lunedì 31 dicembre 2012

Col senno di POI - Un anno di Poi Si Risolve [edizione 2012]

Man mano che si cresce si è sempre meno propensi a considerare un bene gli anni che passano, sia perchè vanno a togliersi agli anni che restano sia perchè si va verso l’ignoto. Non è infatti tutto da buttare il passato, per quanto possa esser brutto, noi invece cosa ci lasceremo dietro?
Per noi tifosi della vecchia signora è stato infatti un anno intenso e ricco di soddisfazioni, con i cori “Siamo noi siamo noi…” accennati a mai finiti quando iniziavamo a renderci conto che questa squadra, al di la di ogni previsione, era davvero forte, ma non volevamo ancora pronunciare quella parola. Un anno iniziato e conclusosi nel segno dell’Atalanta, sul cui campo all’inizio del 2012 conquistavamo il titolo d’inverno. E dopo aver coronato il sogno conquistando il nostro trentesimo scudetto sul neutro di Trieste contro il Cagliari, trovarsela di nuovo di fronte nella partita finale in cui la gioia per la celebrazione casalinga dei neo campioni d’Italia si scontrava con la commozione per l’addio alla Juve di Del Piero, in una partita già leggendaria. La prima delusione, la ciliegina Coppa Italia mancata una settimana dopo aver divorato la torta scudetto, seguita dalla prima vendetta, la conquista della Super coppa Italia a Pechino ancora contro il Napoli. Per tornare a conquistare di nuovo il titolo d’inverno ancora, manco a dirsi, contro l’Atalanta. Un anno solare in cui abbiamo conquistato 94 punti, superando il record della Juve di Capello del 2005 e quello dell’Inter di Mancini del 2007. Da registrare anche il ritorno all’emozione europea nella partita vinta strapazzando i campioni d’Europa in casa del Chelsea.
In mezzo, un estate vissuta a seguire le vicissitudini calcistiche di una Nazionale che si ferma sull’ostacolo finale di una fortissima Spagna.
Sul Versate musicale abbiamo parlato a giugno dell’uscita di A Life within a day, la collaborazione del duo Squackett, al secolo Chris Squire e Steve Hackett (album del quale pubblicammo anche i testi con traduzione). Il chitarrista attivissimo in questi ultimi mesi è riuscito a pubblicare nell’anno solare anche un album in proprio, Genesis Revisited 2, omaggio alla sua vecchia band, avvalendosi della collaborazione di guest star eccellentissime del panorama rock e giovani leve (Simon Collins, Steven Wilson, Nick Kershaw, Neal Morse, Steve Rothery, e molti altri). Il 2012 ha visto anche il gradito ritorno dei Marillion con Sounds that can’t be made, album che ha riscosso pareri positivi ed è piaciuto molto anche a noi, grazie al ritorno a soluzioni musicali più prog abbandonate nei due album precedenti.
Il 2012 cinematografico è stato segnato sicuramente dal ritorno di Peter Jackson e dell’immaginario tolkieniano della Terra di Mezzo, con il piacevolissimo lo Hobbit, film non perfetto ma sicuramente affascinate e gustoso per i fan della saga. Per una saga che comincia nel 2012 un’altra è finita proprio quest’anno: parliamo di The dark knight rises, ultimo film della trilogia batmaniana di Christopher Nolan. Il film ha diviso e ha avuto giudizi controversi, a noi è piaciuto un sacco: è una conclusione degnissima e coraggiosa di una delle opere migliori del regista britannico (che a parere di chi scrive non ha sbagliato un film finora). Tra i graditi ritorni abbiamo apprezzato anche quello del “vecchio” William Friedkin col suo Killer Joe, film di certo “duro”, imperfetto, per pochi, a tratti strafottente, ma che ha mostrato un ottima prova attoriale di un McConaughey sugli scudi. Meno riuscito invece il ritorno di Ridley Scott con un film ancora più controverso (quello che ha diviso di più in assoluto nel 2012), quel Prometeus che pur non dispiacendoci ha mostrato notevoli lacune (soprattutto dal punto di vista della sceneggiatura) assieme a indubbi pregi sul versante della resa visiva.
Tra le sorprese cinematografiche dell’anno spiccano l’opera prima di  Seth MacFarlane, Ted, divertentissima e sboccatissima commedia simil-Griffin, la consacrazione di Ben Affleck come regista (l’ottimo Argo) e il sorprendente 7 psicopatici, seconda regia di Martin McDonagh (forse il preferito del sottoscritto nell’anno solare). A Natale ci siamo visti Tutto tutto niente niente, il ritorno di Albanese, film vedibile e godibile, anche se decisamente inferiore al primo film.
Infine sul versante videoludico come al solito abbiamo preferito giochi “vecchiotti”, abbiamo dedicato poco tempo a questo versante rispetto altri anni, ma è sicuramente degno di menzione un ottimo titolo del 2011 (ma giocato quest’anno): Deus Ex –human revolution, gioco profondo sia come meccaniche di gioco che sotto il profilo della trama e delle implicazioni, sicuramente il miglior titolo giocato quest’anno.
BUON 2013 A TUTTI!

sabato 22 dicembre 2012

Serie A 18> Cagliari vs Juventus 1-3 – La fine del mondo siamo noi


La vigilia di questa partita era stata ampiamente intossicata dal sempre più delirante Cellino, che dopo aver regalato 3 punti alla squadra di Bohemian Rhapsody si lamenta perché non può giocare la partita su suo campetto inagibile da più di un anno e di questo da’ la colpa a chi? A noi. Spara al bersaglio grosso il drittone, come se a decidere su queste cose fosse la squadra che gioca in trasferta. Ve lo immaginate? Sull’autostrada da Torino a Parma, Marotta riceve una telefonata in spiccato accento Sardo: “Pronto Cellino sono, ora ora dal sindaco vengo, la proroga… prorogata è stata, per favore a giocare qui venire potete?” Ma roba da matti! Direbbe Beppe Grillo, la serietà dov’è? Lo sa Cellino quanti dei nostri tifosi han pagato biglietti aerei di andata e ritorno per Cagliari per vedere questa partita? Chi ci ha perso? E poi parla addirittura di campionato falsato. Falsato sarà il tuo cervello.

Non potendo averla vinta, come un bambino offeso invoca il Dio del calcio che ci metta lo zampino, ma sembra più una maledizione. Maledizione che sembra aleggiare per tutta la partita. Alla partenza qualcosa pare non girare per il verso giusto. I timori di un possibile calo di tensione in vista delle feste, ipotizzato da Conte, sembrano inscenarsi in campo. Puntuale come una mannaia arriva un rigore, ginocchio e ginocchio tra Vidal e Sau in area e patatrac. Rigore che, seppur ci fosse, fa urlare grazie al nostro Cellino. Eccolo il demone maya invocato dal presidente ribelle, una partita giocata in una sola metà campo con Buffon che effettua una sola parata, rigori negati alla Juve e cartellini gialli nascosti al Cagliari, rischiava di diventare la nostra terza sconfitta, proprio sotto Natale. Non era proprio serata e te ne accorgi quando Vidal (ancora lui) spara alto su calcio di rigore assegnato per fallo su Giovinco. Partite così ti va di lusso se le pareggi, invece ancora una volta questa squadra non finisce di stupirci: tre cambi Padoin, Matri e Vucinic, quest’ultimo tenuto in panca perché non al meglio, e la nave vira. Il Cagliari porta bene a Matri, e dopo la doppietta all’esordio bianconero proprio contro la sua ex squadra, ne confeziona un altra stasera sbloccandosi, offrendo anche una buona prestazione. L’epilogo è da lieto fine, roba da e tutti vissero felici e contenti.

Qualche rosicone pensa si sia trattata di fortuna, ma il solo vedere le azioni salienti può zittirlo. Persino Mediaset Premium supera se stesso, parlando di un arbitraggio che sfavorisce entrambe ma non trovando nella propria moviola un solo episodio che ci favorisca realmente, se non una sfilza di decisioni che ci vanno contro. Ecco la nuova strategia, inventare cose anche quando non ci sono e farlo a discapito persino del proprio lavoro giornalistico. Non gli rimane che sperare nella Champions che ci tolga energie o nell’infortunio di Chiellini che destabilizzi la difesa, cose ribadite esplicitamente in studio da Lele Oriali. I fatti invece parlano di 94 punti nell’anno solare, record assoluto nel campionato italiano, superata la Juve di Capello che aveva una formazione stellare… tutto il resto è leggenda metropolitana, come le storie dei Maya.

venerdì 21 dicembre 2012

TUTTO TUTTO NIENTE NIENTE – Giulio Manfredonia

Se Orwell fosse vissuto ai nostri giorni si sarebbe accorto che la fantapolitica è più comica di quello che pensava. Oggigiorno i politici e i governanti non sono proprio quei grigi calcolatori senza cuore e senza sorriso, come ipotizzava il noto scrittore, ma sono più comici dei satiri che li scherniscono, tanto che ormai questi ultimi faticano quasi a tenere il loro passo.

Il nuovo film di Antonio Albanese, si presenta come la naturale continuazione di Qualunquemente ma a differenza di questo è un film demenziale, che perde la crudezza del suo predecessore il quale era più un film drammatico mascherato da comico. Stavolta Albanese si fa in tre, ripescando il personaggio di Frengo Stoppato (il celebre foggiano di Mai dire gol) affiancandolo fisicamente nelle riprese alla new entry Adolfo Favaretto (razzista, secessionista che vuole annettersi all'Austria) e naturalmente a Cetto Laqualunque.

Tutti e tre passano, in pieno stile italico, letteralmente dalla galera al parlamento ma potete star sicuri che incontreranno gente peggiore di loro. Il film, come già detto, è volutamente caricaturale ma non per questo meno vero della tragicomica realtà, prendiamo ad esempio il parlamento rappresentato come uno stadio con tanto di curve in cui i protagonisti non sono quelli che scendono in campo (il governo) ma coloro che urlano sbraitano e tifano sulle curve… ditemi se non succede questo anche nel vero parlamento. Il regista da’ ai suoi politici una forte caratterizzazione da antica Roma, volendo così fare un parallelismo con la degradazione morale già vissuta all’epoca. Riuscito in tal senso il cammeo muto di Paolo Villaggio (qui uno dei membri del governo), direttamente dal suo Fantozzi ripesca la scena di quando si ingozzava nella clinica per dimagrire e ne fa un personaggio a se stante che ben rappresenta l’ingordigia della politica moderna.

Un film che tratta (o cerca di farlo) anche la spinosa questione dell’ingerenza della Chiesa nella vita politica. La madre di Frengo Stoppato (Lunetta Savino) non si accontenta di far entrare il figlio in parlamento ma vuole addirittura farlo beatificare da vivo, per far questo cercano di “oleare il sistema vaticano” ed è qui che la stilettata di Albanese si insinua nella teologia più spinta. Una ragazza madre che partorisce un figlio grazie ad una sorta di inseminazione artificiale ante litteram, cresciuto da un uomo che non è suo padre… “non la definirei proprio famiglia tradizionale”.

Adolfo Favaretto invece è un imprenditore del nord che recluta gli extra comunitari per fare la secessione, incaricandosi lui stesso di traghettarli nel bel paese, simbolo di un nord razzista e retrogrado che considera la forza lavoro come una macchina atta a ricevere ordini ma che va spenta a lavoro finito.

Cetto invece mantiene anche qui la sua aurea drammatica, molto più impegnato in un percorso personale che nella contesa politica che lo vede del tutto indifferente, figura per lo più prestata a questo film che esula dalla storia stessa come un politico assenteista che non si presenta neppure alle votazioni. E’ il compromesso per tenergli la bocca chiusa sui fattacci del sottosegretario ma anche il compromesso per continuare l’opera già iniziata con Qualunquemente. Il personaggio che più nel fil fa ridere davvero.

Queste tre fiere dantesche aiutano a confezionare un buon film, spassoso e pungente, da non perdere per chi ha già visto Qualunquemente ma da non paragonare con il precedente, che resta comunque il migliore dei due.

domenica 16 dicembre 2012

Serie A 17> Juventus vs Atalanta 3-0 - CAMPIONI D'INVERNO in Autunno


I bergamaschi arrivavano a Torino con la fama di ammazza grandi, noi invece quest’anno siamo l’ammazza piccole, visto che finora abbiamo fatto filotto con tutte tranne che con quelle di alta classifica (eccettuato il Napoli), Il primo sigillo lo mettiamo dopo appena un minuto e mezzo con Vucinic, il secondo invece lo mette Denis, o meglio Buffon che lo ferma in una sfida in stile pistolero dopo che un errore di Marrone lo mette in fuga solitaria. Da li in poi è dominio bianconero, una sinfonia che porta le firme del direttore d’orchestra Pirlo, con un gol su punizione nel sette come solo i numeri dieci del passato bianconero, e con il violinista solitario Marchisio. Dopo il 3-0 tutto diviene un puro fatto di cronaca, persino l’espulsione dello scellerato Manfredini, che sul 3-0 in posizione di inferiorità tecnica stende il tappeto rosso. Ma questo non è che un puntino nell’universo bianconero, che prima, dopo e per l’intera partita imperversa per tutto il campo a tratti in maniera imbarazzante. Nel secondo tempo solo esercizi di stile e anche parecchia sfortuna, soprattutto per Giovinco che avrebbe meritato la marcatura. I nostri si divertono e non lo nascondono, cercando sempre la spettacolarità e il giro palla ragionato. Il campo sembrava in discesa, l’unica cosa che stona è il non aver trovato il quarto gol e oltre.

Nella giornata dedicata al Conte e a Riccardo e Alessio tocchiamo quota 41 punti, salvezza raggiunta (si potrebbe dire con una battuta), siamo una squadra che corrode molti fegati altrui ma che a noi piace come non mai. Qui non si tratta di chi troviamo di fronte, qui si tratta di una squadra che se gioca come sa’ è davvero una goduria. Con due partite in meno raggiungiamo gli stessi punti del girone d’andata dell’anno scorso, e dopo la goduria regalataci ieri da Santa Klose vediamo le altre ostacolarsi a vicenda. Quale momento migliore da godersi in attesa (speriamo lontana) di periodi meno fortunati? A un passo dal secondo titolo d’inverno e con il Natale da capolista, qualcuno già sogna un mercato d’inverno da dono, Drogba? sarebbe l’ideale per la Champions, tutto starà nella professionalità di chi in questi anni tante occasioni se le fatte scappare, rimanendoci con l’acquolina in bocca, alias Marmottone.

Enrico Varriale  su rai 2 chiede a Conte se è dispiaciuto del fatto che il Napoli (il suo Napoli) potrebbe essere penalizzato… ma ci vuole una bella faccia tosta a chiedere questo a chi è stato messo fuori gioco per 4 mesi, senza prove e senza la possibilità di difendersi in maniera seria. Caro Varriale dove era tutto questo dispiacere nei suoi confronti? O nei confronti di tutte quelle che non sono state li a contendere (una parola grossa) lo scudetto o per chi, come il Lecce, è stato mandato in c? Indipendentemente dalle colpe o meno perché proprio ora ci si dovrebbe dispiacere? Perchè proprio ora si vuole cambiare la giustizia pallonara? E’ la solita vecchia canzone, “fatti più la” lo si dice solo a chi ti pesta le scarpe, se non riuscite a cambiare voi stessi come pretendete di cambiare il calcio?

venerdì 14 dicembre 2012

LO HOBBIT, UN VIAGGIO INASPETTATO - Peter Jackson (Recensione A Cura Di Snake Plissken)


Quando 10 anni fa Peter Jackson portava nelle sale di tutto il mondo Il Signore Degli Anelli per milioni di fan fu un evento epocale. Chi per anni aveva amato Tolkien, giocato agli innumerevoli giochi di ruolo che aveva ispirato, partecipato alle comunità e alle discussioni sul tema, si trovava di fronte alla rappresentazione cinematografica di questo intero mondo. Un opera talmente mastodontica e fantasiosa, ricca di figure mitologiche e oniriche e scene di azione che mai prima di allora si credeva possibile si potesse rappresentare su grande schermo. Il film fu un successo, rinpinguò la schiera degli appassionati, portandoli fuori dalla nicchia che si erano ritagliati, fece conoscere l'universo di Tolkien alle nuove generazioni e spinse molti, dei quali non l'avevano già fatto, a leggere i libri della trilogia. 

Ieri usciva Lo Hobbit e per chi come me, oltre ad aver letto i libri prima di sapere che ci sarebbe mai stato un film, ha iniziato proprio da questo libro, aveva un'aspettativa addirittura maggiore di quella di dieci anni fa. I rischi erano tanti, il parto problematico di una produzione affidata prima a Guillermo Del Toro (Il Labitinto del Fauno) e poi la ripresa delle redini da parte Jackson, davano il sentore che si trattasse di una patata bollente. Il ripetersi di un capolavoro è a volte molto difficile se non impossibile e la gente inevitabilmente ti giudica in base a quello che hai già fatto. La prima critica è stata sulla durata, a qualcuno è parso infatti una furba operazione commerciale creare una nuova trilogia su una storia che nasce da un libro singolo, così come l'inserimento di alcuni camei di personaggi della Saga (come Frodo) che ne' Lo Hobbit non comparivano affatto. Ce n'era poi una trasversale, che riguardava più l'Italia ed era la morte del doppiatore di Galdalf. Questo Gandalf-Proietti un po' spiazza all'inizio, sia per l'affetto che tutti avevamo verso quel famoso "Tu non puoi passare!", sia perchè una voce tanto conosciuta rischia di apparire un elemento quasi disneyano, ma che la professionalità dell'attore lo fa presto dimenticare, uno che di doppiaggi ne ha già fatti e di famosi.

Capita allora che si inizi a guardare il film con un pizzico di scetticismo, e difatti lo stesso stenta a decollare, come ancora intorpidito o forse influenzato dalla tranquilla figura del suo personaggio, Bilbo Baggins della Contea, uno che di avventure non vuole proprio sentirne parlare, ne andrebbe della sua onorabilità, ma che in fondo scalpita per poter dare un senso o una svolta alla sua pallida vita. O forse si tratta della materialità di questa "storia di nani", tipi atti a badare più alle cose concrete e soprattutto molto speculativi, come la riconquista un antico tesoro strappatogli via da un Drago, simbolo di "chi troppo vuole nulla stringe" e dell'avidità che li ha portati a perdere tutto. Nel Signore Degli Anelli, ad esempio, il tratto caratteristico della storia era la bramosia dell'uomo verso l'Anello e quindi verso il potere, una bramosia che idealmente crea il demone Sauron, i nani invece bramano la ricchezza più che il potere, un desiderio apolitico che genera (altrettanto allegoricamente parlando) il drago Smaug, un mostro senza padroni che si accasa con chi gli conviene.

Non mancano gli elementi da musical, come è naturale che fosse, visto i tanti canti presenti nella storia, ma la scena in cui il film decolla, il momento in cui dici "eccolo!" è l'epica battaglia dei giganti di pietra, una delle scene che più nel libro hanno stuzzicato la mia fantasia. Da li in poi è un crescendo, una rappresentazione che ho trovato davvero all'altezza del suo predecessore, anche se forse tuttavia ne rimane una spanna sotto, inevitabilmente. Lo Hobbit è davvero bello, denso e spettacolare, come ci aveva già abituati Jackson, e abbastanza fedele. Racchiude tutti gli elementi caratteristici del racconto di Tolkien, integrato qua e la da elementi esterni che risultano una sorta di licenza cinematografica, come ad esempio l'inserimento di elementi che troviamo solo nel Silmarillion. Si forse tra questa c'è ne una anche una discutibile (in parte) che è già stata ribettezzata da qualcuno, in codice anti-spoiler, "Babbo Natale", d'altronde come ho già detto trasformare un libro singolo in una trilogia comporterà "l'allugare il brodo", ma se ci si mantiene su questi canoni ci si può stare. Imperdibile (manco a dirlo) la mitica scena degli indovinelli nell'oscurità, quando Bilbo incotra Gollum e trova l'Anello. Se avete già visto gli altri non potete perderlo, così come consiglio ai molti che non hanno letto i libri di leggerli, perchè è da li che tutto nasce ed è li che si sente il cuore pulsante della terra di mezzo. Magari un Ken Follett di meno non vi fa male se lo sostituite con un  intero tolkeniano.

E dire che dal punto di vista tecnologico dieci anni possono dare un grande vantaggio, cosa che si nota soprattutto nella scelta dei 48 frame in luogo dei 24, cosa che personalmente ho apprezzato per la fluidità delle scene di guerra e di lotta, ma che secondo alcun'altri causa un po' di mal di testa col 3D... ah beh, problemi di chi lo sceglie, io mi sono visto il mio bel 2D molto più poetico. Riusciremo ad attendere un anno per il secondo?

LO HOBBIT (un viaggio inaspettato) - Peter Jackson (recensione a cura di Napoleone Wilson)


Dopo l'exploit del Signore degli Anelli, Peter Jackson annunciò immediatamente di voler mettere mano ad un altro romanzo di Tolkien: Lo Hobbit.
La mia reazione all'annuncio fu di esaltazione, perchè avevo letto e riletto molte volte quel racconto di sole 300 pagine e ogni volta  ne ero rimasto affascinato, se non tanto quanto la Trilogia dell' Anello sicuramente non molto di meno.
Il film però come si sa ha avuto un parto travagliato: tra cambiamenti di registi e rinvii fino all'annuncio di voler dividere il racconto prima in 2 parti e poi addirittura in 3 parti.

Leviamoci il dente: la divisione in 3 parti del Signore degli Anelli ci stava tutta ed era pienamente coerente con lo spirito del libro, il voler dividere lo Hobbit in 3 film è una mossa soprattutto economica, perchè mi sta bene che non tutto potesse starci su un film ma 3 sono evidentemente troppi.

Per fortuna il nostro Jackson sa fare il suo mestiere e incredibilmente riesce ad essere piuttosto fedele allo spunto di partenza, aggiungendo qua e là per dare maggiore epicità al tutto (a volte facendosi prendere decisamente la mano: Radagast e la sua slitta di conigli, alla "vigilia" di Natale, è un qualcosa che oltre ad essere decontestualizzato fa storcere decisamente il naso per il suo sapore leggermente trash) e per legare questa nuova trilogia a quella vecchia.
Non disturba quindi più di tanto rivedere Frodo o Galadriel, sono personaggi che non si inseriscono insensatamente nel film ma aiutano a contestualizzare certi avvenimenti che per forza di cose nel racconto originale erano del tutto slegati dal Signore degli Anelli.

L'inizio del film è abbastanza fedele ma stranamente non tanto avvincente quanto lo era stato quello de La Compagnia dell'Anello, certo anche lì il tutto era molto introduttivo, ma vuoi per l'effetto sorpresa, vuoi per la maggiore epicità del romanzo orginale, non c'era nulla che sembrasse allungato, noioso o banale. Nella prima parte de Lo Hobbit invece assistiamo a scene decisamente riuscite ed altre molto meno (la già citata slitta e la parte a Gran Burrone), che sembrano relegare il film a un simpatico racconto e nulla più, a tratti pure un po' noiosetto, non riuscendo a trasmettere la stessa magia della storia narrata nel libro.

Per fortuna all'improssivo il film comincia a carburare: oltre a cominciare ad interessare sotto il profilo della trama mette in mostra anche la magnificienza degli effetti speciali (fino ad allora non così esaltanti: la solita slitta, e tre): la scena dei giganti di pietra è quanto di più grandioso ed esaltante si potrebbe immaginare, degnissimo della trilogia dell'anello, con degli effetti speciali goduriosi ed una resa eccellente.
Da lì in poi è tutto strepitoso: l'incontro con Gollum (credevo che Jackson con la storia degli indovinelli avrebbe toppato e invece fa centro, è tutto credibile e affascinante così come nel libro), la battaglia finale ottimamente coreografata, fino alla discesa delle aquile che dipingono il cielo di maestosità e all'ovvio cliffhanger finale (l'ultimo fotogramma "dell'occhio" bello e significativo).

Insomma questo Lo hobbit lo attendevo al varco, me lo aspettavo piuttosto malriuscito (viste le già citate vicessitudini che ha attraversato), lo trovo all'inizio interessante ma non magico, a tratti nosiosetto e poi mi "sboccia" in una seconda parte che definire stupenda è un eufemismo (è esattamente quello che potrebbe chiedere un fan devoto del romanzo originale).

Una piccola chiusura sul cast: perfetto (così come lo era d'altronde quello del Signore degli Anelli), soprattutto un Martin Freeman perfettamente calato nel ruolo di Bilbo.

Buona la prima insomma, qualche tiro fuori bersaglio e poi una sequenza di 10 consecutivi da far impallidire.

Voto 8,5.

mercoledì 12 dicembre 2012

Coppa Italia, Ottavi> Juventus vs Cagliari 1-0 - Sotto Il Segno Del 12

12/12/12 il numero 12 della Juventus Seba Giovinco (12 lettere) segna al 12' minuto della ripresa il suo 12esimo gol con la maglia bianconera. La Juventus è qualificata e sotto la curva vanno 12 uomini, ecco l'allineamento cosmico di cui parlavano. Qualcuno dice persino che il suo gol fosse quotato a 12, io questo non lo so ma poco importa visto la già nutrita serie di coincidenze in stile Number 23 con Jim Carrey.

Era la sera del ritorno in campo di Conte allo Stadium, e alla fine se non fosse stato per questo e per le incredibili coincidenza già descritte, la partita sarebbe stata ricordata (o meglio dimenticata) come la partita più anonima della stagione e di sicuro tra le più brutte mai viste. Il Cagliari saliva a Torino con intenzioni niente affatto belliche, con una formazione imbottita di giovani e la testa al campionato. La Juve rispondeva da pari, con Bendtner, Isla, De Ceglie e Marrone, gente a cui non sarebbero dovute servire motivazioni per mettersi in luce sgomitando, ma in campo tutta questa voglia non si è vista affatto. E pensare che le condizioni non ottimali di Rubinho (a sua volta sostituto dello squalificato Storari) impediscono di esordire anche a lui. Partita scialba un po' per tutti tra cui forse si salva un po' Pogba per l'impegno, caratterizzata dai due infortuni fulminei di Bendtner, ancora una volta inconcludente in fase realizzativa e anche sfortunato, e di Vidal, inguaiato dall'attacco influenzale di Giaccherini che lo costringe in campo con uno ginocchio ancora malconcio, é questa forse la tegola più grossa. Della sfortuna del danese non approfitta neppure Matri, che ne prende il posto in campo, sempre spalle alla porta e mai pericoloso, ormai per i due attaccanti è una vera e propria odissea. Finalmente un gol decisivo per Seba, che ultima il suo avvicinamento ai gol pesanti e lo fa nella serata del suo numero fortunato, dopo aver sbagliato molto anche lui

Andiamo avanti così, un po' per inerzia, di certo per maggior spessore tecnico, appuntamento a gennaio, quando incontreremo, molto probabilmente, di nuovo il Milan nei quarti, ora però chiudiamo questo capitolo con sollievo dei calciatori, per quali forse questa è la competizione che meno li motiva ma che a noi tifosi ancora ci perseguita... A quelli che come me ancora gli gira in testa quella maledetta stella d'argento.

lunedì 10 dicembre 2012

Serie A 16> Palermo vs Juventus 0-1–Aiuto, aiuto, è tornato il leone!


Quello che non ti ammazza ti rafforza, ed in vero la Juve, l’allenatore e il tifo bianconero esce di nuovo fuori con le unghie e con i denti da un’altra situazione che cercava di destabilizzarci. Non è dunque un eccesso di fanatismo tifoso definire Conte un leone in gabbia, non storcano il naso i nostri nemici, non dopo aver visto come il circo mediatico si sia nutrito sullo spettacolo della sua “detenzione” dei vari box d’Italia, Crozza ci ha costruito su una gag acchiappascolti, tutte le reti sportive hanno piazzato telecamere sui suoi box e ieri ancora tutti a vedere “l’effetto che fa” quando esce il leone.

Così come farsopoli ha soffiato sul fuoco del tifo di qualche Juventino assopito dalla lunga serie di successi, così averci privato ingiustamente per quattro mesi del nostro mister ha rafforzato la sua icona, già carismatica. Ieri abbiamo potuto assistere al circo che si complimentava con l’allenatore, tra le ire di chi lo avrebbe voluto (e lo vuole ancora) fuori dai giochi e persino i finti amici, i più infidi, i Pippo Baudo e i Travaglio di turno, i Grima Vermilinguo che tramano, neppure tanto nell’oscurità, fingendo di stare al nostro fianco. Non abbiam bisogno di questa gente, cambiate squadra, credo sport, la Juve siamo noi. Qui non ci son i Farfuglia, i Ferrara, i Ranieri, i Blanc, I Cobolli o i Gigli messi li alla bisogna come pezza a colore, qui ci sono un allenatore una tifoseria e che condivide una sola linea, unita e combattiva. Ci giocano tanto, loro, con le battute di “sul campo” ma il campo, questo vostro sconosciuto, quello che voi usate solo per appoggiare le telecamere che si rivolgono alla tribuna o sugli spalti, per scegliere quali striscioni giustamente condannare o quali altri allegramente snobbare è, e sempre lo sarà, il giudice supremo. Ieri c’era il Palermo la squadra di Miccoli, uno delle tante volpi a cui è stata tolta l’uva sotto il naso e oggi preferisce saltare l’Inter per giocare contro noi… soddisfatto?
Scusate lo sfogo ma penso sia stato doveroso. La giornata di ieri è stata una bella iniezione di ottimismo, l’euforia della qualificazione in Champions non lascia tossine e gli avversari sotto si eliminano a vicenda. Quel che di diverso c’è dallo scorso anno è evidente, una squadra mentalmente più matura che avrà già perso due partite ma a differenza di un anno fa ne vice di più e ne pareggia meno, e soprattutto con le medio piccole, che lo scorso anno ci facevano penare non poco. Avessimo un bomber saremmo davvero una corazzata e si potrebbe guardare diversamente anche all’Europa. Prendi uno come Vucinic, un fuoriclasse indispensabile per il lavoro di scardinamento difese e assist (vedi tacco che libera Lichsteiner sul gol) ma pessimo marcatore (vedi due pali e un gol fallito a tu per tu con Ujkani). Questa è la Juve, sempre in divenire, qualcosa già buona che potrebbe migliorare ulteriormente.
Matri e Bentner il lato oscuro della luna, niente da fare il gol è sempre più un tabù, una mira lontana… e gennaio si avvicina. Asa un po’ in ombra nel giorno del suo compleanno, Buffon una sola parata, in coerenza con numero di anni dei suoi singoli contratti. Non chiudiamo la partita? Non mi ricordo se l’ho già detto nei post precedenti, ma ora raccogliamo e andiamo avanti ce ne ancora di strada da fare, lasciamo che siano glia atri ad arrampicarsi, noi procediamo dritti, decisi e uniti.

venerdì 7 dicembre 2012

Champions League, E6> Shaktar vs Juventus 0-1 - Primi Agli Ottavi

Altro che biscotto... Alla faccia dei gufi da tribuna stampa la Juve compie l'impresa, vittoria e primato del girone, cosa questa che ci garantisce di potercela giocare meglio negli ottavi, sperando di evitare il Real. Certo i tre pareggi dell'andata non avevano fatto ben sperare, e davvero è stata un'impresa vincere la tre partite del ritorno, come se questi ragazzi avessero via via abbandonato i timori che una tale competizione può mettere, le gambe han smesso di tremare e si è cominciato a prendere consapevolezza di chi siamo e della nostra storia. Torniamo nelle prime sedici d'Europa e lo facciamo dalla porta principale, non partiamo per vincere la competizione ma vogliamo essere la mina vagante, uno studente tirocinante che prende tutto quello che di buono verra, ecco perchè arrivare primi può aiutarci a farci infilare nel mazzo delle carte e iniziare una buona mano. Le chiavi le consegnamo a lui, il leone che sta per uscire dalla sua gabbia di vetro, ieri incontenibile per rabbia ed impazienza, il mister e la sua voglia di rivalsa. Sarebbe stato davvero un delitto se non avesse potuto ruggire anche in Champions, dopo essersela guadagnata con le unghie e con i denti lo scorso anno ed aver passato gli ultimi quattro mesi, più che su premium calcio, su discovery world, ripreso e studiato ogni istante come in un documentario sugli animali in cattivitá.

A quelli che credevono e speravano in una resa abbiamo risposto in campo, è bastato un autogol, innescato da "pinocchio" Giovinco, che prova a prendersi la paternità della marcatura ma deve arrendersi alle immagini televisive e al trenino Lichsteiner, che mette il pallone in area e vede già tutto, indicandogli l'anomalo allungamento del suo naso. Peccato, la formica atomica tanto criticata non riesce proprio a mettere la firma su un gol decisivo, ma forse ci si sta avvicinando. E' stata peró ancora una volta la partita di Vidal, il guerriero ha mostrato all'estero la sua classe, ammonito dopo soli otto minuti non tira mai via la gamba nei contrasti e a volte ci fa un pò temere di rimanere in 10... Ma forse è solo paura di parte. Ad ogni modo è stata una partita vera, contro una squadra che ha dimostrato il proprio valore e che non perdeva in casa da più di un anno. Poche sofferenze difensive, logiche in tali competizioni, partita ben giocata e prova di carattere convincente, con Alessio che tiene in campo gli undici titolari per 80 minuti, prima di effettuare un cambio. E poi quel rigore grosso come una casa per noi sullo 0-0, non concesso dall'arbitro, l'episodio che non ci ha abbattuti ed è rimasto solo un evento di cronaca ininfluente.

Bene così, ora siamo ad un bivio, esaltazione negativa in stile post Chelsea o morale e motivazioni aumentati? Ogni passo è sempre un nuovo esame contro noi stessi. A Palermo l'anno scorso risuperammo il Milan, facciamo che ora non accada il contrario.

domenica 2 dicembre 2012

Serie A, 15> Juventus vs Torino 3-0 - Torino è bianconera... come l'Italia intera

Sicuramente uno dei derby meno sentiti attualmente in Italia (in percentuale geografica) che elettrizza per lo più Torino e dintorni ed in particolare il Toro, che manca all'appuntamento da 4 anni. Timidi i loro tentativi di accenderlo con frasi tipo "Torino è granata", che fanno solo sorridere, o la polemichetta sui pochi posti riservati agli ospiti (2000 circa), beghe che appartengono più alle provincialine e alla storia passata, visto che per la prima volta si giocava davvero in casa nostra, e loro sono ancora abituati all'affito in condominio. Giustamente però chi come me non è di quelle parti non può capire e segue tutto questo con una certa freddezza. 

Si rivede il vecchio 4-3-3, ma la partenza non è delle migliori loro iniziano più concentrati noi più studiosi e guardinghi. Come ormai è divenuta nostra malsana consuetudine quest'anno, nei match con una accesa rivalità, sbagliamo l'approccio iniziale alla gara. La loro concentrazione però si trasformata ben presto in foga, quando iniziano ad accorgersi che gli stavamo prendendo le misure e stavamo crescendo. Il gol fallito da Meggiorini ci scuote, il diesel inizia a carburare e l'attacco iniziava a sprecare. Così Glik (ribattezzato crick) fa la "cagata" su Giaccherini, un intervento da codice penale a centrocampo che poteva costare caro al bianconero. Certo una volta i derby si mettevano sul tema fisico laddove si doveva sopperire ad un divario tecnico, ma Glik deve aver capito male la sottile linea che separa lo spintonamento dall'omicidio. Concederci un uomo è stato il loro più grande autogol ma non si può dire certo che in 11 contro 11 non saremmo riusciti a vincerla, data la piega che stava prendendo la partita, e c'è di paradossale che la loro disfatta è stata contenuta da un paio di errori arbitrali, commessi proprio per rimediare alle loro topiche. Già perchè anche questa partita non verrà ricordata per il brutto arbitraggio di Rocchi (per furtuna e sfortuna nostra) che dopo aver fermato Pogba per fallo inesistente sul portiere, quando eravamo ancora in parità numerica, fischia un rigore sacrosanto a noi ma non manda fuori Basha già ammonito che si sostituisce al portiere. Sul dischetto va Pirlo ed io intuisco già l'esito: senza il rigorista Vidal, il bresciano in questi due anni non è stato certo impeccabile dagli 11 metri.

Altra storia il secondo tempo, di dominio assoluto bianconero. In tema di sentire la partita dunque, non potevano non risolverla che loro, Marchisio e Giovinco gli unici torinesi in campo, che questo derby l'han disputato sin dalle giovanili, la "cantera", come va di moda dire oggi. Chi invece ci prova sempre e va sempre al tiro è Pogba, sbaglierà anche molto ma apprezzo questo suo atteggiamento propositivo che manca un po' agli altri e sui tiri da fuori finora è il più preciso. Riuscirà Bentner a segnare un gol? E' il titolo della nuova mini serie bianconera che forse si prolungherà fino a giugno e che rischia di produrre pochè puntate, se Conte inizia a spazientirsi. Non dispiace invece la prestazione di De Ceglie che ormai ha poco spazio.

Ci mettiamo alle spalle un Novembre tuttaltro che positivo, domiamo il Toro e possiamo mettere la testa allo Shaktar, decisiva per la Champions e ultima partita prima del ritorno di Conte. Esistono invece polemiche che non esistono... brutti arbitraggi che non verranno ricordati, perché disastrosamente inutili, come quello di ieri nel derby o quello di oggi a Napoli... solo ci vorrebbe più memoria storica quando capiterà di nuovo a noi di ricevere favori, ma la mia è solo utopia sportiva.

venerdì 30 novembre 2012

End of the Watch - David Ayer

Difficile dire oggigiorno qualcosa di nuovo in un genere come l'action poliziesco, ci prova David Ayer, gia' sceneggiatore di Training day e Harsh times, con questo End of The watch.
A differenza delle pellicole sopracitate questa si differenzia per l'utilizzo della tecnica del mockumentary che dona al tutto una certa dose di originalita' (anche se ultimamente risulta un po' straabusata). Il film infatti ci descrive in maniera cruda e realistica l'inferno quotidiano di una coppia di poliziotti di pattuglia, tra delinquentelli e criminali col grilletto facile.

Ad una prima parte piu' frammentaria e slegata nella quale si assiste ad una serie di eventi apparentemente scollegati fa seguito una seconda piu' classica e action. Purtroppo la trama e' un punto dolente, risultando troppo banale e ricca di cliche' (quando non di esagerazioni forse troppo buoniste, come i poliziotti tutti senza macchia e impeccabili), facendo si che quando nel finale si cerchi di tirare le fila non tutto funzioni alla perfezione. Il tutto appare un po' troppo affrettato (si arriva troppo presto alla "resa dei conti" senza aver creato la giusta dose di tensione) e manieristico (nemici sterotipati) e sebbene le scene siano ben girate (bella la sparatoria finale), l'escalation di violenza non risulta troppo riuscita.

Se quindi sul versante della sceneggiatura il film non brilli, d'altro canto risulta perfetto per quanto riguarda la caratterizzazione dei protagonisti. Il rapporto di amicizia tra i due poliziotti e' davvero ben reso, si riesce ad empatizzare con loro, a sentire che la loro e' una vita perennemente al limite, dove quotidianamente si rischia la vita spesso per futili motivi. I momenti di vita quotidiana dei due poliziotti aiutano il film a mantenere una certa dose di realismo (che invece spesso viene relagata in disparte nei momenti più action, troppo "classici"), risultando alla fine la cosa più interessante del film.

Alla riuscita di questa peculiarita' del film contribuiscono le ottime interpretazioni dell'ex Donnie Darko Jake Gyllenhaal e di Michael Pena, che riescono a rendere perfettamente credibili e sinceri i due personaggi che interpretano. Meno interessanti i personaggi di contorno, ma svolgono il compitino.

End of the watch quindi non e' un capolavoro, ne un film esaltante o originale, ma riesce ad essere sincero, genuino, rivelandosi alla fine come un film sull'amicizia e sul coraggio piu' che un classico poliziesco d'azione
(versante dove manca il bersaglio).

Voto 7-

lunedì 26 novembre 2012

Serie A, 14> Milan vs Juventus 1-0 - No No No

se stasera si parla di calcio è perchè han vinto loro e un rigore inesistente, se pur decisivo, non fa notizia se lo subisce la Juve, rientra nella casistica dei chissenefrega morattiani. Intervistato Galliani liquida l'accaduto con un: "il gol di Muntari l'ho già dimenticato e tutti divengon più buoni come se non fosse il 25 Novembre ma il 25 Dicembre. Dall'altra parte invece timitamente si abbozza ad una domanda: "se fosse successo a parti invertite?", già perchè è questa la vera questione, quello che davvero ci fa incazzare, la continua mancanza di uniformità di indignazione popolare. Se è vero che gli errori ci son sempre stati, ci sono e ci saranno, non ci si venga a rompere le scatole solo quando si è sfavoriti, facendo leva sullo stesso sentimento popolare che porta la massa informe dell'ignoranza faziosa italiaca a mettere a rogo streghe in pubbiche piazze.

Per quel che riguarda il campo invece, fa bene a dire il marmottone che in condizioni normali sarebbe stato uno scialbo 0-0, ma siccome nel calcio non si vince o perde ai punti, come nella boxe, la sconfitta è il frutto della svogliatezza e dell'indisponenza di questa squadra. Perdere con l'Inter dopo tanto tempo ci poteva stare, ma perdere senza orgoglio, contro un Milan tuttaltro che irresistibile è da calci in culo a tutta la squadra. Qualcosa stasera infatti non ha funzionato al di la' di ogni qualsiasi scusante fisica, stasera la squadra sembra che proprio se ne sia fregata di impegnarsi. Il primo tempo è stato talmente disastroso che persino la formazione di Del Neri aveva più orgoglio, l'infiltrato milanista è stato Isla, tutto è ruotato attorno a lui in una spirale di incapacità e sfiga. Nel corso delle sue presfazioni mi è piaciuto sempre poco e stasera non lo voglio vedere neppure su una figurina panini. Della fame manco a parlarne, neppure a provarci con Amelia in porta e questa difesa da fondo classifica, così dannatamente svogliati da dare l'impressione di farlo apposta, con quella spocchia di chi si sente arrivato ma in realtà non è ancora partito. Se non vogliono tornare nell'abisso dal quale sono tornati meglio si diano una svegliata. Meglio che Conte li strigli a dovere perchè certi atteggiamenti vanno estirpati sul nascere come la gramigna. Il nervosismo di Quagliarella, un altro che dopo il Chelsea si è montato di testa, la scarsa collaborazione e gli errori sui passaggi, denotano molto più che un momento di scarsa forma fisica, no qui c'è un problema di testa.

Far ridere i polli proprio no, ci sono modi più decorosi di perdere, quest'anno l'andazzo non mi piace affatto, perdere con certi avversari è da evitare la sconfitta, ma snobbare gli impegni con queste prestazioni è davvero peggio, senza contare che con questa mentalità te lo scordi lo scudetto. Meglio che capiscano che nulla gli è dovuto o niente avranno

mercoledì 21 novembre 2012

Champions League, E5> Juventus vs Chelsea 3-0 - 3/4 Di Ottavi

Semplicemente maestosi... La Juve annichilisce i campioni d'Europa in carica con una prestazione maiuscola e in grassetto. Avevamo chiesto 11 leoni per affrontare i leoni di Londra e undici leoni sono stati, mai domi, spinti dalla bolgia dello stadium. Una risposta convincente per gli scettici e gufi, sedicenti professionisti festanti per un gol, segnato a tempo scaduto, che di fatto ci tiene ancora legati all'ultimo punto. Al di la infatti del giustificato entusiasmo non abbiamo ancora staccato il biglietto per gli ottavi, bisognerà uscire inbattuti dal campo di uno Shaktar già qualificato. Lungi però da noi l'idea che il biscotto si possa sfornare facilmente, dobbiamo fare la nostra parte, visto che loro non regalano nulla, neppure la restituzione di una palla scodellata

E questo però il tempo di godersi la vittoria e trarne motivazione e coraggio. Un po' sciuponi, un po' graziati, un po' fortunati, ma soprattutto concreti e padroni del nostro destino, quello che non era andato per il verso giusto nella partita stregata contro la Lazio è riuscito ieri, dove la sorte ci restituisce finalmente le deviazioni, quelle che il il miracolato Marchetti si è trovato sulle mani sabato scorso, una voluta dall'acclamatissimo Quagliarella, l'altra ottenuta dal talento Vidal, due protagonisti indiscussi della serata, le star brillanti attorno a cui sembrava girare il pallone. E stata però anche la sera dell'instancabile pendolino Lichsteiner... Chi? Il rinnegato di Conte, con le valige pronte? Storia di come spesso i giornali siano lontani dalla realtà per il gusto di supporre o solo di vendere un po' di copie in più quando c'è magra di eventi. Gloria persino per Buffon sullo 0-0, felino nel deviare col polpaccio un gol che Pardo aveva già assegnato e per Giovinco, ormai specializzatosi nei sigilli, quei gol che un po' sono inutili in verità, ma forse attestano il carattere delle grandi prestazioni. Speriamo però di vederlo segnare anche qualchè gol decisivo, magari al 90' di qualche altra partita stagnante o stregata.

Si è visto dunque il famigerato occhio della tigre affamata, quello che lo scorso anno ci ha fatti amare e invidiare, è dunque la fame ciò che ci vuole per non farci mai sentire arrivati. Ed ora bisogna tornare con la testa a Milan, consci del fatto che non sia un animale ferito ma che sia più ostico del Chelsea, questa é la storia dei grandi classici, ma comunque sempre con la stessa mentalità, quella da vera Juve.

domenica 18 novembre 2012

Serie A, 13> Juventus vs Lazio 0-0 - Marchetti, Che Tu Sia Maledetto

Parafrasando Auriemma in un celebre sfogo dello scorso anno ce la prendiamo con noi e con la sorte, assistiamo increduli ad una squadra che, appena quinta nel campionato italiano, schiera in campo 10 difensori ed un portiere, quest'ultimo miracolato come spesso accade a chi ci incontra. Certo son sempre dell'idea che a segnare deve essere capace chi gioca meglio, cioé ieri noi, senza cercare alibi, ma persino il Nordsjelland ha giocato meglio della Lazio. E poi ci vengono a parlare di una Lazio magnifica e solo perchè una settimana fa vinceva il derby degli sfigati, di un Petkovic mago ed una squadra votata all'attacco, certo in Italia conta soltanto il risultato e il fine giustifica sempre i mezzi, ma solo da noi vedi certe partite, ma soprattutto solo da noi certi atteggiamenti vengono elogiati invece che criticati, e ci si meraviglia del fatto che l'Europa sia lontana. Una partita condotta all'assedio a fort apache, Buffon ancora una volta in porta a giocare alla psp, ma tantè.

E' solo la 13 giocata il 17? A loro a portato più che bene però. Chiaro che il calcio è questo, se sprechi troppo poi lo paghi e il nostro problema è ormai noto, la cinicità in attacco. Ecco cosa dire a Marotta quando dice che davanti stiam bene così, naturalmente al contrario ammetterebbe la sua incapacità, perchè bisogna anche finirla di dar la colpa alla sfortuna e pensare di aiutarci per farci aiutare dal cielo. Il problema di Giovinco invece e il suo essere caparbio, controllo palla quasi da fuori classe e tiro in porta da pippa, sempre con la testa bassa ed atteggiamento da egoista, il povero Quagliarella non ha ricevuto un assist che sia uno, da alcuno, e quando finalmente cattura un rinvio del portiere, su tiro dello stesso Giovinco, spara fuori da porta semi aperta. Ecco cosa intendo, stasera son scesi in campo tutti gli attaccanti tranne Vuvinic e tutti han sprecato e deluso, nella misura in cui son rimasti in campo. La mancava di Pirlo non sarebbe poi stata un'assenza tanto sentita se non fosse mancato anche il gol dei centrocampisti, coloro che in questa squadra son chiamati ad un compito che non gli competerebbe. Si distingue Vidal, solita partita eccelsa.

In definitiva però la squadra ha girato bene ma si ritrova con 2 punti in meno e all'inzio di una settimana decisiva che mettera sul piatto champions e primato in campionato. Uno snodo decisivo, il primo della stagione perchè non sarà l'ultimo, Importante sarà per il morale cercare di vincere in Champions, che lo spettacolo cominci...

venerdì 16 novembre 2012

7 PSICOPATICI (Seven Psychopaths) - Martin McDonagh

Sette psicopatici in cerca d'autore... O meglio, di uno sceneggiatore (Colin Farrell), un irlandese ubriacone col blocco dello scrittore. Lo stesso Verga, rispondendo alle critiche di chi lo accusava di far parte del movimento verista e scrivere storie inverosimili, diceva che la vita non ha bisogno di essere verosimile perchè è vera, con tutte le sue imprevedibilità essa non è calcolabile. Beh, a dire il vero questo film un po' oltre si spinge, ma lo fa' nell'ambito della stessa sceneggiatura. Lo scrittore infatti scrive la storia nell'attimo stesso in cui la vive e a volte sono gli stessi personaggi che l'anticipano raccontandone la trama futura e scegliendone la sceneggiatura, questo lo rende verista nell'universo parallelo del film stesso. 

Qualcuno ci ha visto una ispirazione tarantiniana, sarà per la sua cruda violenza che sa di satira grottesca: "il sangue è il loro, il vomito è il suo... sta bene" ma 7 Psicopatici non è solo questo, è la parodia di se stesso e in genere dei cliché’ dei film:
- “mani in alto! 
- no! 
- Ma ho un fucile! 
- non mi interessa
- ma non ha alcun senso!
- Peccato!



Che recensisce persino se stesso, rendendo superflue persino le critiche, perchè si critica da solo durante il film stesso… qualche autorevole sito, ad esempio, è caduto nella trappola rimproverandogli il ruolo marginale che in esso hanno le donne, ma il film stesso se lo rimprovera, con una battuta che sa di stilettata a certo film d’azione o di gangster. Un Kill Bill psicopatico dunque, in cui non c’è la minima ombra di vendetta, ma tutto al maschile, pieno zeppo di frasi ad effetto che diventeranno un must nelle citazioni, che ad un occhio meno attento potrà sembrare demenziale ma che non lo è affatto, uno psicopatico conserva infatti una sorta di ragionata lucidità in quello che fa nei confronti di uno schizofrenico.

Un film che contiene altri film, le storie che in esso si raccontano, fantasiose e spassose forse più del film. Richiede una media cultura cinematografica ma per chi come me riuscirà a capire il suo scopo lo apprezzerà davvero tanto, sicuramente destinato alla storia del genere Cult-Pulp. Grande!

Voto 8,5

domenica 11 novembre 2012

Serie A, 12>Pescara vs Juventus 1-6 – Big Show

La rabbia per la prima sconfitta in campionato ha prodotto un mostro, due squadre divorate con 10 gol segnati. Dopo il Nordsjelland, vittima sacrificale di ieri è stato il piccolo Pescara di Stroppa, in balia di un avversario che a tratti li ha paradossalmente graziati. Una vera e propria fiera del gol, il cui gran maestro delle cerimonie è stato Quagliarella che mette a segno una tripletta cinematografica e corona una prestazione impeccabile.

venerdì 9 novembre 2012

ARGO - Ben Affleck

Ormai è certificato: Ben Affleck è un ottimo regista, una cosa che se solo qualcuno avesse osato immaginarla qualche anno fa gli avrebbero riso in faccia. Nelle due precedenti pellicole girate si era affidato a luoghi e tematiche a lui note, aveva delineato personaggi con i quali poteva avere molto in comune, aveva scelto attori (il fratello in Gone baby gone) non di rilevanza assoluta ma funzionali.


Sarebbe capace uno così di gestire qualcosa di completamente diverso? Argo è un film che parla di come la controparte cinematografica di Affleck tenti di ideare un falso film di nome Argo, allo stesso tempo è un film impegnato su una storia vera (il falso film dovrà servire a liberare degli ostaggi facendoli fuggire dall'Iran sotto falsa identità). Follia? No, perchè Ben riesce a miscelare perfettamente l'ironia nei confronti di Hollywood (molte le battute e le scene che smitizzano il cinema americano o che omaggiano certa fantascienza minore e non) con le atmosfere tipicamente anni 70' (ottima la colonna sonora e l'atmosfera creata) di film spionistici come I tre giorni del Condor o Quinto potere (citato tra l'altro apertamente).

In questa prima parte del film tutto funziona alla perfezione: impegno ma anche divertimento ed ironia costanti che aiutano il film a non essere troppo verboso e perfino un'introduzione molto riuscita, che per non risultare troppo didascalica si avvale del fumetto.

Purtroppo la seconda parte è tesa, serrata, ma decisamente troppo classica (leggasi qualche escamotage o deus ex machina di troppo) e anche il finale non è pienamente soddisfacente, non brutto in se, anzi, ma per come viene inscenato. Per fortuna sui titoli di coda il film dimostra ancora una volta  la sua bontà (tra pupazzetti di Star wars e realtà della situazione negli Stati Uniti e in Medio Oriente) e la sua unicità.
Argo è sostanzialmente un film sulla menzogna (quella che devono inventarsi coloro che ideeranno il falso film e lo spacceranno per vero e quella di Stati Uniti e Canada su come la vicenda si svolse in realtà), sul fatto che a volte le bugie aiutino ad evitare qualcosa di peggiore (come la violenza), su quanto sia falsa e illusoria ma "utile" la cinematografia, ma anche sull'aiuto reciproco (quello che devono instaurare Canada e Stati Uniti per sbrogliare la matassa).

Un'altro fiore all'occhiello del film è il cast: oltre all'ormai onnipresente Bryan Cranston (Breaking bad), rivediamo piacevolmente Kyle Chandler (Ultime dal cielo) e soprattutto il sempre divertentissimo Alan Arkin (che ricordiamo per l'oscar nella mitica parte del nonno in Little Miss sunshine) e l'ottimo John Goodman (che ultimamnete sembrava scivolato nel dimenticatoio).
Affleck naturalmente si riserva la parte dell'attore principale, ma è bravo a non strafare e gigioneggiare e riesce ad essere efficace ("Carter mi ha detto di dirti che sei un grande", "Un grande cosa?", "Questo non lo ha specificato").

Insomma un film da vedere assolutamente, che per via di qualche pecca e didascalismo non raggiunge lo status di capolavoro assoluto, ma che saprà deliziare i cinefili grazie alla suspance, alle tematiche impegnate affrontate col giusto piglio e alle intelligenti citazioni cine-politiche (perfetta la chiusa finale):

- Quello che inizia con una farsa, finisce in tragedia
- Chi l'ha detto?
- Marx.
- Groucho ha detto questo?

Voto 8.

giovedì 8 novembre 2012

Champions League, Girone E 4> Juventus vs Nordsjelland 4-0 - Cioccolata Scaduta

"Hanno un gusto di aglio le mie dita di cioccolata" direbbe Rael... Quel che rimane dopo la valanga Juve di ieri non è affatto esaltazione ma rimpianto e beffa. Rimpianto pensando al pareggio dell'andata e come abbiamo potuto permetterlo, visto la pochezza di chi avevamo di fronte, beffa per la vittoria in extremis del Chelsea. Tanto che alla fine appare superfluo parlare di questo 4-0 contro i mediocrissimi danesi, che dopo tutti quei pareggi significa ritorno alla vittoria in Europa.

Scaduta era dunque la cioccolata che eravamo pronti ad addentare, tanto da non essere più gustabile, per qualificarci infatti dovremo prenderne un altra e almeno dividerne l'ultima a Donetsk. 
Scaduto come il tempo di Chelsea-Shaktar, in cui un arbitro in vena di regali casalinghi decide di far battere quell'angolo oltre il terzo minuto di recupero assegnato.
Scaduta come la pazienza di Conte, che perde le staffe di fronte ad un giornalaio della gazzetta festante per il gol del Chelsea... e poi ci si viene a dire che loro sono imparziali e che bisogna tifare le italiane per il ranking. Sapete dove potete mettervelo il ranking?

Tra gli appunti della partita allora spicca ancor di più solo la Bulimia offensiva di Matri, che forse si allontana sempre più da Torino e, pian piano, dal cuore dei tifosi. E pensare che persino Giovinco si è sbloccato, mentre per far segnare lui abbiam rinunciato anche ad incrementare il bottino della differenza reti.

La maggiore esperienza in Europa del Chelsea ci ha messo la coda, tanto che, chi segue il calcio da un po' di tempo, poco crederebbe che i Blues possano farsi scappare la qualificazione. Ora dovremo compiere una mezza impresa, sicuramente alla fine della fiera pesa il pareggio col Nordsjelland dell'andata, l'ago della bilancia di un girone rivelatosi di ferro. La cosa peggiore è che egoisticamente non possiamo neppure sperare di ffarla finita completamente per concentrarci sul campionato, male che va infatti sarà Europa League, con tutto quello che comporta in termini di dispendio di energie fisiche, che rapportato in maniera inversamente proporzionale alle motivazioni potrebbero portare ad un patrocchio che potrebbe portare a debacle italiana ed europea, con estrema goduria della gazzetta tutta, dopo i finti onesti e i finti simpatici anche i finti imparziali. W Tuttosport che almeno quando lo apri sai per chi patteggia perchè te lo dice in faccia e se non lo condividi lo eviti.

domenica 4 novembre 2012

Serie A, 11> Juventus vs inter 1-3 - La Prima Caduta E' Una Valanga

Qui non piove ma diluvia, dicono gli inglesi, infatti dopo 49 partite senza sconfitte la legge dei numeri ci consegna quella più implacabile della nostra storia recente... Nulla di che, ben inteso, siamo sempre primi e prima o poi doveva accadere, ma perdere in casa con i prescritti un po' di fastidio lo da'. Il rischio ora è che la squadra perda la fiducia in se stessa, quella che ad esempio che ci ha fatto vincere al 93' contro il Bologna, solo qualche giorno fa. A questo punto la dietrologia galoppa, era meglio perdere la prima con il Catania? Se la si potesse scambiare con questa forse si. Ma tantè il calcio e bisogna accettarlo e andare avanti, non diventare come quei piagnoni che piangono dopo aver subito un gol in fuorigioco e credono ai complotti e alla compensazione insieme, l'eterno paradosso, perchè se è tutto truccato e l'arbitro vuol favorirti, non esiste che ti dia quel rigore contro, con trattenuta fuori area, per compensazione. Ad ogni modo interessante sarà vedere quale sarà la nostra reazione. In quanto allo scudetto non c'è bisogno di scomodare la mia antica scaramanzia, il campionato è ancora lungo. Gli appunti invece sono sempre gli stessi, checchè ne dica Marotta, mancanza di un bomber. Ci fosse stato quello, con tutte le zuppe della difesa interista, avremmo visto un'altra partita. Il loro basare sempre tutto sul contropiede non potrà salvarli a lungo invece, noi invece per la prima volta non abbiamo messo in campo quell'odio nei loro confronti, quasi che dopo tanti anni le cose si siano capovolte, come nei derby in cui vince chi meno è favorito. A giudicare dalla loro esaltazione invece pare abbiano vinto la Champions, dimostrazione che batterci è davvero un impresa. Esaurite tutte le lacrime per la sconfitta siamo ormai inconsolabili, un amico per riderci su mi fa notare una cosa: Pirlo gioca troppo... Ormai non ha più nemmeno il tempo di farsi la barba.

giovedì 1 novembre 2012

Serie A, 10> Juventus vs Bologna 2-1 - La Paura Fa 90... Ma Pogba Risolve Al 93'

Nella notte di halloween, ogni passeggiata può trasformarsi in un film horror, come quello che stava per accadere ieri allo Stadium. Per tutta la partita dominatori ma schiacciati dall'ormai cronica difficoltà relizzativa, facciamo una fatica del diavolo per portare Quagliarella in gol all'inizio della ripresa, ma lo scherzetto è dietro l'angolo ed è De Ceglie a confezionarlo. Cinico come uno zombie che approfitta di qualcuno che inciampa arriva il Bologna, a banchettare su quello scellerato rinvio e il film si tinge di tinte fosche. Dal vicolo è uscito un essere che rischia di portarci alla portata dei prescritti, tutta Italia (antijuventina) se la ride è pregusta una sorta di giustizia divina post Catania. Ma se la paura fa 90' al 93' in Italia inizia un'altra festa, quella di Ognisanti, che combinazione coincide con i 115 anni della vecchia signora. A mettere il sigillo è proprio chi, per tutta la partita, meraviglia la platea: L'uomo nero vestito di nero, non Man In Black, Paul Pogba, il nostro dolcetto. Uno che in poco tempo ha dimostrato un gran valore e senza mettergli fretta, per non bruciarlo, può diventare un vero campione. E l'altra Italia? Tace, avendo pregustato a lungo il frutto della gufata, coi titoloni pronti sulla giustizia divina post Catania e la testa della classifia servitata loro su un piatto d'argento. Juve-prescritti rimane la nemichevole di sempre, ma per ora non vale il primato, guadagnamo così un punto dalla seconda dopo la sconfitta del Napoli a Bergamo e si delinea quello che avevo pronosticato, la vera anti Juve sarà l'Inter, più che il Napoli, non per la sua effettiva forza ma per la scarsita di resistenza che avranno le altre e per situazioni ormai ripetute che la favoriscono sempre. Altro che Catania, se l'Italia non avesse avesse le fiorentine sugli occhi vedrebbe il vero mondo, quello celato agli ignoranti e col folto pregiudizio, coloro che ormai vanno avanti per moda italiaca a denigrarci vedrebbero gli arbitraggi avuti dai prescritti e cambierebbero parere... Ma questo è solo Essi Vivono di John Capenter, loro invece dormono così bene che paiono morti... Viventi

domenica 28 ottobre 2012

Serie A, 9> Catania vs Juventus 0-1–Indignati popolino, dimentica il passato

Scurdammece u passat, quel che conta è il presente, specialmente se il presente si chiama errore a favore della Juve. dimentica le zuppe arbitrali del derby pro Inter o i rigori fuori area regalati al Napoli, oggi è andato di scena un fuorigioco che non c’era, come se ne vedono tanti, ma stavolta ad essere favorita è stata la Juve. E giù il popolino ignorante a sputare sentenze da memoria selettiva, e quando parlo di popolino pardo dei Media, che si ingrassano come non mai.

Il calcio, questo sconosciuto, ha detto che la Juve di oggi ha giocato con la tipica svogliatezza di chi gioca ogni tre giorni. Più che stanca però oggi ad un certo punto sembrava non volersi stancare, soprattutto dopo il vantaggio e la superiorità numerica. Così si rivede il lancio lungo, pratica tanto cara alla Juve pre Conte, accantonata poi dal tecnico leccese. Se i risultati arrivano però il bel gioco dello scorso anno sembra ancora un ricordo. Oggi scendeva in campo il cenerentolo Bentner, deciso a sfatare Catania e a non diventare il nuovo Elia, li dove ad Elia fu data una possibilità non sfruttata che lo condanno all’oblio bianconero. Ad un occhio superficiale potrebbe sembrare che abbia giocato una partita dignitosa e che gli sia mancato il gol, chissà se quell’occhio non è quello di Conte, e chissà come l’ha visto lui senza i pregiudizi che sembra avere nei suoi confronti. Giovinco invece sta diventando un caso sempre più snervante, la sua cronica bulimia da gol sta stancando, al gol deve arrivarci sempre il solito centrocampista di turno e il bomber diventa Vidal. Stucchevole ad esempio il siparietto tra Bentner e Giovinco, che vicendevolmente non si passano la palla perchè in precedenza uno dei due non l’ha liberato l’altro, in una piccola diaspora psicologica. Va bene poi che vuoi risparmiare energie ma non puoi, 11 contro 10, rinunciare quasi ad attaccare e invece di inserirti passare la palla dietro, che ne penserà il leone in Gabbia?

Ben gli sta’ al Cartania dunque, che dopo non aver sbattuto ciglio per l’errore che ha favorito l’Inter contro di loro ora piange e si dimena. Ben gli sta’ a questa falsa Italia sempre pronta a denigrarci, anche dopo aver cisto l’arbitro assegnare il fuorigioco e poi revocarlo (una persona intelligente capirebbe che il dolo non esiste). Piangete popolino noi i tre punti ce li prendiamo, perchè quando domani sfavoriranno noi voi ve ne fregherete altamente.

venerdì 26 ottobre 2012

Steve Hackett - GENESIS REVISITED 2

© 22 Ottobre 2012
Quando Steve Hackett una quindicina di anni fa se ne uscì con Genesis revisited spiazzò i fan (sia suoi che quelli dei Genesis): perchè recuperare alcuni tra i maggiori capolavori del suo ex gruppo stravolgendoli e riarrangiandoli in modo completamente diverso? Forse una volontà dissacratoria dettata  dalla voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa (aveva ancora qualche rancore con gli ex compagni) e il desiderio di far scoprire nuove sfumature o esaltare alcune parti di brani che erano rimasti nella storia. L'operazione, pur con qualche riserva riuscì, e permise anche a una perla come Deja-vu (un inedito che però era stato concepito all'epoca del sodalizio) di vedere la luce.

martedì 23 ottobre 2012

Champions League, Girone E 3>Nordsjaelland vs Juventus 1-1 – l’Europa è una livella

Che siano grandi o che siano piccole il risultato finale è sempre lo stesso, il pareggio, lo è da nove partite consecutive ormai e chi non crede nelle maledizioni dovrà ricredersi, lo disse anche Buffon. Andare in Danimarca e pareggiare con una che le ha prese da tutti è davvero imperdonabile. Le chiacchiere si sono sprecate: bisogna vincere andata e ritorno, loro sono scarsi, alcuni di loro tifano Juve… già, le chiacchiere, i fatti sono altro. Innanzitutto, al di là del fatto che dovevi vincere ad occhi chiusi, bisogna mettersi in testa che la Champions non è la Serie A. La serie A non è mai stata così mediocre, ecco perchè quando andiamo fuori sembra di passare dalla B alla A.

Dopo un primo tempo giocato col pigiama prendiamo un gol assurdo per le dinamiche con cui è avvenuto, Chiellini concede un fallo dal limite, ammesso che quello sia davvero un fallo, quando la palla ce l’avevamo noi, punizione impeccabile e gol. Ma come si può giocare con così poca cattiveria una partita così decisiva? Reparti sfilacciati e una quantità innumerevole di palloni sprecati per troppa foga. Che fine ha fatto il possesso palla ragionato? la fretta fa i figli ciechi! Dopo il gol subito la grinta c’è stata e anche la sfortuna, ma chiaro che il detto “aiutati che il ciel ti aiuta” non fallisce mai. Giovinco mio Giovinco, perchè continui a farci incazzare? Possibile che non ne metti dentro una manco a pagarla? Non ne parliamo poi di Matri, completamente inesistente. Chiaro che poi deve pensarci Vucinic subentrato dalla panchina, ma queste sono partite che devi vincere proprio con chi non gioca mai, non possono giocare sempre gli stessi, esiste una cosa chiamata turnover e chi ne fa parte deve dare lo stesso contributo egualmente, sennò restatevene in Italia.

A questo punto sarebbe meglio uscire dalla Champions e non qualificarsi nemmeno per la UEFA, visto l’assenza di testa che mettiamo in Europa. Fare appunto come il Napoli che mette in campo i bimbi dell’asilo perchè dell’Europa League se ne frega, noi invece dovremo farlo perchè non siamo ancora abbastanza grandi per lasciare casa in cerca della gloria all’estero ed è meglio riaffermarci qui se non vogliamo rimanere con un pugno di mosche.

domenica 21 ottobre 2012

Serie A, 8> Juventus vs Napoli 2-0 - Iatevenne

Finalmente la partita è arrivata, per due settimane i media l’hanno pompata manco fosse Barcellona-Real Madrid, tutto per per esaltare i nuovi “simpatici” del calcio italiano, poca importa se girano con le bandiere col –39, devastano stadi e tengono camorristi a bordo campo, no loro sono “i simpatici”. I più smaliziati hanno han già riconosciuto una regia dietro le storie del calcio moderno, così come accadeva per Allegri l’anno scorso, infastidito anche dalle mosche di Torino, così accade oggi con coloro che dopo sole 8 giornate credono già di poter lottare per lo scudetto. Per due settimane i media ci han parlato del duello infinito, manco fossero l’inter o il Milan in lotta ogni anno con noi per lo scudetto. Ben gli sta che se ne son presi due e se ne son tornati a casa, con certa gente non si può avere sportività, proprio come accade con i violacei, perchè tale tensione architettata ad arte dai media (dalla normalissima sera di Pechino) si trasforma in odio nei settori più popolari dell’ignoranza becera del tifoso, e chissà cos’altro, nel settore ospiti. D’altro canto l’educazione ad un calcio diverso non si potrà mai avere in un paese abituato al complotto ma che non ne smaschera mai nessuno, tranne trovare un capro espiatorio popolare che metta d'accordo i più. Dov’era Buffon ieri? Zuliani cita il metodo Stanislavskij: il portierone si è così immedesimato nell’infortunio finto da avere veri sintoni e saltare la gara… di cosa stiamo parlando? E l’ispettore federale mandato dal Napoli a setacciare gli spogliatoi, alla ricerca di un cunicolo spazio temporale che permetta a Conte di entrare in capo con le sembianze di Alessio? Il magazziniere che picchia uno Stewart? E poi ci si meraviglia che i mafioncello napoletano devasti lo stadio. E meno male che non c’è stato il gol di Muntari. Un miliardo di telespettatori, secondo Mediaset, azz la partita del secolo e noi non l’abbiamo neanche registrata sui nostri VHS. La realtà sta superando la fantasia più sfrenata, altro che cinepanettone.

La partita invece è stata la realtà… bruttina, fallosa e continuamente spezzettata dall’arbitro. Il Napoli può andare in giro a vantarsi del possesso palla come se avesse fatto un impresa, senza considerare che la nostra tattica (visto le altre partite col Napoli) è stata proprio quella, meglio dare loro il pallino del gioco così non ci esponiamo al loro pericoloso contropiede. Noi invece portiamo a casa tre punti facendo più tiri in porta contro la loro traversa, li da sola, messa in cornice come una vittoria. Gli uomini della svolta ancora una volta coloro che vengon dalla panca, Caceres e Pogba, il primo mangia sul tavolo che per tutta la partita Asamoah apparecchia, sgroppando sotto e sopra come un matto e facendo impazzire gli avversari, il secondo mettendo uno splendido sigillo con un eurogol a volo e dando riposo a chi ieri era un po’ appannato, Vidal. Giovinco sgomita un po’ di più del solito ma alla fine gli attaccanti ancora una volta non pungono e devono pensarci sempre gli atri. Metti Quagliarella ad esempio, la sua brutta prestazione nel match contro il suo Napoli può far pensar male, ma gli diamo il beneficio della buona fede, visto che Matri fa poco più di lui. Alla fine Storari esce inoperoso, il che è dir tutto.

Archiviato il big match passiamo ad uno più fondamentale, quello di mercoledì in Champions, una mancata vittoria potrebbe significare un piede fuori.

mercoledì 17 ottobre 2012

KILLER JOE - William Friedkin

William Friedkin è un regista che spiazza. Sempre. Fin dal capolavoro orrorifico de L'esorcista, passando per il crudo poliziesco metropolitano con Il Braccio violento della legge o al thriller atipico Vivere e morire a Los Angeles il regista statunitense gioca con lo spettatore, lo mette fuori strada e divide.

Eccolo quindi alla soglia degli 80 anni uscirsene con questo Killer Joe, film particolare, crudo, violento e potente come nel suo stile. Stavolta però sceglie la strada del grottesco, si lascia andare ad atmosfere tarantiniane (ma il suo stile è sempre ben presente), in un film molto parlato (l'ispirazione è una pièce teatrale) e soprattutto recitato. Anche la trama è molto sottile, a tratti quasi scompare per lasciare spazio ai protagonisti.

Il cinismo di ogni personaggio è allo stesso modo grottesco, in una escalation di follia ed egoismo che non risparmia nessuno.

Tra tutti si distinguono proprio il Killer che dà il titolo al film, capace con la sua figura di tenere in piedi per gran parte da solo tutta la pellicola (molto bravo McConaughey, peccato che quasi sempre lo si veda in commedie insulse che non ne sfruttano il talento) e di offrire una parte finale da brividi, l'ingenua Dottie (che in realtà è forse a tratti l'unica capace di capire ciò che realmente accade ed accadrà) e in maniera minore il fratello della stessa (forse un po' meno egoista degli altri ma allo stesso modo cinico e stupido) e il padre che si lascia scivolare tutto addosso magari infarcendolo di parolacce ma che se ne resta per tutto il film lì, impassibile.

Killer Joe in definitiva è un thriller che però è allo stesso tempo una commedia, un noir, un film grottesco e una favola nera (il regista l'ha definito "una cenererentola dark" ed effettivamente non ha tutti i torti).

In definitiva Friedkin stupisce ancora con un film imperfetto, violento, grezzo e sporco, un pugno di attori che quasi per tutto il tempo sono sempre nella stessa stanza, una manciata di dialoghi efficacissimi e qualche scena che diventerà cult negli anni a venire (il finale violentissimo o la scena della coscia di pollo).

Un film non per tutti, anzi per pochi a giudicare dai commenti in sala di qualcuno che avrebbe fatto meglio ad andarsi a vedere un action qualsiasi invece di fracassare i cocomeri per tutta la durata lamentandosi di quanto il film (a turno) facesse schifo, fosse stupido, immorale, "il film più brutto che io abbia mai visto".

Voto 7

domenica 14 ottobre 2012

TOTAL RECALL, Atto di forza - Len Wiseman

L'ho visto ormai qualche giorno fa, per essere la prima sera c'era relativamente poca gente, l'effetto Ted si fa ancora sentire, ma i soliti rompiballe quelli non mancano mai (se ne potrebbe aprire una rubrica dedicata). Stavolta becchiamo uno logorroico, pensate che per tutto il film ha raccontato la trama di "io vi troverò" perchè è uscito il seguito (Taken 2). Questa le supera tutte, ti siedi a vedere un film e parli della trama di un altro, ragazzo mio hai dei problemi seri! Che gli fai a uno così? Se lo mandi al affanculo poi sei costretto a spiegargli la strada. Ma veniamo al film...

Un po’ Uncharted un po’ V per vendetta, il film perde la tipica ironia degli action movie 80-90 e sostituisce Marte (abbandonato proprio nell’anno di Curiosity) con gli antipodi degli Usa, ai quali ci si arriva in poco tempo con un trasporto “rivoluzionario”. Protagonista quindi è la frustrazione causata dalla sovrappopolazione terrestre, l’uomo si è esteso per tutta la superfice terrestre soprassaturandola e producendo obbrobriosi alloggi costruiti gli uni sugli altri come rami intrecciati. Chiaro che in questa situazione nascano i dittatori e le resistenze di turno.

Come accade spesso per tutti i seguiti o remake, i distributori italiani si arrendono (finalmente) al nome originale, e se prima avevamo "io vi troverò" (Taken) ora abbiamo "Taken 2", così Atto di forza-Total Recall subisce una “inversione di gravità” e diviene Total Recall-Atto di forza. Ma cosa rimane del cult con Schwarzenegger? Ben poco, lo si ricorda giusto per una serie di citazioni, sparse qua e la per il film, e per la trama simile. La trama si dipana in maniera frenetica ma lineare in un lungo inseguimento che dura tutto il film. Le domande che il vecchio film si faceva restano a margine della storia, nessuno spazio alla confusione, qui si capisce tutto nell’attimo stesso in cui tutto avviene. Gli attori, più piacioni che mai, si prendono troppo sul serio. Chi ama gli effetti speciali andrà a nozze ma per i fan di Philip Dick e dei film che ne seguono le orme c’è poca carne al fuoco.
Film non del tutto pessimo (per il suo genere ben inteso) che non resterà certo nella storia della cinematografia ma che se poco poco fa buoni incassi il rischio è che tale trovata commerciale produca seguiti ben peggiori. ci si fermi qui e non è successo nulla.

venerdì 12 ottobre 2012

Marillion - SOUNDS THAT CAN'T BE MADE

© 17 Settembre 2012
Quando esce un nuovo album dei Marillion per i fan in un certo senso è sempre un evento, perchè dopo aver ascoltato i capolavori con Fish, dopo album come Brave e Marbles o anche lo stesso Afraid of sunlight, ci si aspetta sempre che regalino al proprio pubblico nuovi capolavori.
Non sempre è accaduto che Hogarth e soci componessero grandi album, anzi di solito a grandi dischi si sono succeduti altri che non andavano oltre la sufficienza, che contenevano 2 o 3 perle ma poi il resto dei brani non era allo stesso livello.

domenica 7 ottobre 2012

Serie A, 7> Siena vs Juventus 1-2–Livello 1 superato con 0 energia

Mi gioco il Jolly, Marchisio Claudio, vinco e regalo una nuova dentiera ai rosiconi. Ma quanta fatica facciamo una partita che dovevamo portare in carrozza? Per carità il calcio è questo e si poteva addirittura tornare a casa con le pive nel sacco. Ma quel che davvero non mi è piaciuto è l’atteggiamento remissivo della squadra che sembra andare avanti per inerzia.

Dopo la Champions un’altra prova appannata, in cui la svogliatezza trasudava da tutti i pori. Mi piange il cuore dover vedere quanto ancora sia inadeguato Giovinco per una squadra come la Juve. Più che una formica atomica un fuscello nel vento che porta sulla schiena il numero dei milioni sborsati da noi per la sua metà, a terra in ogni contatto. Vucinic potrebbe giocare anche da seduto, ormai non lo si toglie più, si continua ad aspettare che arrivi la corrente al suo genio, un po' come un vecchietto che lotta conto le bizze del digitale terrestre. Il pareggio a primo tempo ormai finito ti fa cadere le braccia, ma molto più certe disattenzioni da incubo che non producono frutto solo per la scarsità dell’albero senese sotto porta. E Bentner? Marotta ha fatto un grande acquisto assieme ad Elia sono stati i marcatori più prolifici della storia della panchina bianconera. Se non lo metti contro il Siena dovrai aspettare l’amichevole col Val d’Aosta. Il più attivo della partita pareva Cosmi a bordo campo, come al solito tarantolato e incazzoso per ogni alito di vento, nell’intervista ammette sarcastico di aver voluto provare l’ebbrezza del gol.

Speriamo che la sosta serva a far ricaricare le pile, nazionale permettendo si intende, perchè alla fine la sosta è come se quasi non ci fosse per i nostri. Poi arriveranno a Torino i “simpatici”, la nuova invenzione del calcio italiano dopo gli “onesti”, che a differenza nostra se ne fregano dell’Europa (e poi si pretende che si debba tifare per le italiane). Arriveranno con i favori del gufaggio, talmente pieni di se che han già fatto rimpiangere gli onesti, nemici eterni ma più professionali.

sabato 6 ottobre 2012

TED - Seth MacFarlane

Firma e locandina non lasciano spazio ad equivoci di sorta, ma se non conoscete i Griffin e magari avete portato il vostro figlio più piccolo al cinema a vedere TED perchè c’è l’orsetto… buona fortuna. Si perchè, anche se può sembrare strano, c’è ne di gente del genere in giro, è l’effetto collaterale delle comodissime multisala, vai li è scegli un film a caso. Tipo i tizi che ieri prima dello spettacolo entrano e ci accusano di avergli fregato il posto, salvo poi accorgersi di aver sbagliato sala e squagliarsi in velocità. No ragazzi, se andate al cinema a vedere TED prima “studiate”. L’esordio sul grande schermo del creatore di Family Guy è un’anti fiaba per eccellenza ma con tutti i dettami della fiaba classica, con tanto di desideri natalizi, magie, lieto fine e voce narrante. Una storia alla maniera di McFarlane dunque, stile “togliti dai piedi Disney che Natale non è ancora arrivato” ma col tentativo di metterci comunque una morale. Il tutto condito con quel gusto citazionistico tipico dei Griffin, famoso e apprezzato soprattutto da coloro che ne sanno cogliere il senso

E’ la storia di John, un bambino senza amici, talmente snobbato dai suoi coetanei che neppure i bulli se lo cagano, ma anche talmente fantasioso che per Natale riceve un orsacchiotto e lo chiama Teddy… Ecco qui che entra in scena il primo lost in translation tipico dei Griffin che in pochi capiranno, quindi urge n.d.a.: in inglese orsacchiotto di peluche si traduce appunto con teddy bear. Per capirci è un po’ come se il tuo piccolo cane tu lo chiamassi chiwawa. Comunque… accade che John esprime un desiderio, quello di poter dar vita al suo orsacchiotto, in stile pinocchio insomma, e come per magia il desiderio si avvera e i due diventano due amici inseparabili. Solo che poi i due crescono.

Ted è un orsetto strafatto, simbolo e allegoria del fanciullino che è nello stesso John, che non solo non vuole proprio saperne di crescere, ma che si diverte a “giocare” con le conoscenze di un adulto. Questo Peter  Griffin di peluche, che ne condivide la voce, è davvero uno spasso. Politicamente scorretto al punto giusto e demenziale quanto serve e i momenti esilaranti non mancano. La trama su cui si dipana invece è trita e ritrita, l’abbiamo vista decine di volte nei film romantici, in quelli in cui lui e lei si amano, poi litigano, poi si lasciano e poi si ripigliano, ma non me ne volete per questo spoiler perchè la trama è volutamente messa li come un supporto per tenere in piedi il vero film, quello fatto di schetch e di citazioni. Come l’elenco dei nomi truzzi (e lo capisci che sono truzzi se sei americano) che John fa a Ted per indovinare il nome della sua nuova ragazza, o la demenziale partecipazione di Samuel Gerald Jones, l’attore di Flash Gordon.

Quel che invece avrebbe potuto migliorare il film, a mio avviso, sarebbe stata la scelta di un protagonista differente. Non me ne voglia il buon Mark Wahlberg ma se al suo posto ci fosse stato Jason Lee (Earl di My name is Earl) ad esempio? Insomma si è voluto scegliere un fico per giustificare il colpo di fulmine della gnocca Mila Kunis, che nei Griffin da la voce a Meg e con Wahlberg aveva già recitato in Max Payne, ma forse un comico avrebbe rafforzato l’assurda amicizia uomo-orsetto. Tutto sommato però per quest’esordio va bene così e qualcuno già spera che sia solo un inizio.

mercoledì 3 ottobre 2012

Champions League, Girone E 2> Juventus vs Shaktar 1-1–Sciopero del tifo e del gioco

La prestazione di ieri fa il paio con gli squallidi posti vuoti dello Stadium, per noi una novità negativa, come quella di vedere gli altri venire a fare gioco a Torino e noi subire. La brutta figura dunque è stata generale. In primis per la società, colpa della mano che sta calcando troppo a livello speculativo col caro biglietti, ne’ per i tifosi, si aprano discussioni sull’opportunità di scioperare in partite importanti come questa e ne’ per i calciatori appunto.
Con quella maglia rossa da dietro lo Shaktar pareva il Barcellona, loro possesso palla e ripartenze brucianti, noi troppo fiacchi per stargli dietro. Dopo la Rometta lo Shaktar ci riporta sulla terra. La partita di stasera doveva darci indicazioni sullo stato di servizio della Juve in coppa ma se questo é il risultato... Reparti disconnessi e frenesia tattica inversamente proporzionale alla freschezza atletica. I molti impegni iniziano a pesare e in questi due martedì, tra viola e Shaktar, lasciamo i polmoni in riserva, e visto l'andazzo della partita dobbiamo persino esser contenti di come sia andata, perchè loro la vittoria se la sarebbero meritata tutta. I cambi di Vucinic-Matri per Giovinco-Quagliarella hanno dimostrato un errore di valutazione tattico che si è concretizzato in campo e giocatori come Pirlo non possono affrontare tutti gli impegni. Abbiamo potuto vedere quanto questa Juve sia una superpotenza tra le mura italiche e quanto invece sia fragile in coppa. L'organico non é ancora all'altezza della doppia sfida, l'avevamo detto vedendo il mercato, basato più sul campionato che altro. D’altro canto anche il sorteggio parlava chiaro con la terza fascia, al di là dei facili ottimismi, lo Shaktar vinceva da 25 partite consecutive il che non sono poche neppure per il campionato ucraino
Ora che il gioco si fa duro i duri iniziano a... fare i primi calcoli. Shaktar e Chelsea sono primi a pari merito, ma dovranno scornarsi a vicenda nella doppia sfida, non invece dobbiamo "approfittare" dei danesi per prendere sti sei punti e vincerne un’altra tra Chelsea a in casa e Shaktar fuori, consci del fatto che l'Europa non é l'Italia e che tutte sono insidiose. A mio parere il nostro obbiettivo quest'anno e farci le ossa cercando di evitare la UEFA League, li si che sarebbe una batosta fisica non indifferente da affrontare.