domenica 30 settembre 2012

Serie A, 6> Juventus vs Roma 4-1–…e sono pure pochi

Ieri a Torino arrivava la Grande star del Gossip calcistico Zemànn (come lo chiamano dalle mie parti) e lo Juventus Stadium grondava di Paparazzi. Bohemian Rhapsody, strascica lessico, il profeta del calcio sparlato, Champagne supernova, l’idolo dei giornali. Era venuto per fare il protagonista… ma purtroppo per lui alle 20.45 la partita è iniziata e le chiacchiere sono rimaste a zero. E’ tornato a Roma carico di meraviglia. La stessa che s’erano presi lo scorso anno con Luigi Enrico.

18 minuti ed eravamo già 3-0, per tutto il primo tempo poi è stata più la rabbia delle occasioni sprecate che la gioia dei gol fatti. Annichiliti i giallorossi restavano alle corde, mentre il viso aggrottato del chiacchierone malefico dicevano tutto. Il campo ha sempre parlato una lingua diversa dalle parole, è per questo che tutti ci invidiano. Come quel Mazzaro’ livornese trapiantato a Napoli, suo erede, che oggi non si lamenta affatto del trattamento ricevuto dal suo Napoli con la povera Samp di Ferrara,il boemo è il re delle chiacchiere da bar. Ha fatto del suo odio un baluardo talmente ingombrante che ora tutti (gli antijuventini) non riconoscono più neppure più imparzialmente i suoi demeriti, tanto lo osannano  per il perdente che è sempre stato. Per molto meno strateghi rivoluzionari del calcio rimangono a casa con la pensione, ma a nessuno importa.

Il Pirlo dato per bollito che segna su punizione è un altro schiaffo ai gufi. Finalmente quest’anno i rigori li vedono e Vidal è ufficialmente il nuovo rigorista dopo Il Capitano. Matri invece si sblocca finalmente, anche perchè ieri ha potuto muoversi come voleva tra la scarsissima difesa della Roma. Nel secondo tempo invece la rilassatezza, e forse il pensiero della Champions, ci hanno un po' frenato, lasciando alle mosche alito di fiato per cercare un improbabile rimonta ma non c’è stata storia, la luce la spegne la formica atomica, dopo uno splendido coast to coast di Barzagli, dopo solo foto ricordo coi musi lunghi del Boemo e con Totti. La prova di forza è stata imponete, tanto che alla fine quattro gol sono stati pochi. Ma le vere star della guerra alla signora devono ancora apparire. Never back down, martedì torna la Champions.

venerdì 28 settembre 2012

Deus Ex, Human Revolution – Eidos; Square Enix

"Non siamo ancora alla fine del mondo, ma da qui è possibile vederla"
Nel creare un videogioco (ma anche un film) se si riescono ad azzeccare l'ambientazione e l'atmosfera generale si è fatto gran parte del lavoro. Prendiamo l'ottimo Bioshock, cosa sarebbe senza la magnificenza e allo stesso tempo lo sfacelo di una città subacquea come Rapture, senza la follia che ne pervade ogni angolo? Avrebbe la stessa magia? Fallout 3 senza l'inospitale e pericolosa zona contaminata avrebbe la stessa "potenza"? Gta Vice city senza le sue spiagge, le auto lussuose, i vestiti sgargianti, le missioni alla Miami Vice o alla Scarface avrebbe lo stesso fascino? La risposta ovviamente è no.
Lo stesso vale per questo Deus Ex - human revolution, prequel del fortunato Deus ex (uno dei giochi migliori di tutti i tempi a detta di molti) uscito ormai più di una decina d'anni fa (a cui fece seguito un meno riuscito capitolo): le tonalità gialle, la magnificenza e la "freddezza" delle città, le luci e le voci, tutto trasuda di fantascienza distopica. Oltre alle ambientazioni poi anche l'atmosfera è qualcosa di magnifico: i dialoghi, la sensazione di vivere in un mondo nel quale non ci si può fidare mai realmente di nessuno, i dilemmi morali (oltre all'impatto della tecnologia sulla vita umana e al contrasto tra innovazione esasperata e bisogno di umanità troviamo anche argomenti più "terreni" come prostituzione e perfino eutanasia), le scelte, tutto ciò che ci gira intorno (gli e-book, le email e i giornali che si trovano all'interno del gioco).
D.E.- Human revolution ha poi un altro importante punto a favore, ogni giocatore lo può giocare come meglio crede: è un FPS se tu decidi che lo deve essere e lo affronti in questo modo (potenziando il protagonista per far si che sia un tipo dai modi spicci e votato allo scontro con le armi), è uno stealth se scegli di finire il gioco senza farti scoprire (si può finire senza uccidere una singola persona, a parte i boss), è allo stesso tempo un GDR per le possibilità offerte in merito alla personalizzazione delle caratteristiche del protagonista. Questo è un pregio non da poco.
E' un gioco insomma che pur restando ancorato pesantemente al suo capitolo iniziale non ha paura di osare, sia per quanto riguarda il giocato che la trama.
In tutto questo splendore qualche difettuccio purtroppo c'è: i boss sono male integrati e sono abbastanza incoerenti qualora si adottasse uno stile di gioco votato alla furtività, e (cosa forse un po' più grave) la parte finale del gioco (quella immediatamente prima della conclusione) sembra un po' affrettata e tirata via, non ha la forza che dovrebbe avere, non è all'altezza di 2/3 di gioco da manuale.
Non si incarta nel finale, non è incoerente, non fa nessun salto dello squalo, semplicemente dopo un gioco pieno di scelte, dove ogni missione può essere affrontata con un approccio e uno stile diverso, proprio nel finale non risente di tutto questo ed è invece influenzato soltanto da ciò che facciamo negli ultimissimi istanti.
Deus ex - H.R. è insomma un gioco magnifico, che tutti gli amanti della fantascienza distopica dovrebbero giocare, che non entrerà mai nel novero dei giochi più belli o ricordati di tutti i tempi perchè a causa di qualche difetto (ingigantito da molti) non raggiunge l'eccellenza. E' e resta comunque uno degli esperimenti più interessanti e freschi degli ultimi anni, magari non per tutti (molto riflessivo e "lento").
voto 8+

mercoledì 26 settembre 2012

Serie A, 5> Fiorentina vs Juventus 0-0 – uno stanco martedì toscano

Esistono storie che non esistono… come la rivalità tra Juve e Fiorentina, talmente assurda che va avanti da decine di anni splendendo ormai di luce propria. All’entrata dello stadio in una delle tante interviste ad hoc, create dai media per tener vivo il focolare, si chiede il perchè ad un tizio a caso e la sua risposta è incredibilmente grottesca per quanto esplicativa: “nessun motivo, è così dalla nascita!”. Ora potete ben capire quanto questa gente abbia bisogno di analizzare a fondo le ragioni che le spingano a voler cercare il male per eccellenza nei colori bianconeri, quasi come se per loro fosse un elemento stabilizzante per i loro problemi quotidiani.

Ad ogni modo, lasciando stare gli aspetti di marketing che tutto questo porta ai media, ci sono pareggi che ti devi prendere e portare a casa, al di la dell’orgoglio e della rivalità con chi ti sta di fronte, soprattutto se alla fine si tratta di un punto guadagnato. Ad un osservatore esterno, rimasto in orbita in una missione spaziale della durata di due anni, il tempo bianconero deve essere sembrato rimasto immutato. Ma la spiegazione, al di fuori di ogni teoria relativistica, è ben più semplice, e cioè non ne avevamo più.

E’ dallo scorso anno che continuano a dirci che tutti questi impegni ci avrebbero fiaccati, ed ecco il tempo propizio alla raccolta per i gufi. Perennemente col fiato corto giochiamo a rincorrere l’avversario, ma quando si tratta di proporre qualcosa noi rivolgiamo il nostro pensiero altrove. Neppure un idea, ne il giusto innesco per realizzarla. Da un lato c’era chi affrontava la finale di coppa del mondo e dall’altra chi non avrebbe proprio voluto neppure affrontare il viaggio verso Firenze. Non c’entra quindi l’impegno, magari fosse quello, qui si tratta di stanchezza, semplice e preoccupante stanchezza, quella che quanto arriva devi solo sperare che non ti faccia soccombere. Difatti è quello che stava per accadere, i violacei compiono la partita perfetta e per sfortuna, e anche molta incapacità realizzativa, non prendono i tre punti, che avrebbero voluto dire una settimana o forse un mese di feste estreme per le vie della città.

Cresce nei tifosi juventini la fazione degli oppositori di Giovinco. Ancora una volta la formica appare inadeguata ad affrontare certe partite e ci si meraviglia del perchè Conte, e chi per lui, continui a bruciarlo in partite fisiche come queste, lasciandolo in campo per tutti i 90’ minuti. Neppure mettere ancora Vucinic e Marchisio alla bisogna ci salva dal periodo di appannamento, ora quello che deve farci preoccupare di più, non è il pareggio, perchè non sempre si può vincere (checché ne dicano i chiacchieroni della stampa che ne monteranno un caso), ma è come affronteremo i centometristi del Bohemian con queste premesse fisiche. Urge prova di forza.

domenica 23 settembre 2012

Serie A 4> Juventus vs Chievo Verona 2-0 – Una doppietta in mano alla Quaglia

Notts County, Juventus, Siena, Udinese… è stato un weekend di dominio dei colori bianconeri, condito da un menù di fagioli sciacquati e alici sotto sale. Ieri intanto la sfida Juventus-Sorrentino si è conclusa a favore dei bianconeri di Quagliarella, che vola sempre più in alto prendendosi un po’ di soddisfazioni personali.
Il Chievo, da un po’ di tempo a questa parte, è stata la nostra “beffa”. Non gli si riusciva a sfilare tre punti manco per niente. Ieri l’andazzo sembrava lo stesso, con gli scaligeri che si arroccavano in porta in undici e Sorrentino che diventava il fenomeno che non era stato nelle altre giornate. No, sorbirsi ancora la troll face ciociara di Di Carlo, no! Ma Quagliarella non ci sta’. Non ci sta' ad iscriversi al club dei panchinari e non ci sta a tirarsene fuori con un gol banale. No, a lui piace stupire, il golletto lo aborra. Con due gol, uno più bello dell’altro, che piegano letteralmente le mani al “portierone” clivense, dice a Conte, chi per lui, di tenerlo da conto perchè è duro a morire.
La perla nera Pogba è ancora grezza ma giusto provarlo in queste occasioni, così come avrei provato Bendner per più tempo, magari dando più fiato a Vucinic, un po’ appannato. L’operazione turnover stenta a decollare, visto che ancora una volta si è dovuti ricorrere a Vidal per scavalcare il muretto, e questo non va bene.

giovedì 20 settembre 2012

Champions League, Girone E 1> Chelsea vs Juventus 2-2– Vai avanti tu che a me… ci pensa Quaglia.

Primo giorno di scuola ed è già compito in classe. La tensione traspare, in campo si oppongono campioni d’Italia e campioni d’Europa. La musichetta manca da più di mille giorni e tutti gli occhi ci sono addosso… soprattutto quella del grande fratello mediatico su Conte, nel suo box.
Ancora una volta portiamo avanti un primo tempo non alla nostra altezza, con passaggi sbagliati da settore giovanile e con un Chelsea in vantaggio su tutti i palloni. Eppure in campo ci sono i titolari, lo si capisce anche dal fatto che non ci sono cambi fino al 75’. Ma la Champions è un altro pianeta, la Serie A perdona lei no, nemmeno se rimani un minuto in dieci col guerriero che infortunato esce dicendo: “torno subito”. Così ti ritrovi sotto, con due gol da “Oscar”, e pensi che sia finita. Ma ancora una volta il carattere bianconero di questo inizio stazione risorge. Il guerriero ferito accorcia saltellando su una gamba e consegna alla Juve-Hide, del secondo tempo, un occasione di rimonta. Che carattere Arturo, la Juve si desta.
Impaziente in tribuna il leone ruggisce e si dimena, in campo invece la Formica appare disatomica, più che mai inadeguato alla contesa. Ogni alito di fiato degli inglesi lo sbilancia e ad un tratto, dopo un fallo fatto, è lui che si ritrova a terra al posto dell’avversario. Il Quaglia scalpita in panchina e quando lo sostituisce lo eclissa totalmente col pareggio e una la traversa che avrebbe portato alla rimonta completa. Ora molti tornano ad interrogarsi sull’utilizzo di Giovinco, accendo e spegnendo la fiducia verso di lui come una luce ad intermittenza, a mio parere può far bene in campionato e coppa, ma con squadre meno fisiche. Giustificazione accettata invece per la brutta prova di Pirlo, a cui manca solo il dono dell’ubiquità, visto i continui impegni in cui è stato impiegato da sempre. malino Bonucci e ottimo Barzagli. Bene la difesa in generale protetta da Superman alle spalle, che nulla può sui due gol ma che ancora una volta vola e calamita ogni palla.
Prima della partita un pareggio sarebbe stato pronosticato come buono. Ancor di più ora che arriva fuori casa, in rimonta, contro la favorita del girone. Il carattere c’è stato, la prova d’orgoglio anche. Il problema ora sarà riuscire a far girare gli uomini per questi sabato-martedì-sabato-martedì in cui dovremo affrontare i nemici giurati di Fiorentina e Roma. Gli esami non finiscono mai!

martedì 18 settembre 2012

PROMETHEUS – Ridley Scott

Prometheus… ma non manthenus, perchè in realtà sembra un lungo trailer degli eventuali seguiti che verranno. E’ la sindrome da Lost. Se ci fosse una classifica dei film più "ingiudicabili" della storia del cinema, probabilmente Prometheus sarebbe da podio.

E' un bel film? Si per buona parte sicuramente: grande impatto visivo, tanta tensione, giusto (auto)citazionismo, tanta passione per il buon vecchio cinema di fantascienza. Allora è un capolavoro? 
 
No, assolutamente no, perchè allo stesso tempo è inconcludente, monco, indisponente e subdolo nei confronti dello spettatore che a tratti sembra quasi prendere in giro. Prometheus è un Lost senza il carisma dei protagonisti ma con più fascino visivo, è un Mission to Mars godurioso ma ancora più inconcludente e pretenzioso, è un trailer che sembra un opera d'arte ma non è un film, è un videogame che ti chiede di comprare i DLC per conoscere dove la trama vuole andare a parare (e forse i DLC manco sono in progettazione). 
 
Peccato, il ragazzo ha studiato ma non si applica, potrebbe scrivere la divina commedia ma dopo un'ottima, lunga, introduzione comincia ad avere uno stile alla "Tre metri sopra il cielo".

Che dire degli attori? All'inizio sono pure simpatici, sembrano caratterizzati bene, poi di punto in bianco si mettono a fare cose stupide e contraddittorie, bella l'idea di una protagonista novella Ripley. Ecco, bella l'idea, stop: è davvero gestita male la protagonista, non si riesce a empatizzare come si dovrebbe con lei, non riesce a mantenere la scena adeguatamente tanto che alla fine il paragone col personaggio della Weaver risulta quasi un'eresia. 
 
Per quanto riguarda gli altri al di là di un Fassbender volutamente mono espressivo e di un Guy Pearce assolutamente mal sfruttato, abbiamo una delle Charlize Theron più inutili che possa capitare di vedere: c'è o non c'è fa lo stesso. Si limita a guardare qualche schermo, dire due frasi apparentemente minacciose e basta. Dice l'abbiamo messa perchè con la sua bellezza è una calamita attira uomini, ok, ma sembra un robot, piatta e mono espressiva e anche poco sfruttata a livello visivo.

Cercare insomma di dare una valutazione oggettiva o quantomeno realistica è impresa titanica, è come "ballare di architettura" direbbe qualcuno. Qualcuno ha paragonato questo Prometheus ad Avatar per metterne in risalto le falle, ma cosa possono avere in comune (a parte gli ottimi effetti speciali) un film piacione e per famiglie, con una trama da cartone animato, semplice e coerente con un film oscuro, dark, ambizioso ma anche inconsistente, bacato a livello di sceneggiatura e coerente come Berlusconi che vota partito comunista? Poco, molto poco.

Prometheus quindi vale la pena di essere visto? Probabilmente si, soprattutto per coloro che amano la fantascienza (quella vera) i primi 30 minuti sono una goduria a livello visivo e affascinanti come pochi altri film, peccato che poi un certo sceneggiatore parta (come sua consuetudine) per la tangente e cominci a snocciolare a briglia sciolta il catalogo delle cose da non fare in un film fantahorror.
“Lindelof che tu sia maledetto!”

Voto 7-

domenica 16 settembre 2012

Serie A, 3> Genoa vs Juventus 1-3 – Come ti curo l’Immobil...ismo



La Donna è Immobile, nel primo tempo… tre per tre facevano sette, quelle delle proverbiali camice sudate dai tre difensori Juve in balia dei tre attaccanti Genoa e dei pungenti lanci verticali che più volte li mettevano nelle condizioni di colpire. L’assaggio amaro della prima frazione pareva avere il gusto della prima sconfitta. Tutti gli elementi erano nel piatto, una difesa in affanno e il pensiero a Londra, il gol di chi avresti voluto tornasse assieme a Giovinco e un Genoa in palla. Il profumo di beffa aleggiava nell’aria e solo grazie a un paio di gol, già fatti, divorati da Immobile prima e dal “bel player” poi, potevamo dire meno male che perdiamo (solo) 1-0.

Ma il secondo tempo ha raccontato un’altra storia. Il leone in gabbia avrà di nuovo ruggito negli spogliatoi e la musica ascoltata nel secondo tempo è stata diversa. Una cosa l’abbiamo capita però, che ancora non possiamo dipendere dai panchinari per il turnover ma che, ahinoi, dovremo farlo. Abbiamo voluto la musichetta… della Champions? Ora dobbiamo pedalare in campo. I cambi l’hanno dimostrato, Vucinic e Asamoah hanno cambiato il volto alla squadra, l’uno per qualità e l’altro per quantità sono stati i registi di quest’imponente rimonta che azzittisce un po’ di gufi, per stavolta.

La paura c’è stata ma alla fine ancora una volta è andata bene e già qualcuno ha inaugurato un nuovo tormentone che fa calamitare le mani degli altri verso il ferro: quattro partite ufficiali e quattro vittorie per Carrera che pare non volersi fermare, onorando il proprio cognome. Allacciate le cinture si vola verso Londra, per ingannare metteremo nel nostro lettore multimediale Roma-Bologna e penseremo, Zeman ha proprio ragione… con lui quest’anno ci si diverte!

giovedì 13 settembre 2012

THE BOURNE LEGACY - Tony Gilroy

Un brutto DLC di Bourne Ultimatum… Gli esperti videogiocatori avranno già compreso cosa intendo, gli altri avranno cliccato sul link per capirlo. Confezionato solo per i fan più sfegatati della saga di Jason Bourne, questa pura trovata commerciale, sfrutta appieno l’ombra lasciata dai suoi predecessori tanto che, per non far dimenticare allo spettatore che film sta vedendo, continua a citarlo continuamente nelle notizie alla tv, in una sorta di storia parallela che mentre la guardi pensi: “Ah, Jason! Lui si che intanto si diverte!” Già perchè la storia è così fiacca che è al limite del sonnacchioso, tanto da trasformare il vecchio detto “puoi scappare ma non puoi nasconderti” in un “puoi nasconderti ma non puoi scappare”. Per due interminabili ore si susseguono solo i lunghi dialoghi degli agenti della CIA che mirano a stanare i fuggitivi, da un lato, e cosa fare per nascondersi, dall’altro, intervallati qua e la da scene d’azione. La musica di tensione non si fa scappare nulla, neppure quando il protagonista guarda semplicemente una mappa. Ogni frase, ogni parola sembrano più pericolose di ogni azione… Già perchè “Ahó! Noi c’avemo Edward Norton!” e lo dobbiamo sfoggiare in giro.

Sia chiaro, non è che a me non piacciano i film meno azione e più spionaggio (in tv sono tra quelli che ha molto apprezzato Rubicon) ma non mi puoi per un intero film parlare di stupidaggini morali e spionistiche, al limite della fantascienza, finalizzate non a sovvertire il sistema che Jason, nelle news alla tv, sta combattendo ma a raggiungere un luogo in cui avere un virus che stabilizza la malattia del personaggio, non so se mi spiego. Ho capito che il film l’ha girato lo sceneggiatore degli altri Bourne e quindi prediligi le scene parlate, ma se giri un film d’azione usi i dialoghi per spezzare la tensione e non la tensione per spezzare i dialoghi. A meno che non ti chiami Tarantino.

Finalmente come per magia qualcosa alla fine si rianima, rinasce. Scopiazzando due e tre scene di inseguimento del vecchio Bourne inizia la caccia all’uomo finale condita dal boss del videogame di turno… ecco, visto che era semplice? Magari se il Nemesis lo inserivi prima, e magari lo rendevi più ostico di sta ciofeca di inseguitore, si che ci divertivamo.

Vabbè, non è che mi aspettassi tanto da questo film ma sicuramente si poteva fare qualcosina in più. Il discorso è sempre quello, quando qualcosa finisce, finisce! Inutile continuare a riesumare personaggi solo per denaro. Alcuni gli danno un 6,5 altri si spingono troppo fuori con critiche ed elogi. Io gli do un 6- di incoraggiamento al regista, per il seguito che di sicuro si sarà e che a sto’ punto non so se vedrò.

martedì 11 settembre 2012

IL CAVALIERE OSCURO, IL RITORNO (Dark Knight Rises) – Christopher Nolan

The last Temptation of Batman… o piuttosto Fuga da Gotham, lo si potrebbe parafrasare vedendolo. La trilogia che Nolan ci lascia di questo vecchio supereroe è davvero inedita, umana e oscura come non mai. Così come Scorsese ridisegnava il Cristo nella sua veste più umana, qui Nolan ci parla di un uomo travagliato, catapultato in una storia forse più grande di lui. Un supereroe stanco che rifiuta di accollarsi questo enorme fardello e quasi vorrebbe “scendere da quella croce” che la città gli ha inchiodato addosso. Una citta corrotta (parafrasi del mondo) che l’ha prima acclamato e poi scacciato come l’ultimo dei criminali. Ma nessuno fugge a cotale destino e la sfida che lo attende (la sua ultima tentazione) sarà davvero ardua. Un nemico più forte, un corpo più debole, non risulta un eresia paragonare i due film, anche solo dal punto di vista puramente concettuale. Quel Bane scelto come “ultimo” ostacolo forse non è puramente un fattore tecnico. Non ha certo il carisma e il fascino di Joker, che lo impegnava più mentalmente e psicologicamente, ma rappresenta per lui una sfida fisica imponente, ma le prove che dovrà affrontare nel “rialzarsi” (The Dark Knight Rises, appunto) sono tutte basate sul corpo più che sull’anima.

Accade così che spinto dalla sua coscienza a scendere in campo, proprio come il famoso Snake Plissken debba lottare contro il tempo in una Gotham che nelle immagini si trasforma palesemente in quella New York, con tanto di identico skyline, scelta non affatto casuale per Nolan, che a questo tipo di citazioni ci ha già abituati in precedenza. Qui anche i fan di Carpenter potranno apprezzare la sottile linea che separa il bene dal male, quella linea che lo stesso Batman cerca di tenere ben visibile agli occhi di chi guarda.

Pochi fronzoli ma effetti speciali inseriti in modo davvero oculato, perchè in fondo si tratta pur sempre di un film “su Batman” (ecco la parola) più che un film “di Batman”. Che indaga l’animo del supereroe ma che non snatura la storia del personaggio, lasciando intatto lo spettacolo delle acrobazie del Batwing e adornando le scene con effetti speciali che resteranno comunque spettacolari ed epocali. In perfetto stile Nolan dunque, che pur facendo film con effetti speciali mastodontici rimane, ormai, uno dei pochi oppositori del 3D. Molti saranno quelli che invano cercheranno la versione con gli occhialini strabici… Non su un film di Nolan!

Un film che rispolvera anche la reputazione di catwoman che tanto in basso era stata portata con quell’orrendo spin off flop.

Il regista però è stato chiaro, questo è il suo ultimo film di (o su) batman, che se la sbrighino i produttori a trovare un regista che possa riportarlo sul grande schermo! Se proprio devono. D’altronde solo lo spoiler del film richiederebbe un articolo a parte e questo ci fa capire quanto ancora una volta Christopher Nolan abbia compiuto l’ennesimo capolavoro. Proprio come la trottola di Inception, il suo finale lascerà i forum pieni di dibattiti e questo terrà in vita il film anche dopo i titoli di coda. E se 20 anni fa Max Pezzali cantava….

domenica 2 settembre 2012

Serie A, 2. Udinese vs Juventus 1-4–ancora tu…

Ancora tu… ma non dovevamo vederci più? E’ la maglia Fucsia che nel frattempo ha smesso di mangiare biscotti e ha preso la Jeep del marito. Saltato dunque il debutto degli “all blacks”, si apre però il nuovo reality show nazionale, l’uomo nel box. Come un animale da zoo Conte viene seguito e scrutato ogni attimo della partita, a volte dimenticandosi quasi della partita. Strano che non gli sia stata messa una webcam nei bagni, la dove la grave colpa di comunicazione con la panchina sarebbe stata ben documentata.

Ancora tu… sterile polemica! Manna dal cielo per chi ieri aveva dovuto giustificare il tuffo di Cagnotto Pazzini. E poco male se il rigore c’era era l’espulsione che non andava data, perchè chi costruisce i suoi castelli sui se e sui ma non aspetta altro, anche quando forse, zitta zitta, l’espulsione anche se severa è prevista dal regolamento. Ma in quest'Italia che lo scorso anno ha scoperto l’esistenza del gol fantasma, fino ad allora fantasma come la nebbia di Milano per Totò, i regolamenti che non si vogliono modificare servono per le pagine dei giornali del Lunedì mattina, mentre le telecamere che da anni sono li ad Udine a prender polvere oggi erano puntate solo su Conte. Rosicate che noi vinciamo!

Ancora tu… vittoria! Fa nulla che la superiorità della Juve magari è stata schiacciante indipendentemente dalla superiorità numerica, con tutto che ancora non troviamo i ritmi dello scorso anno. Mentre Van Persie segnava una tripletta al di la della manica il nostro “bass player” ne segnava due, nella speranza che sia tornato quello di Parma ora che qualsiasi Top è passato davanti a Marotta ma non se le filato neppure di striscio. Il secondo tempo si è basato tutto sul non infierire con l’ex Asamoah che proprio non ce la faceva ad affondare il coltello nella piaga e rimandava indietro le palle destinate ai cross. Lui invece non può fermarsi lui deve dimostrare di meritare la pagnotta, come quel Matri e quel Quagliarella che entrano a 20 dalla fine e per poco non mettono la firma. In tribuna Di Matteo è avvisato, Marotta o non Marotta affronteremo la Champions da Juve… Ancora noi!