemi coniugali che hanno influito sulla composizione dei pezzi) qui Hackett torna in uno "studio vero" e la differenza si sente, non come qualità in se dei pezzi, ma come varietà degli stessi e possibilità sonore. Così ho subito acquistato la versione doppia, che oltre all'album standard possiede un cd bonus che contiene altri brani (quasi tutti strumentali) non imprescindibili ma molto interessanti.

domenica 30 ottobre 2011

Serie A 10> Inter vs Juventus 1-2 – ottobre numero 29, per i cartonati è già la notte delle streghe… bianconere

E così gli abbiamo purgati ancora, “la madre di tutte le partite” l’abbiam fatta ancora una volta nostra per estrema goduria gobba. Inter-Juve prescinde sempre da qualsiasi classifica e da qualsiasi condizione di forma, di solito in partite come queste vince chi è sfavorito, l’abbiamo visto in questi anni bui, perchè e la rabbia che ti spinge a dar qualcosa in più. Stavolta invece partivamo noi favoriti, con loro che per tutta la settimana mettono in atto l’ormai collaudato pianto preventivo per ottenere aiutini, con un cantante, ormai entrato in perfetto stile Inter, che si lamenta per i cinque rigori subiti in nove giornate, ignorando totalmente su quale panchina sedeva nella stagione 2007/2008, anno in cui subimmo lo stesso numero di rigori contro nelle stesse giornate… non mi pare si sia lamentato così in quell’occasione.

In poche parole le premesse non erano poi così positive e l’inizio del match sembrava confermarlo. Un Inter arrembante pareva voler rifarsi proprio contro la nemica storica, tanto che dopo il gol di Vucinic e il pareggio di Maicon veniva da dire: ecco, nulla di fatto. Invece alla fine di tutto Il principino batte il principe, che per l’occasione del gol lo guarda gioire dalla panchina. Poco dopo il cantante lo guarda anche entrare in area solo e cadere travolto da Castellazzi. Quasi si agita in po', ed in quell’attimo di secondo il suo cervello già inizia ad elaborare i mugugni per il sesto rigore in 10 (9) turni, salvo poi accorgersi che dovremmo esser noi a piangere, sbobinando quell’ormai famoso: “nel dubbio favorisci chi è dietro”. Meno male che il dio del calcio stavolta non aveva un impegno. Alla fine i castiga cartonati son sempre loro Vucinic (così come quando era alla Roma) e Marchisio, e noi godiamo come pazzi nell’andar a prendere questi tre punti in quel di Milano, vedendo i loro volti abbattuti e la loro classifica lacunosa, nel giorno di ottobre numero 29, con nel cuore la pazza speranza che doppio miracolo accada.

Godiamoci allora quest’altra settimana da capolista solitaria, ma sia chiaro che l’appunto è sempre lo stesso, troppi, troppi, troppi gol mangiati, e sofferenza che sa di crudeltà verso i tifosi, anche se si sa di star tenendo bene in difesa. Sarà perchè ancora non ci fidiamo di quella difesa?

mercoledì 26 ottobre 2011

Serie A 9> Juventus vs Fiorentina 2-1 – Come dominare soffrendo

Quel primo tempo sciupone gridava vendetta. Una Fiorentina dominata e assediata ma tenuta distante soltanto di un gol, mentre già aleggiava sullo Juventus Stadium il fantasma di Sabato scorso, la X che sa di croce. “l'icstoplasma”. Tanto più che le premesse sembravano tutte a favore del presagio, con loro che venivano da un pareggio simile al nostro, con un allenatore sulla graticola già ribattezzato MihajloviX, noi che dominiamo il primo tempo ma sprechiamo l’impossibile nella sagra del liscio e del mangio, loro che con il cambio di modulo sembravano aver trovato nel nuovo entrato Gilardino la chiave di volta, quasi che lo stadio pendesse verso la sud. Ecco perchè col nuovo vantaggio quasi si fatica ad esultare. Scottato dal Genoa Conte ha paura, tanto da rinunciare al suo credo offensivo per poter portare a casa una vittoria, qualunque essa sia. La Juve si rintana in difesa ed il resto è solo sofferenza, fino al 94’, quando quell’ultimo attacco di Gilardino nella nostra area ha fatto saltare tutte le coronarie bianconere. Per nostra fortuna, però le cose a volte vanno in maniera diversa e Gilardino cicca la conclusione.

Storia di come conquistare 3 punti sofferti facendo 14 tiri in porta contro 1. Chiaro che con questa canzone non si va molto lontano, il bel gioco deve sfociare in occasioni da rete finalizzate con più cattiveria, eccettuata la prima col Parma infatti, le nostre vittorie sono sempre state tirate per il collo anche se le si era ampiamente meritate. Speriamo di raffinarci un po' perchè è facile cadere in depressione da inconcludenza. Quel che di positivo si po’ dunque trarre rispetto allo scorso anno è il gioco, il possesso palla, il pressing asfissiante e le palle rubate sono tutt’altra cosa rispetto al subire l’avversario ogni partita, e se un piccolo sollievo morale si può trovare in queste sofferenze è il fatto che almeno usciamo a testa alta da qualsiasi risultato. Anche se la squadra sembra non sia ancora pronta per il Conte pensiero.

Matri è sempre più decisivo ma Vucinic e sempre più spaesato, la partita iniziava con una sola differenza rispetto a sabato scorso, Vidal, differenza che tutto sommato si è sentita in positivo. Bonucci si riguadagna in parte il perdono con quel gol, mentre molti di noi pensano al vero caso della settimana, Krasic in tribuna è in via di allontanamento o ritroverà la strada perduta? Ed Elia, avrà una chance? Quagliarella? Lo vedremo finalmente in campo? Nemmeno il tempo di porcele queste domande che già la “madre di tutte le partite” (per usare un termine caro a qualcuno) già si appresta all’orizzonte.

domenica 23 ottobre 2011

Serie A 8> Juventus vs Genoa 2-2 – Gli X-Men dicono addio alla vetta

Una settimana fa avevo lanciato l’allarme pareggite, oggi, dopo l’ennesimo pareggio, penso che la vetta sia definitivamente sfumata. Perchè chi aspira a tanto non può perdere tutti questi punti, perchè il cammino prossimo venturo è costellato di match durissimi (Fiorentina, inter, Napoli, Palermo e Lazio) e perchè non abbiamo ancora assaggiato l’amaro della prima sconfitta. Anche se non credo che questa squadra possa ancora ambire a tale obbiettivo, avrei voluto vederla prima in solitaria, anche solo per un turno. Non è stato così e a mio parere non lo sarà più, anche se spero con tutto il cuore di sbagliarmi. Vedere quell’immenso gruppone da un lato accresce questo rimorso e da un altro ti da la coscienza che al prossimo passo falso ci ritroveremo nel baratro. Pensare che le milanesi erano così in basso, anche se tutto ancora era in divenire, un po' disturba.

Purtroppo anche quest’anno non potremo prescindere dai guai di un mercato “strabico” che ha puntato gli occhi solo sull’attacco e il centrocampo, ignorando il vero cruccio di questa squadra. Mi perdoni Marotta se con questa analogia sono stato poco politicamente corretto nei suoi confronti, ma lo si è visto ieri. Due uomini ieri ci hanno affossato e tanto per cambiare quei due uomini rispondono ai nomi di Chiellini e Bonucci, e mentre in attacco tutto si sarebbe potuto risolvere con una tirata d’orecchie a Vucinic, per la sua opaca prestazione, grazie all’exploit di Matri, in difesa il solito colapasta ci zavorra e non ci fa volare (come titolava oggi il corriere). Non esente da colpe persino Storari, che avrebbe dovuto non farci rimpiangere le uscite di Buffon (in campo e fuori) e così capita che prendi gol proprio da uno come Caracciolo che di solito ne mangia una tavolata intera.

Qui ora non si tratta di lavorare alla Gazzetta, dove gufi lo sono di professione, so che non l’abbiamo persa la partita, ma come ha detto anche Conte sarebbe stato meglio perderne una in più se si fosse vinta almeno una di quelle pareggiate. Si tratta cioè solo di constatare i fatti e di pretendere risultati invece di illudersi ancora per un altro anno. Poiché se non siamo da scudetto vorremmo almeno lottare per la Champions… chiediamo troppo?

venerdì 21 ottobre 2011

THIS MUST BE THE PLACE – Paolo Sorrentino

Quando capita che ci sia molto da dire o ci si blocca o non si sa da che iniziare. Dalla fotografia? Dalla colonna sonora? Dalla sceneggiatura? Innanzitutto mi aspettavo di peggio, ero un po' scettico sul fatto che il binomio rockstar anni 80-Sean Penn potesse funzionare davvero, invece vedendolo ho capito come lo stesso Penn possa essere stato folgorato da Sorrentino...
…"qui nessuno lavora più, tutti fanno qualcosa di artistico…", dice Cheyenne in un bar al tatuatore tatuato. Lui invece sta cercando di fare il percorso inverso, un'involuzione basata sulla sostanza, che lo porti ad uscire dal guscio di una vita ibernata all'infanzia.

Lui, vecchia Rockstar ormai ritirata e fuori moda, per far questo dovrà affrontare il passato e porsi domande che non ha mai voluto farsi. Ed  proprio come una statua di ghiaccio che si muove per il mondo, col cuore freddo nel tentativo di capire cosa sia quella cosa che "lo disturba", quel raggio caldo che timidamente tenta di aprire una breccia e che nel farlo “smuove” e fa male, come usare di nuovo un muscolo rimasto fermo da molto tempo.

Truccarsi il volto serve allora sia per coprire il pallore di una figura cadaverica che per nascondere l'età, e con lei tener lontana la morte... Già, proprio quella morte che tanto ha evocato in vita, forse per anestetizzarsi nell’attesa di essa o credere di averla già superata, perchè in realtà ne ha una paura fottuta.
Da quest'analisi si può dunque capire a ritroso cosa creò quel movimento dark che vide tra i suoi maggiori esponenti Robert Smith dei Cure, da cui totale ispirazione trae il personaggio del film persino nello pseudonimo che usa nel suo viaggio. E’ dunque un film che tocca le corde del sensibile questo This Must Be The Place, con una splendida fotografia e un grandangolo straordinario, oltre a una colonna sonora magnifica che offre il cameo di David Byrne dei Talking Heads. Un film musicale dunque (non un musical) che del viaggio (spirituale e sonoro) ne fa una ragione di sceneggiatura. Ogni dialogo sembra studiato per accordarsi a tale arte, con frasi che ben descrivono la poesia di questa vita. Un film catalogato come drammatico ma che non si piange addosso, come han fatto altre collaborazioni Italia-Usa (vedi Muccino), con un’ironia sottile e pungente come la strana risata del protagonista.

Sorrentino testimonia ancora una volta che c’è del talento in questa terra, anche se questo talento il più delle volte è costretto ad emigrare e a sposarsi con il cinema americano per poter essere apprezzato e notato.

domenica 16 ottobre 2011

Serie A 7> Chievo Verona vs Juventus 0-0 – Vertigini da alta classifica

L’intera serie A soffre di vertigini, nessuno vuol restare solo in vetta, e dopo la sconfitta del Napoli di ieri non siamo da meno noi e l’Udinese, l’unica che ci guadagna e il Milan che quatto quatto si avvicina. Il risultato è un polpettone, tutti nel gruppo con nessuno che tira la volata, sintetizzato ottimamente da una domenica in cui si sono segnati solo due gol e tutti nella stessa partita e dalla stessa squadra (il Bologna, fino ad ora ultimissimo a 1 punto)

Dopo sei partite ancora nessuna sconfitta, ma già tanti pareggi. Quando si inizierà a far sul serio e i gufi della rosea cominceranno ad avere ragione, circa durezza dell’inverno, rimpiangeremo i punti lasciati per strada. Sempre la stessa musica, quella del “poteva essere e non lo è stato”, con noi insieme agli altri mentre potevamo approfittare del fatto di chiamarci Juventus per staccarli, proprio ora che la serie A si è livellata. D'altronde la strada è ancora lunga, e la nostra parte del cervello non legata ai sogni ma alla razionalità deve rimanere in allerta.

Partiamo con la stessa formazione anti-Milan, ma forse non ricordiamo di averla spuntata sul Diavolo con due gol fortunosi di Marchisio (un centrocampista) e che le punte erano state inconcludenti. Scarso peso offensivo che si è visto anche oggi, sia con Vucinic solo in avanti che con Del Piero (non in giornata eccettuata quel palo su cross di Pepe). A differenza dello scorso anno, quando subivamo sempre l’avversario, quest’anno il gioco complessivamente si vede. Ottimo il pressing che ci porta a rubare molti palloni e a far sentire il nostro fiato sul collo dell’avversario, ma ci vuole più cattiveria sotto porta. Un po' meglio la difesa (speriamo bene) che ci consente di subire molto meno.

Il più grande rimpianto rimane Krasic, ormai con la dieghite acuta, pensando a come in molti l’avevano già eletto il nuovo Nedved, e non solo per la sua somiglianza fisica, mentre si registra la prima sgroppata di Estigarribia (senza voto), finora sconosciuto agli juventini della domenica e usato dai più esperti per darsi un tono sui primi: “Perchè non convoca mai Estigarribia?” – “Estigachi?”

martedì 4 ottobre 2011

DRIVE - Nicolas Winding Refn

Ci sono film che promettono tanto (effetti speciali, trama originale, colpi di scena) e mantengono ben poco ed altri che invece, pur non risultano originalissimi e presentando una trama già sentita, riescono a catturare lo spettatore. Drive appartiene alla seconda categoria: se infatti da una parte tutto sembra quasi già visto, è il come il film lo racconta che rende il tutto interessante.

Lo stile visivo (i titoli di testa e di coda soprattutto) fa molto anni '80. Le musiche davvero azzeccate accrescono ulteriormente questa sua caratteristica, tanto che a tratti, nei momenti più romantici, sembra di essere in un teen movie di quegli anni, salvo poi (ed è questa la cosa migliore del film) ritrovarsi all'improvviso in un'esplosione di violenza splatter e inaspettata, proprio come in quella scena che si potrebbe intitolare "dammi un bacio prima di pestarlo a morte".

E proprio in questo contrasto tra dolcezza e violenza che il film sfodera la sua arma migliore, dove anche i piccoli barlumi di speranza vengono spazzati via dalla violenza e dalla vendetta.

Drive è quindi un noir metropolitano, spesso molto dark e cupo, con molti sguardi e poche parole, con spunti di regia davvero ottimi (e a Cannes se ne sono accorti) e con una fotografia meravigliosa.

Tutto questo contribuisce a renderlo un film da vedere, anche se all'inizio ci sembrerà quasi un remake aggiornato del bellissimo Driver di Walter Hill. Quasi sempre l'atmosfera e lo stile servono molto di più dell'originalità e degli effetti speciali.

lunedì 3 ottobre 2011

Serie A 6> Juventus vs Milan 2-0 – e stasera la vetta e “solo” bianconera

Tanto tuonò che piovve, e benedetta acqua se per tutta la partita si pensava finisse come col Bologna, col bicchiere un terzo pieno e una nuova diagnosi: pareggite acuta. Alla fine invece ne usciamo vincenti oltre che convincenti, con l’esclusiva sulla sorte, che ci toglie gol già fatti e ci da zampata fortunata di Marchisio e papera di Abbiati. tra le mura dello Juventus Stadium il diavolo sembrava in chiesa, annichilito e schiacciato mostrava stanco la lingua.

Meno male bisogna dire, mancavano soltanto tre minuti e sembrava che il Milan l’avesse sfangata. Barricato in difesa per tutta la partita non impegna mai Buffon, ma sghignazzante si stava avviando a conquistare il suo punto dorato, mentre tutta quella scarsa cattiveria in attacco era un film già visto. Prima Vucinic, poi Vidal, poi lo stesso Marchisio erano già sulla graticola, e in verità il risultato non cancella i loro errori sotto porta. Stavolta invece il finale è stato diverso e ne possiamo ben gioire, guardando le milanesi così in basso, coi cartonati arrabbiati e sbraitanti per gli errori arbitrali pro Napoli, rimanendo in vetta almeno per 15 giorni assieme ad un’altra bianconera, l’Udinese.

E d’obbligo continuare a ricordare, così come ben stanno facendo i ragazzi, che la strada è lunga e chi si loda si imbroda. L’abbiamo visto lo scorso anno, le abbiam date alle grandi e le abbiam prese dalle piccole anche perchè ci siam ubriacati di vittorie nei big match. Oltre a pensare alla nostra massiccia prova ricordiamoci quindi che il Milan è stato poca cosa anche per suoi demeriti (demeriti evidenziati anche dalla loro posizione in classifica) e che alla prossima andiamo fuori casa da quel castigamatti di un Chievo. Riusciremo a far nostre anche queste gare fuori dallo sfarzo dei riflettori?
Intanto però stasera la vetta è solo bianconera.

domenica 25 settembre 2011

Serie A 5> Catania vs Juventus 1-1 – Impantanati

Comunque fosse andata al 90’ non avrei cambiato il mio parere su ciò che ho visto, ritorna infatti la brutta Juve degli ultimi due anni e fa cadere dal pero un po’ di illusi. Dopo il pareggio col Bologna sapevo che avremmo lasciato per strada qualcosa. La Juve è come l’oroscopo e se guardi il quadro d’insieme t’accorgi che, come anche negli anni scorsi, se manchi la testa solitaria difficilmente la raggiungi nelle occasioni successive, ed in generale se inizi a perdere pezzi per strada non ti fermi a raccoglierli ma contini a perderli.

Sempre lo stesso cruccio, difesa ballerina e attacco mangia gol sono dunque i famosi mal di testa di questa squadra. Vedere quelle palle perse in difesa in modo così vergognoso ti ricordano che mercato lacunoso si è fatto quest’estate. Con tutti quei soldi di nuovo spesi in una marea di giocatori medi ma nessun difensore comprato eccezion fatta per Lichtsteiner, che non è un centrale (zona che soffre) ma un esterno. Non ci si meravigli quindi di subire così in difesa. Ma in generale tutti sono sembrati annaspare nel diluvio di Catania e solo grazie a quella papera del loro portiere abbiam portato a casa un altro punto.

Gli esterni Elia e Krasic non spingono e non saltano come si deve e quando Krasic va in azione centrale solitaria pecca di egoismo. Ma anche Vidal e Marchisi gettano alle ortiche gol già fatti che potevano significare addirittura vittoria (per quanto immeritata). Col Catania così arroccato in difesa poi, non si poteva chiedere a Matri di vivere da solo in attacco (un appunto di valutazione a Conte)

Dopo il pareggio di Torino col Bologna s’era parlato di bicchiere un terzo pieno, si guardi oggi questa partita con l'ottica di quella e vi vedrà che sono due risultati bugiardi al ribasso. Avessimo infatti vinto quella e persa questa saremmo stati primi a 9 punti. Al di la di semplici valutazioni ipotetiche bisogna rilevare che le prossime gare non potranno che essere sempre più lontane dai sogni di gloria iniziali, perchè le sfide ora si fanno serie, in un campionato ancora in fase di assestamento..

giovedì 22 settembre 2011

Serie A 4> Juventus vs Bologna 1-1 – la storia del bicchiere un terzo pieno

Un tempo, coi due punti per vittoria, si sarebbe aperta la discussione: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Nell’epoca dei tre punti il dilemma non si pone: stasera il bicchiere è un terzo pieno.

Per inciso l’anno scorso in dieci col Bologna (e non solo) abbiamo perso, quest’anno, grazie al calore del campo e alla forma del momento, in dieci (tranne per l’errore sul gol) abbiamo addirittura dominato e solo per sfortuna non siamo andati in gol più di una volta. Il pareggio dunque ci sta stretto, tanto più stretto se si butta un occhio alla classifica e vedendosi in testa in compagnia si sarebbe voluto passare la notte da soli. Prendi Mazzarri, sconfitto ancora una volta dalla sua bestia nera Chievo, dopo gli elogi ricevuti in seguito alla bella vittoria di Domenica col Milan, ha detto: “meno male così facciamo un bagno di umiltà”. Se le acque autunnali di Torino stasera fossero state più calde ne avremmo goduto un po' anche noi. Il Bologna visto oggi infatti merita la B per il gioco espresso, ne gioverà purtroppo l’Inter la prossima. tanto più che fino ad ora abbiamo giocato solo con piccole squadre senza perciò affrontare esami che altre hanno già superato.

C’è di buono però la prestazione offerta in inferiorità numerica, da buttare invece l’ingenuità di Vucinic su secondo fallo da giallo e l’errore cooperativo De Ceglie-Chiellini sul pareggio. Il discorso dell’arbitro invece è storia a parte. Quante volte si è visto in serie A un’espulsione a comando, influenzata dalle proteste? della serie: quando la mancanza di attributi e fermezza sulle decisioni è più grave dell’errore che si stava per fare.
Non voglio dunque analizzare la prestazione dei singoli, anche se ci sarebbe da fare qualche appunto, ma voglio risparmiare le energie per questo bagno d’umiltà, una bella nuotata notturna che serve a dirci che davvero non bisogna montarsi la testa e pensare invece a non affogare… di nuovo.

domenica 18 settembre 2011

Serie A 3> Siena vs Juventus 0-1 – Fulmine Matri nel cielo variabile

Dopo i fuochi di artificio dell’inaugurazione dello stadio e il battesimo a calcio champagne col Parma, esordiamo in trasferta con la maglia Hello Kitty sapendo che bisognava smaltire la sbornia ed affrontare le cose seriamente. 

Lo si è visto oggi a Siena, mai cullarsi sugli inizi scoppiettanti. Le due squadre, partite tatticamente speculari, si sono poi distinte sotto il profilo della tecnica. Il Siena sfoggia una buona difesa ma pecca in attacco e nell’ultimo passaggio, noi facciamo pressoché la stessissima cosa, eccettuato per quell’affondo Giaccherini-Vucinic-Matri che ci è valso il gol. A dimostrazione del fatto che poteva essere benissimamente un pareggio. I deboli attacchi dei fucsia stellati si infrangono su un Siena attento e chiuso, l’impalpabile Vucinic fa giusto in tempo a fare quell’assist vincente a Matri per poi accomodarsi in panchina a bere. Persino l’ottimo Pirlo arriva in fondo al match con lingua lunga e fiato corto. Giaccherini ancora non si nota (tranne quella sgroppata sul gol), speriamo che il mio pregiudizio nei suoi confronti possa mutare coi fatti.
Ma quanto è lunga ancora la via? Molto si deve fare e bisognerebbe non leggere i giornali domani. Al di la degli elogi infatti non abbiamo ancora i 90’ minuti nelle gambe e abbiamo superato soltanto (con rispetto parlando) due squadre che lotteranno per la salvezza. Prendiamo ad esempio quella papera del ridente Buffon, per poco ora qui avremmo dovuto parlare d’altro e gioire meno. La vittoria arriva con un lampo in un cielo variabile. Meglio per noi stavolta.
Aspettiamo dunque sfide più ostiche e aspettiamoci avversari progressivamente più agguerriti, a partire da mercoledì con un Bologna a 0 punti, come reagiremo alla prima partita dopo tre giorni? Ecco quale deve essere il nostro esame. Prendiamo questi tre punti e mettiamoli in cascina per l’inverno.

venerdì 16 settembre 2011

SUPER 8 – J.J. Abrams

Steven Spielberg lo conosciamo tutti, J.J. Abrams (Lost, Fringe) quasi. Per questo il progetto Super 8 era già da molto tempo atteso con un certo interesse dai fans di entrambi. Il film, lungi dall'essere un capolavoro è l'esatta fusione del modo di fare cinema di entrambi: l'anima buonista e fantasiosa di Spielberg unita al mistero e alla tensione che Abrams ha saputo creare in Lost ad esempio (il mostro, per larga parte del film non si vede, un po' come l'origine del famoso fumo nero del telefilm).

Anche se il film è ambientato nel 1979, alcune citazioni e modelli (E.T. Goonies) lo rendono più affine a certi prodotti degli anni '80, per questo se visto con gli occhi di oggi spesso può apparire forzato e con una sceneggiatura non proprio ad orologeria, anzi. Le critiche però non tengono conto del fatto che anche i film citati da questo Super 8 usufruivano delle stesse concessioni, delle stesse forzature, della stessa ingenuità (Explorer per me, banalità o non banalità resta un grande film).

Un E.T. oggi sarebbe improponibile, fa parte di un modo di fare cinema che oggi non c'è più, un film del genere farebbe sicuramente sorridere in alcuni frangenti, eppure è (giustamente) uno dei must della fantascienza di tutti i tempi.

Se c'è una critica che quindi appare un po' fuori luogo è proprio il fatto che Super 8 appaia a tratti un po' ingenuo e buonista: chi ha visto da piccolo i Goonies, Navigator, E.T, Explorer non cercava certo il politicamente scorretto, anzi cercava di viaggiare con la fantasia, cercava film avventurosi che facessero sognare. Chi non è cresciuto in quegli anni quindi è difficile che ne risulti affascinato, che ne sia stato catturato. E' qui la principale critica che si può muovere ad un film come Super 8: se i riferimenti restano e sono dei prodotti tipicamente anni '80, con tutti i loro pregi e difetti, questo Super 8 per quanto sia riuscito nel rievocare certe atmosfere, resta pur sempre un prodotto nostalgico e riservato ad un certo tipo di pubblico (difficilmente un ventenne di oggi si sarà fatto catturare da qualche "ottimo" effetto speciale), è pur sempre un film del 2011. Non se ne vedono molti di omaggi di questo tipo ultimamente, ma resta pur sempre "solo" un omaggio (mentre ad esempio un Donnie Darko funziona anche su altri fronti).

Per quanto riguarda gli attori, molto bravi i ragazzini che sono riusciti a calarsi molto bene nella parte (soprattutto i due protagonisti principali, tra i quali l'unica con un certo curriculum la sorella minore della spielbergiana Dakota Fanning) e ad essere credibili.

La sceneggiatura come si è detto non è proprio perfetta, e l'originalità non è proprio il punto forte (le bmx, l'esercito cattivo, l'alieno...), ma il film non se ne cura affatto, anzi è proprio su questo continuo deja vu che punta più di tutto (azzeccata l'idea di inserire le locandine di film come Halloween o Star Wars).

Su tutto spicca il divertentissimo cortometraggio finale ad opera dei ragazzini, che inquadra perfettamente l'intento del film e chiude il cerchio perfettamente.

In definitiva un film forse soltanto più che discreto, che però ha un fascino molto particolare. La nostalgia è una brutta bestia, "non si esce vivi dagli anni '80".

Voto 8-



domenica 11 settembre 2011

Serie A 2> Juventus vs Parma 4-1 – La piccola vendetta bianconera… di proprietà

Dopo un estate di veleni, che inasprisce i pessimi sentimenti verso i nostri nemici cartonati e prescritti, preceduta da una stagione avida di soddisfazioni, torna il campionato con la partita che “virtualmente” aveva chiuso lo scorso. 4-1 come allora ma stavolta il tabellone si è capovolto. Possiamo così chiamarla “La piccola vendetta bianconera”, parafrasando il titolo di quel capitolo del libro Cuore, che i piemontesi studenti del D’Azelio dell’epoca non potevano non conoscere. Il cuore c’è stato anche in campo, nel primo match ufficiale dello stadio più invidiato d’Italia (visto i bambineschi commenti degli avversari), nella prima del capitano Conte sulla panchina, quasi volessero dirci: “ve lo dobbiamo!”

Quel che più s’è potuto apprezzare in quest’esordio è stata proprio la nuova impostazione tattica basata sul possesso palla e sul pressing asfissiante, sull’intenzione di non voler gettar palla o di perderla per strada come fatto negli ultimi anni. Chiaro che la strada non è che è lunga, non è ancora iniziata! Che anche se oggi gli elogi si sprecheranno ogni buon tifoso deve essere cosciente che partiamo dall’handicap di una campagna acquisti fatta solo solo di proclami e fumo, che alla fine della fiera ci consegna una squadra sovrabbondate in attacco (dove non c’erano grandi problemi) e con la stessa difesa che lo scorso anno faceva passare tutti ad eccezione del finora ottimo Lichtsteiner. Una cosa che potrebbe pagare Conte è proprio il  suo personalismo, quello che gli fa rifiutare Lugano e cacciare immeritatamente Zigler il quale, come la provincia BAT, non fa in tempo a insediarsi che deve già preparare biglietto e valige.

Aggrappiamoci allora a questa prima, sperando che il buon giorno si veda dal mattino (o dal buon pranzo vista l’ora), prendendo la buona prestazione di Vidal e gli ottimi gol visti con lui e Marchisio, sperando che Giaccherini non sia quello visto oggi, che gli arbitri della FIGC non ci annullino più gol regolari come quello di Matri e che non si rimanga ancora una volta in 10 con un rigore contro e un gol al passivo, cosa questa che reintegra il rinnegato Grosso contro il Siena. Facciamo in modo dunque di non dover arrivare a reintegrare Amaro Amauri perchè significherebbe essere messi male

lunedì 8 agosto 2011

L.A. NOIRE–Team Bondi, Rockstar Games

Atteso da tanti anni e dopo decisioni tribolate il tanto atteso ultimo videogame sfornato dalla Rockstar (in realtà da Team Bondi, ma questa è un'altra storia) ha visto la luce nel maggio di quest'anno. Il gioco, grazie anche ad un innovativa tecnica di animazioni facciali ha stupito tutti fin dai primi trailer circolati nei mesi che hanno preceduto la sua uscita, facendo subito presagire che sarebbe stato il gioco dell'anno e che di sicuro non avrebbe fatto rimpiangere quel capolavoro che va sotto il nome di Red dead redemption.
Il gioco però (a parte evidenti scelte legate alla natura semi-freeroaming del videogame) è diversissimo dagli altri titoli sfornati in questi anni dalla rockstar, e anzi ha un approccio opposto a Gta: l'azione in questo caso non è necessaria, anzi è del tutto superflua (e a dire la verità meno entusiasmante), l'umorismo è del tutto assente, la sensazione di poter fare tutto quello che ci pare e piace non si prova mai, nemmeno per un momento, il gioco mantiene una sua struttura "realistica" e non si discosta mai da quella.
Se proprio si vuole fare un paragone quindi va fatto con giochi come Heavy rain, che mantengono al centro di tutto la storia e le scelte dei protagonisti, anche se in quel caso entrambe erano sviluppate decisamente meglio.
Le decisioni vanno ponderate, le espressioni interpretate (e non sempre la prima impressione è quella esatta, anzi il gioco stesso prova gusto spesso a sviarci e prenderci per i fondelli).
La recitazione dei protagonisti (quasi ci si dimentica che sono dei personaggi di un videogame, visto che sono praticamente identici alle loro controparti reali) è magnifica, sicuramente la cosa migliore del videogame, la grafica (seppur con dei difetti) non è niente male (vista la vastità dello scenario), la storia è interessante (anche se diluita un po' troppo e relegata in secondo piano almeno fino ad un certo punto), l'atmosfera è azzeccata, l'innovatività della struttura di gioco farà storia, ma purtroppo il gioco non riesce a bissare il capolavoro con protagonista il caro John Marston.
Cole Phelps è meno carismatico (anche se la cosa è voluta), la storia è buona ma avrebbe meritato un maggiore approfondimento (alcune scelte sembrano dettate dalla fretta), la vastità e l'accuratezza della città avrebbero meritato maggiore "coinvolgimento".
Insomma i difetti ci sono. Eppure L.A Noire, nonostante sia un gioco controverso (o lo sia ama o lo si odia) è un esperimento sicuramente riuscito e coinvolgente, che sa dare soddisfazioni, soprattutto a coloro che vi si immergeranno e lo assaporeranno con calma, un caso alla volta e con la giusta meticolosità.
Red dead redemption è lontano, ma L.A. Noire non cerca un improbabile confronto, anzi ridefinisce molti parametri videoludici. E non è poco.
Voto 8

domenica 22 maggio 2011

Serie A 38> Juventus vs Napoli 2-2 – avete fatto tredici…

Una volta fare tredici poteva voler significare anche il cambio di una vita, una vincita che ti sistemava, anche grazie ad una minore inflazione. Oggi invece, nell’era dell’impopolare 14, anche la Juve fa tredici, come il suo numero di pareggi totali in questo campionato.

Ultimo giorno di scuola in una classe piena di bocciati e ultimo in questa scuola, la testa di tutti era altrove e solo in pochi capivano che di fronte c’era l’odiato Napoli. Forse per molti può vuol dir poco, per alcuni invece tanto e alla fine otteniamo l’effimera consolazione di non perderci in casa, anche se quest’anno in casa e come se non ci avessimo mai giocato. Numeri impietosi e al dir poco vergognosi, per gli occhi degli abbonati, tra le mura amiche. Il bilancio era sul tavolo già da mesi ma la fine non ne voleva sapere di arrivare. Con “el farfuglia” (Del Neri) messo alla porta già in settimana, la UEFA irraggiungibile e la testa già al mare, stasera è andata in scena uno spettacolo per pochi, quelli che rimangono aggrappati alla squadra nella buona e nella cattiva sorte, ma che masochisticamente la contestano e si rodono il fegato, vedendo un altro anno disastroso, sentendo gli scherni di chi prima ti spara alle spalle e poi infierisce sul cadavere. Così mestamente tiriamo un sospiro di sollievo perchè è finita, ricordandoci che il tempo si è fermato allo scorso anno, anche se nel cuore c’è quella rabbia che ti vorrebbe far passare in fretta il tempo per ricominciare tutto da capo.

Ma il futuro con la F maiuscola è ancora lontano, contrastato dalle sirene ingannatrici di certi giornali che illudono chi non lo meriterebbe. La realtà ad oggi invece ci dice di riposarci la mente (tifosa) perchè le premesse non dicono che il prossimo sia un anno migliore di questo. Conte? Vedremo, ma sulla carta e a mio parere non lo vedo così esperto. Forse l’ennesimo traghettatore di questo fiume che sembra un oceano, con l’altra sponda sempre più lontana. Ad ogni modo così come scrissi lo scorso anno, le parole le porta via il vento e noi tifosi bianconeri vogliamo ormai solo fatti, anche se dovessero arrivare Ronaldo e Messi le somme dovremo tirarle solo alla fine della prossima stagione.

martedì 17 maggio 2011

Bioshock – 2K Games

Ci sono giochi che pur appartenendo ad un genere che ami finiscono per deluderti (Forbidden siren, ad esempio, osannato da tutti, ma a tratti ingiocabile, e pieno di magagne) e altri che trovi meravigliosi, pur facendo parte di un genere videoludico che proprio non ti va giù. Gli FPS non mi sono mai piaciuti, a tratti li trovo addirittura odiosi per vari motivi:
- la visuale in soggettiva, soprattutto quando devi muoverti velocemente, dopo pochi minuti mi dà la nausea
- le campagne in singolo durano meno di un vantaggio della Juve di quest'anno
- il multiplayer è bazzicato da simpaticoni che utilizzano trucchi, fanatici del "posto fisso" (mi metto qui e chiunque passi è morto), super smanettoni che ti killano a ripetizione senza farti nemmeno capire come hanno fatto...
- Sono quasi tutti uguali, con la grafica pompata e la sceneggiatura di un cartone animato di Topo Gigio (a parte ovvie eccezioni)
Ecco perchè cerco sempre di tenermi alla larga da tali giochi, e ultimamente per avvicinarmi al genere vado a pescare quei capolavori ibridi, ai limiti del Gdr (genere anche lui che non mi fa impazzire, ma che se ben gestito sa dare soddisfazioni) o dell'avventura, dove gran parte del tempo lo passi a cercare di capirci qualcosa della trama o a migliorare il più possibile il tuo personaggio.
Fallout 3 sotto questo versante mi colpì molto, davvero un gioco ben fatto, pieno di pecche che però lo rendevano ancora più affascinante.
Sarà per la copertina, sarà per l'ambientazione (luoghi in rovina), sarà per l'essere ibrido allo stesso modo, questo Bioshock mi ha sempre dato l'idea di essere un po' il cugino di Fallout 3, allora perchè non riprovarci? Certo, qui lo spara spara è molto presente, non ci sono scelte di dialoghi come nei GDR, non siamo in un universo tutto da esplorare ma siamo guidati nel nostro percorso, ma in fondo che ci frega. Ancor più che in quel caso già dalle prime battute ti accorgi che deve essere un capolavoro; a cominciare da una trama particolare e niente affatto banale, un approccio piuttosto tattico ai combattimenti, un'attenzione certosina ai dettagli, un atmosfera più unica che rara in un videogame...
Bioshock è in fondo una metafora sulla sete di libertà, o più precisamente una riflessione sul libero arbitrio, dove ciò che accade non è mai come sembra (presenta uno dei colpi di scena più famosi in ambito videoludico) e dove non ci sono eroi (forse). Improvvisamente ti scordi di giocare ad un FPS (e in fondo ancora dubito che lo sia davvero) e ti lasci trasportare, fino all'atteso finale. Il finale, ecco, se c'è un'altra cosa che odio di molti giochi è il doppio finale, dove con un breve filmato ti si dice che tutto va bene, e con un altro (se fai altre scelte) che tutto va male (e purtroppo in un certo senso qui siamo in quel tipo di videogiochi). In pratica con un filmato di 2 minuti si esprime tutto e il contrario di tutto rispetto a quanto visto in precedenza. Se non altro, comunque, almeno uno dei finali è decisamente coerente e migliore di quelli di Fallout 3.
Insomma il gioco è vecchiotto ma va giocato, perchè è in grado di esprimere al meglio le potenzialita di un mezzo d'intrattenimento accusato di essere ancora "poco cresciuto".
Dategli una possibilità, se potete, "per cortesia"
Voto 9