domenica 28 aprile 2013

Serie A 34> Torino vs Juventus 0-2 – La Juve conquista La7


Settima vittoria consecutiva e a –1 dal trentunesimo titolo. Siamo ormai ai preparativi della festa. In campo oggi c’era il derby della Mole ma non lo scudetto, dopo la scontata vittoria del Napoli a Pescara. In fondo è stato meglio così perché alla prossima giochiamo in casa e il calendario segnerà il fatidico 5 Maggio, giornata internazionale dello juventino.
Un derby che tutt’altro è stato che entusiasmante, con le due squadre che parevano accontentarsi del pareggio senza colpo ferire. partiamo però subito forte, divorando un’occasione dopo l’altra in area. Poi la partita si livella, anche perchè noi stessi sembravamo non voler fare più di tanto, ora che il traguardo è davvero ad un passo. Vucinic è il solito svogliato e la cocciutaggine con cui Conte lo tiene in campo rasenta lo stucchevole. Il Toro invece è più impegnato a falciare gambe che a preoccupare Buffon. Glik che aveva promesso il suo riscatto, dicendo di non invidiarci nulla, perché siamo una squadra senza Top Player, rimane nelle chiacchiere che crea e ritorna da dove era partito, al cartellino rosso. Poi d’improvviso il Blitz di Re Artù con un missile terra aria che sembra dire “dai adesso basta scherzare”, e un altro tassello entra nel mosaico. La ciliegina la mette Marchisio, come all’andata, lui torinese che questa partita la sente. Alla fine nelle interviste dice di sperare che il Toro si salvi, magari per poterlo purgare anche l’anno venturo.
La massima aspirazione dell’antijuventino medio si ferma allora ad un rigore solare non dato al Torino, peccato però per lui che fosse in fuorigioco, rovinando di fatto il loro giro di link. Le tv credono di poterci rifilare la solita storia del “se non dai il fuorigioco quello è rigore”, come e si giocasse a carte è il rigore valesse più del fuorigioco, anche se arriva dopo. Dovrete dare davvero di più di queste polemiche forzate perché noi stiamo andando a prendere il 31, chi vuol venire venga gli altri si accomodino in poltrona a guardare.

lunedì 22 aprile 2013

Serie A 33>Juventus vs Milan 1-0 - Chi è lo re? Artù!


La consueta polemica prepartita stavolta si limitava alle dichiarazioni di Galliani che si sentiva al nostro livello, davvero sterile se paragonato ai precedenti Juve-Milan da “Go de Muntari”, soprattutto per la distanza che ci divideva. Tutti buoni dunque quanto non c’è pressione. Polemiche Sterili come la partita, fotocopia di quella dell’andata con la sola differenza che stavolta il rigore c’era. Chi è lo re dunque? La classifica, e l’intero campionato, dice Juve, e son due anni che lo dice. Ventiquattresima vittoria, sei punti in più de al di là degli ipse dixit sui punti che avremmo perso in campionato, quest’anno che avevamo la Champions. A chi viene a dirmi: se non capitava il rigore… rispondo: SE all’andata l’arbitro non si inventava quel rigore… E se poi voglio scendere al livello di chi dice: se c’era Balotelli… tiro fuori un sempreverde: SE nel 2003 Nedved non fosse stato squalificato…

Insomma, in definitiva, ci siamo ripresi legittimamente ciò che ci era stato tolto all’andata dalla “sfortuna”, anche se è stata tutt’altro che una bella partita. Troppo tattica e chiusa per donare emozioni degne della storia di questo big match, le due squadre sembravano, già dalle prime battute, accontentarsi di un pareggino indolore e nessuna delle due voleva affondare il colpo. Entrambe le squadre si iscrivono alla sagra dell’errore e una quantità industriale di passaggi finisce nel cestino da ambo le parti. Strana statistica, alla fine della partita il Milan non batte neppure un angolo. Tutto è allora deciso da un errore di Amelia, in comproprietà con la dormita di Abate, che si lascia scappare la scheggia impazzita Asamoah e lo affossa. Rigore solare, è ancora Vidal, dopo la doppietta, con rigore annesso, offerta a Roma con la Lazio. 

Asamoah dunque, colui che nel primo tempo sembrava troppo fermo, nel secondo invece rialza la testa e inizia a correre di nuovo su quella fascia. Sarà stata una tiratina di orecchi del mister ma nel secondo si trasforma e decide di fatto la partita con quel suo blitz. Pirlo sbaglia ancora troppo e mantiene di attualità la discussione sulla necessità un vice all’altezza che possa farlo rifiatare. Vucinic e Pogba… basta leggere i post precedenti, Il primo sempre lezioso e mai pericoloso il secondo sempre impegnato e attento. Lichsteiner abbiamo dovuto tiralo via con la lingua da fuori. Gli altri fanno ciò che serve per gestire la partita e il vantaggio ottenuto.

Ormai dunque il download è arrivato al 77%. I punti al traguardo 4, prima si raggiungeranno e prima sarà possibile discutere di futuro. Le velate dichiarazioni di Conte sul suo futuro mettono pressione alla marmotta a cui davvero ora si dovrebbe dare un aut aut: Vuoi osare e portarci tra le più grandi d’Europa, rischiando e investendo, o cercare altre piazze in cui vivere di rendita con piccole e facili gioie? mai fermarsi, sempre osare e migliorarsi.

martedì 16 aprile 2013

Serie A 32> Lazio vs Juventus 0-2 – Più in alto delle aquile


Dura solo un tempo Lazio-Juve. Il tempo di mettere subito le cose in chiaro, doppietta di King Arthur e la vittoria è servita in tavola, rotonda. Il secondo tempo resta solo per la cronaca, un tempo in cui si vede poco o nulla, in cui le scorie delle due eliminazioni in campo si sono fatte sentire, che comunque offre spunti isolati da ambo le parti, ma soprattutto un secondo tempo in cui la Juve fa quel che deve, cioè gestire il risultato. L’aver portato subito la partita sul binario del doppio vantaggio è stata la situazione migliore, visto che sarebbe arrivato inevitabilmente l’appannamento della ripresa. Giusto un po’ di confusione finale che a mente fredda si può anche comprendere.

In questo lunedì romano chi stecca su tutti è Peluso, ancora fuori dimensione in questa squadra, Marchisio, che contro la Lazio è come Superman nella Kriptonite e in parte anche Pirlo (urge vice nella sessione estiva di mercato) e Asamoah che ci mette volontà ma ancora non torna a brillare sui cross. Ancora una gran partita invece per il polpo Paul, a cui manca anche un rigore. alla fine il risultato è quello più giusto, perché la Lazio, seppur sprecando un paio di occasioni d’oro sotto porta, è stata poca cosa.

Il buffering recita ormai 64% e mentre le altre dietro non reggono il ritmo e si annullano a vicenda siamo sempre più soli in pista. E non è male ricordando a quest’ora l’anno scorso la battaglia era ancora nel vivo. 11,5 su 18, 7 punti al traguardo manca davvero poco, ma quanto è più bella la matematica? Dicendola alla conte, andiamo a riscrivere la storia e a lasciare gli altri a leggerla.

lunedì 15 aprile 2013

Mass Effect (la saga)–Mass Effect III

L'ultimo capitolo di una saga è sempre il più difficile da ideare: è il momento in cui tutti i nodi vengono al pettine in cui tutte le trame e sottotrame devono combaciare, in cui dare una compiutezza al tutto. Guai a sgarrare proprio i minuti finali.
Mass Effect 3 è stato forse il più contestato tra i videogiochi di ultima generazione a causa della trama, soprattutto del finale. Perchè?
Incoerente per molti (non tutte le scelte fatte in passato si riperquoteranno negli ultimi minuti del gioco, anzi diciamo quasi nessuna), scarno per altri (troppo poche scene per chiudere una saga durata anni), proprio brutto in se per altri ancora, pieno di buchi, senza senso ecc. ecc.
Una protesta così massiccia, così generalizzata, così "forte" che (probabilmente per la prima volta) ha costretto la software house del gioco a "riscrivere" il finale, estendendolo e modificandolo per venire incontro ai fan.
Ma era così brutto questo finale? E' giusto far modificare ad un artista la sua opera perchè non ci piace, o il videogioco non è opera ma interazione e quindi "ci sta"?
Non lo so, è probabile che il videogioco sia diverso rispetto al cinema o alla letteratura, ma bello o brutto che sia non mi piace questo voler "cambiare" l'opera di qualcun altro. E' riuscita male? Pazienza, colpa sua, se ne assume le responsabilità. Non è come volevamo noi? Peggio ancora, io non vedo un film o leggo un libro perché deve finire come voglio io, ci spero magari, ma il libro non è stato scritto da me. Anche se il videogioco è interazione, racconta comunque una storia, non ideata da me, magari da me influenzata e "giocata" ma non ideata.
Addirittura c'è chi si è lamentato perché "secondo i suoi gusti finisce male". E' qui c'è poco da dire, come motivazione non ha senso.
Io per quanto mi riguarda ho apprezzato alcune cose del finale, altre decisamente no: è corto, è breve, magari qualche buco lo ha, ma è anche affascinate e lascia "immaginare" alcune cose. Ad alcuni ha fatto un effetto alla "finale di Lost" e a tratti è vero, ma in questo caso l'ho trovato più riuscita come conclusione.
L'extended cut voluto a grande richiesta alla fine arrivò, ma mise il piede in due scarpe: modificava molto molto poco il tutto (praticamente nulla ma spiegava alcune cose, tappava alcune falle, faceva intravedere alcune cose "più positive").
Molti hanno apprezzato, io resto del parere che lo spiegone e solo un modo per dirti "non c'hai capito nulla eh? Adesso ti dico il significato", anche quando magari in quel finale molte cose erano semplicemente fatte male e basta.
Magari se come finale mi piazzavano direttamente questo sarebbe stato molto meglio, ecco.
Ma in tutto questo ambaradan il gioco? no, perché parliamo di un gioco.
Niente, Mass Effect 3 per enfatizzare il clima da "ultima battaglia" pigia ancora di più l'acceleratore sul versante action trasformandosi definitivamente in uno sparatutto in terza persona. Non c'è più molto spazio per le scelte e per la narrazione (a tratti siamo pericolosamente vicinissimi ad avere la stessa trama del secondo capitolo), si aggiungono un paio di personaggi (piuttosto tamarri a dire la verità), il resto lo fanno le sparatorie.
Il sistema di scansione se possibile viene addirittura peggiorato.
Per fortuna restano i personaggi degli altri 2 capitoli e vedremo come si comportano in situazioni estreme, restano alcune location decisamente affascinanti, resta il fascino dell'interazione con storie e personaggi (anche se qui molto meno).
Mass Effect 3 insomma non è un brutto gioco assolutamente, ma è il capitolo peggiore della saga, e non (o non solo) per il discusso finale, ma proprio in quanto "gioco".
Non riesce per fortuna a buttare tutto alle ortiche, anzi, si lascia giocare decisamente.

domenica 14 aprile 2013

Mass Effect (la saga)–Mass Effect II

vi
Come migliorare un capolavoro? Appunto.
Quali erano i punti deboli del primo capitolo della saga? Le fasi shooter, laddove invece la parte narrativa e le velleità rpg (per quanto scarne) costituivano il fiore all'occhiello.
Già dai primi minuti di Mass Effect 2 ci si accorge di come le fasi action siano molto più "curate" e giocabili rispetto a quelle del passato, più fluide diciamo.
Purtroppo l'aver puntato (giustamente) a migliorare su questo versante, per forza di cose si trasforma in un appiattimento ancora maggiore delle caratteristiche rpg (armi ora tutte simili e minore importanza data ai potenziamenti) e un peggioramento generale della trama (che risulta rispetto al primo capitolo molto più frammentata e spesso funge da mero pretesto).
Laddove però Mass effect 2 è realmente superiore rispetto al primo è il "senso di immedesimazione".
Se in Mass Effect facevamo la conoscenza di un mondo e di determinate razze e personaggi, è in Mass Effect 2 che approfondiamo realmente la conoscenza di questi, che vediamo realmente a cosa hanno condotto le nostre scelte fatte in precedenza. Ecco quindi che rivedere in altri contesti personaggi già visti nel primo episodio o vedere "come se la cavano ora" ci darà la sensazione di vedere la seconda serie del nostro telefilm preferito.
Se ci mettiamo che ad ogni personaggio principale è dedicata una missione secondaria specifica va da se che in Mass Effect 2 la caratterizzazione dei personaggi raggiunge l'eccellenza.
I molti pianeti "vuoti" da esplorare col mako vengono eliminati per far posto a un sistema di "scansione dei pianeti" che (me compreso) non ha soddisfatto molti.
Se in Masse Effect i pianeti erano tutti uguali ma almeno erano eslorabili a piacimento, qui invece sono pochi quelli esplorabili ma in pratica sono tutti da "analizzare" attraverso un minigame ripetitivo e alla lunga stancante (ma purtroppo necessario come poi scopriremo alla fine dell'avventura).
Laddove invece Mass Effect 2 rimane simile (quindi ne migliore ne peggiore) rispetto al passato è nella possibilità di scelta: a prima vista non si noterà ma alla fine (grazie anche ad alcune chicche inserite a tradimento) noteremo che a causa del nostro comportamento avremo influenzato pesantemente il mondo di gioco e la sopravvivenza di determinati personaggi.
Simili restano anche le possibilità di personalizzazione del personaggio (grazie ad un espediente ad inizio gioco) e le relazioni amorose.
Mass Effect 2 è il primo capitolo ad uscire (in ritardo) anche per ps3 e questo aiuta ancora di più la saga ad accrescere il suo consenso (non a caso Mass Effect 2 è visto da moltissimi come il migliore capitolo della saga).
Per coloro che si sono persi il primo capitolo (che uscirà però anche per ps3 a fine 2012) fu inserito un riepilogo delle vicende di Shepard fino a quel momento.
Mass Effect 2 insomma è un capolavoro, che migliora laddove c'era da migliorare, che purtroppo peggiora un pochino laddove il precedente gioco della saga rasentava l'eccellenza.
La battaglia finale di Shepard contro i suoi nemici sarà anche l'atto finale della saga, possibile far meglio e chiudere in bellezza il tutto?
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sabato 13 aprile 2013

Mass Effect (la saga)–Mass Effect I

Prefazione:
Sono pochi i giochi di nuova generazione capaci di entrare nella storia e nell'immaginario collettivo tanto da influenzare anche gli altri media.
Pochissimi sono i giochi che riescono ad appassionare non solo con il gameplay ma con una storia profonda, matura, ricca di contenuti.
La saga di Mass effect è un eccezione, è un caso forse unico di videogame molto improntanto sull'azione che però il meglio lo esprime sotto il profilo della narrazione, dei dialoghi, delle scelte che lascia al giocatore, dell'accuratezza e della vastità del contenuto.
Sicuramente gli ha giovano il fatto di non essere stata spalmata tra più generazioni di console ma aprendone e chiudendone di fatto il ciclo vitale di una sola.
Ripercorriamo le tappe di questo capolavoro videoludico
MASS EFFECT 1 (2007)
Il primo capitolo della saga esce la bellezza di 6 anni fa soltanto su x-box 360 e introduce le vicende di Shepard, comandante della Normandy (una navicella prototipo, avanzatissima tecnologicamente ), che in un lontano futuro è costretto a fare i conti con un complotto e una minaccia destinati a cambiare per sempre la sua vita e quella della galassia.
Nel 2183 i viaggi interstellari saranno all'ordine del giorno, permettendo così la scoperta di nuove razze che abitano l'universo e la nascita di nuove guerre ed alleanze.
Gran parte del merito del primo Mass Effect sta qui: creare un mondo, e farlo con una tale certosina precisione dei particolari che ha dell'incredibile: ogni singola razza, ogni singolo pianeta, ogni evento storico importante, ogni mezzo di locomozione, ogni istituzione saranno descritti in un apposito codex richiamabile in ogni momento di gioco.
Tutto questo però non sarà fine a se stesso, ma ci aiuterà ad immergerci e a ritrovare quanto espresso a parole nel mondo di gioco: l'ostilità tra due razze sarà espressa nei dialoghi e nei modi di fare di queste, la conoscenza delle istituzioni e del loro modo di agire ci aiuterà nel prendere determinate scelte, ogni personaggio appartenendo ad una razza diversa avrà delle sue peculiari caratteristiche da sfruttare in battaglia o nei momenti di difficoltà.
Mass effect è un action-rpg dove nessuno dei generi sovrasta l'altro, anche se c'è da dire che col senno di poi la parte più spiccatamente action sente il peso degli anni e risulta piuttosto macchinosa.
Pur non essendo un free roaming gran parte dei pianeti saranno esplorabili (quasi tutti abbastanza vuoti a dire la verità) attraverso il mako, un mezzo blindato che ci aiuterà anche con le forze ostili che abitano questi pianeti (abbastanza scomodo però da usare).
Oltre alla narrazione matura (con qualche contenuto che all'epoca fece discutere) altra caratteristica peculiare del gioco sono le scelte: ci saranno varie situazioni delle quali saremo chiamati a decidere da che parte stare, chi salvare, come agire ecc. Tutte queste scelte non saranno specchietti per le allodole ma anzi si ripercuoteranno per il prosieguo del gioco e addirittura della saga (cosa per l'epoca non molto frequente, anche oggi a dire la verità).
Ogni giocatore quindi avrà vissuto una sua propria storia (anche il personaggio principale è personalizzabile come ogni rpg che si rispetti), avrà stretto alleanze con determinate razze, avrà scelto una sua propria condotta, avrà intrapreso una relazione sentimentale con uno dei tanti personaggi del gioco (anche dello stesso sesso, altro motivo di critica all'epoca da parte di alcuni), avrà deciso di salvare questo o quello ecc.
Mass Effect quindi sostanzialmente è un gioco diverso per ogni giocatore che lo ha giocato.
Per l'epoca insomma Mass Effect fu un gioco sorprendente, innovativo, originale e profondo e per gran parte lo è ancora oggi (anche se come detto qualcosina risulta un po' datata).
Come migliorare un capolavoro?
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venerdì 12 aprile 2013

OBLIVION – di Joseph Kosinski

Tom Cruise in un film di fantascienza sugli alieni, un'altra apologia di scientology? Un altra guerra dei modi? La premessa potrebbe sembrare un po' stereotipata, invece le aspettative sono state ampiamente superate. Dagli stessi produttori dell’alba del Pianeta Della Scimmie e dal regista di Tron Legacy. Un po' Moon (di Duncan Jones), un po' Il Pianeta Delle Scimmie, un po’ Wall-E un po’ Matrix, Oblivion è, per ora, il miglior film visto nel 2013.

Terra scenario post apocalittico, una civiltà aliena ha distrutto la luna per invadere la terra, le conseguenze di tale perdita hanno gettato il pianeta nel caos ambientale più assoluto, maremoti, terremoti e tempeste si sono susseguite in misura tale da decimare il genere umano, la guerra nucleare ha fatto il resto. Abbiamo vinto, ma il mondo è divenuto un posto invivibile. I sopravvissuti saranno evacuati su Titano, la luna più grande di Saturno.

Queste le premesse della storia. Portarci via il nostro unico satellite si che è una mossa da alieni esperti, mica come gli idrofobi di altri film presi a caso. Il compito di Jack Harper (Tom Cruise) è quello di riparare droni e pattugliare i trivellamenti, operazioni di scavo che hanno lo scopo di prosciugare le riserve naturali della terra per ritrasferirle su Titano. Il nostro eroe che vive letteralmente sulle le nuvole, in una stazione sopraelevata dove tutto e pulito e ovattato, capirà che la vita reale lì giù è ben lungi dall’essere quella che lui crede. Il pianeta alieno è dunque la terra, privata dal genere umano, un pianeta sull’orlo del collasso di cui jack serba in pochi flash i ricordi che si sono salvati alla cancellazione della memoria, imposta per sicurezza. E qui che possono capirsi le falle da fantapolitica di tutta la storia, chi è il vero nemico? della serie la storia la scrivono i vincitori. 

E’ il tentativo dell’uomo di conservare la propria umanità attraverso la memoria, il luogo sicuro sul lago dove conservare le ultime testimonianze tangibili di una razza che sta per estinguersi, di un tempo che sta per concludersi. Un vecchio giradischi che suona i Led Zeppelin e un Bob sul cruscotto, una volta noto a tutti come Elvis. E come sempre in questi casi, citando i Marillion, solo l’amore che può farci tornare indietro. Chi è la misteriosa donna dei suoi sogni? Quale oscura verità cela la sua storia? Sarà pronto jack ad affrontarla?
Come si vede gli elementi ci sono tutti, in un film che renderà benissimo in BlueRay. Splendidi gli effetti speciali mai eccessivi e le ambientazioni in stile la terra dopo l’uomo (Focus tv). Un tocco di cesello lo da’ la colonna sonora, con citazioni di rock classico e musiche orchestrali che ben tengono incollati alla poltrona nei momenti di suspense. Il, poco più che, Cammeo di Morgan Freeman completa l’opera. Checchè ne dicano alcuni sui forum infatti questo film è ben riuscito di certo di più di Prometheus. Da vedere.

Voto 8

giovedì 11 aprile 2013

Champions League 1/4 R>Juventus vs Bayern Monaco 0-2 - #NoiCredevamo

Al di la' dei facili ottimismi, delle pagine dei giornali o persino dei finti commenti di chi diceva "credeteci" perchè poi sarebbe stata più grande la nostra delusione finale, era tutto già scritto sin dal sorteggio e la partita di andata aveva subito messo in chiaro le cose. Non siamo ancora pronti per vincere in Europa, non con quest'organico. Certo siamo pur sempre tra le prime otto d'Europa e in tal senso non possiamo rimproverarci nulla. Siamo arrivati li dove nessun altra italiana è arrivata, e a poco più che uno sfotto serviranno le risa dei gufi, perchè in definitiva abbiamo rimesso piede ai quarti di Champions dopo un po' di anni, fatto la nostra esperienza e preso il gettone economico di presenza che fa sempre comodo ed ora ci rituffiamo in campionato consci del fatto ci riproveremo l'anno prossimo, cosa che per alcuni sará un miraggio. Poichè solo chi gioca la Champions puó anche perderla, mentre chi non la gioca ha già perso.

Venendo a noi invece, dobbiamo iniziare a pensare finalmente in grande anche dal punto di vista del prossimo mercato, smettere di ammiccare alle sufficienze strappate di Marotta (e spesso anche non raggiunte) e dire siamo la Juve e il campionato non ci basta. Si perchè l'amico milanista o interista che al bar ti ripete che pretendi troppo dal mercato ha torto, è lo sa anche lui. In cuor suo infatti spera tu continui ad accontentarti di vincere scudetto. Il giornalista che ti elogia perchè compri l'operaio sulla fascia deve capire che non è quella la meta, ma che servono campioni veri, quelli che avevi e che ora non ci sono piú, neppure nelle altre squadre. Quando verranno a parlarti della crisi economica lo faranno per farti desistere dalle tue pretese, mentre elogeranno i campionati esteri come se facessero parte di altri sistemi moneteri. Caro tifoso juventino devi tornare ad essere ingordo se vuoi essere vincente e mi rivolgo a te perchè se aspetto a Marotta... 

A questa squadra infatti nulla gli si può rimproverare se non la paura di osare dell'andata, perchè per il resto sarebbe comunque finita allo stesso modo. Come alla finale degli europei di calcio in cui resta solo un esercizio dialettico commentare la formazione schierata, fingendo di ignorare l'inferiorità di qualsiasi variante di fronte a quella Spagna. Il Bayern è più forte di noi, non c'è bisogno di tante analisi, ma se proprio vogliamo esercitarci nell'arte del commento allora dobbiamo dire che, se volevi sperare di iniziare una rimonta difficile, dovevi cercare di segnare subito, perchè più il tempo passava e più le energie venivano meno finchè non eri tu quello che soccombeva. Questo è successo stasera e a loro è bastato solo controllare e gestire la palla una volta che il nostro furore si era esauriti col nostro fiato. Ma se rischi di non segnare col Pescara come puoi credede si segnare alla difesa del Bayern? I ragazzi nel loro piccolo ce l'hanno messa tutta ma in questi casi potete elogiare quanto volete Marmottone ma serve il killer d'aria di rigore, il tanto agognato top player che è divenuto quasi una parolaccia per alcuni. Se non facciamo questo piccolo sforzo, se non torniamo a risultare presuntuosi ai nostri avversari-nemici anche nelle pretese di avere lo squadrone di campioni, allora rimaniamo tifosi della domenica e questo percordo di vittorie e crescità sarà giunto a conclusione. Domattina invece dovremo svegliarci e dire grazie ragazzi, ma il nostro cammino è appena ricominciato, il meno è fatto!

domenica 7 aprile 2013

Serie A, 31> Juventus vs Pescara 2-1–You can leave your win on


Gli scontri testa coda possono nascondere delle insidie impreviste che solo i più smaliziati riescono a scorgere. Per questo alla vigilia, non solo per pretattica, Conte ha chiesto ai sui di non snobbare l’impegno. E’ proprio in queste partite infatti, quelle che non hanno storia, quelle che devi vincere a mani basse, che la beffa nascosta diviene più gustosa. Il precedente c’era ed era targato 2006, parlava di un quarto di finale di andata tra Arsenal e Juventus (l’ultimo) perso 2-0 da noi a Wembley e di un testa-coda alla giornata successiva, col Treviso, finito 0-0 con netta superiorità nostra.
Non si peccava certo di incoscienza nel prevedere un pareggio a reti bianche anche in questa partita, tanto più che col pensiero alla partita di ritorno col Bayern e col tentativo di preservare le forze per la difficile rimonta, le speranze di segnare si spegnevano via via nei guanti di Pelizzoli, un altro in vena di miracoli da Stadium. Il segreto in queste partite sta di sbloccarle per tempo e stanare queste italiche difese arroccate, più non lo fai più la frenesia cresce e il rischio aumenta. Giusto un episodio poteva venirci a soccorso, un rigore solare su Vidal (per altro lanciatissimo a rete) realizzato dal “bello” addormentato a Torino Vucinic, fino ad allora un autentico disastro, che in una sua successiva fiammata ci regala di fatto la vittoria disinnescando in anticipo, con il raddoppio, il gol spettacolare di Cascione da lontanissimo, a segno anche all’andata con il gol del 1-2 momentaneo. Lo sfogo (amichevole) non trattenuto del mister nei confronti del montenegrino la dice tutta, acuita dalla stupita ammonizione presa per lo strip dopo il rigore.
Questa la Juve vista ieri, sempre in bilico tra presunzione e tentativo di gestione di un risultato che alla fine poteva non essere tuo anche sul 2-0. L’eccessiva sicurezza di aver già vinto, dopo aver avuto paura di pareggiare, ha finito per regalare anche qualche thrilling finale.
La cosa importante però restano i tre punti, uguali a prescindere dall’avversario e dal modo in cui arrivano, che ci mettono ormai a sole 4 vittorie dalla riconferma. Il prossimo futuro è una fiammata ravvicinata di prove che si chiamano Bayern, Lazio, Milan e Torino. Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a… spogliarsi.

venerdì 5 aprile 2013

JIMMY BOBO (Bullet to the head) - Walter Hill

(ovvero come rendere ridicolo un titolo)
A distanza di 10 anni dall'ultimo film Walter Hill ritorna con una pellicola che riprende pienamente le tematiche dei suoi film più famosi e celebrati. Se il regista infatti probabilmente verrà ricordato soprattutto per The Warriors, ha saputo forgiare anche un tipo di action (pluriimitato e pluricitato) con qualche spruzzata di commedia come Danko o 48 ore

E' proprio a questi ultimi 2 che Bullet to the Head si rifà: la strana coppia che per "il bene comune" e costretta a collaborare e che si punzecchia per tutto il film, tra una scazzottata e una sparatoria.
In effetti non si può dire che non sia una coppia agli antipodi quella formata da Sylvester Stallone e Sung Kang, un duo che rende perfettamente l'idea di culture e modi di fare diversissimi.

Se la storia ovviamente è classica e stravista (come un po' in tutti gli action), questo Bullet to the head ha dalla sua il classico tocco del regista: grande capacità nel girare sequenze d'azione memorabili (con pochissimi effetti speciali ma molta sostanza), capacità di mescolare musiche e atmosfere con grande cura, bravura nel rendere appassionante e pieno di stile anche ciò che per altri registi sarebbe soltanto tamarro e fracassone.

Se non si facesse accenno con qualche battuta alla tecnologia e ai cellulari di ultima generazione sembrerebbe di vedere proprio un film degli anni '80, allo stesso tempo però il film non risulta "vecchio" pur nel suo essere classico fino al midollo: ci si diverte ma allo stesso tempo si gustano le diverse sfumature del carattere dei protagonisti, si apprezzano le inquadrature notturne e i dialoghi da film noir.

Stallone come al solito gioca a fare lo Stallone anche se stavolta la sua recitazione appare più "misurata" e meno "fumettosa" e il personaggio che gli viene costruito addosso appare più credibile, anche gli altri attori sembrano in parte. La vera particolarità del ruolo dell’attore sta piuttosto nel fatto che per la prima volta si cimenta nel ruolo fondamentalmente da cattivo, un Killer spietato e mercenario ma con un cuore sotto la corazza. Se infatti fondamentalmente non si dovrebbe, si finisce con empatizzare con lui.

Un film insomma gradevole, godibile, che piacerà molto a coloro che amavano gli action tipicamente anni '80 che Hill ha contribuito a rendere così famosi.

Voto 7,5

mercoledì 3 aprile 2013

Champions League 1/4 A>Bayern Monaco vs Juventus 2-0 – Fuori in 25 secondi

Per quanto maestosi siano i nostri sogni prima o poi bisogna svegliarsi e scontrarti con la realtà. Certo tutto può accadere, ma non sempre. Vi sono stati ad esempio dei momenti della storia del calcio in cui, anche non essendo una squadra eccezionale sai che è il tuo momento, a prescindere da tutto, come è accaduto nella vittoria della Grecia in quel famoso Europeo o, per non andar tanto lontano, al Chelsea lo scorso anno. Quella squadra non siamo noi, ed oggi dobbiamo soltanto pian piano prenderne coscienza.

Dopo il Barcellona, il favorito per questa coppa è sempre stato Bayern, anche se molti per incoscienza o opportunismo hanno fatto finta di ignorarlo e il vento, su questo punto di vista, è stato chiavo sin da subito, son bastati solo 25 secondi, nessuno spazio ad illusioni di sorta. Meglio così? Non so, magari aver avuto in risultato finale un po' più in bilico avrebbe dato più sapore ad un ritorno a questo punto pare davvero una formalità, quasi un’amichevole di Aprile. Chiaro che con queste condizioni non c’è bisogno di gol spettacolari per mettere la partita sui binari, ma giusto una deviazione che spiazza Buffon e un gol viziato da un lieve fuorigioco. Ma poco conta infine, se il risultato non è altro che lo specchio perfetto della partita e della prestazione della Juventus. In fondo ammettiamolo, la squadra non ci ha mai creduto. E’ stato infatti un continuo impaccio tecnico da far rabbrividire ogni tifoso. Se è vero che la bravura di una squadra forte è quella di non farti giocare come sai, è anche vero che non ci abbiamo neppure provato.

La prova di Pirlo ad esempio, la peggiore mai vista negli ultimi tempi, può essere la sintesi più esaustiva dell’atteggiamento di una squadra che non s’è resa conto di essere in Europa e non in Italia, dove il gap che abbiamo con le altre ci consente di ottenere anche molto col minimo sforzo, invece noi stasera siamo andati lì e il gol ci ha messo subito a tacere. Il tocchettino corto e il leziosismo fuori luogo qui sono peccati mortali e noi abbiamo bestemmiato a sufficienza per poter sperare uscire assolti. Peluso che gioca sulla fascia di Robben è una favola più per i nostri avversari che per lui. Quel che ti resta allora è il lancio lungo (tattica di gioco tipica di chi è inferiore) ma se non ne azzecchi una e se Matri non ne stoppa nessuna davvero non puoi avere neppure il diritto di crederci.

Iniziamo allora a tirare le somme è a tuffarci testa e gambe sul campionato e pensiamo a centrare l’obbiettivo che abbiamo l'obbligo di centrare senza più fronzoli e distrazioni, prendendo l’esperienza che ci danno questi quarti. La speranza dunque deve essere che tutti abbiano preso coscienza di quello che bisogna fare se si vuol davvero tornare a vincere in Europa, a partire da chi in campo deve comunque dare il massimo con chiunque e soprattutto dalla società che invece di arrabbiarsi e scalpitare in tribuna deve capire che con questa politica non possiamo neppure presentarci con le grandi, ed è inutile che ci venite a parlare male di una Juve col Top Player come la volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba, senza campioni dovrete prendere atto che la Champions resta soltanto un sogno irrealizzabile. Per cui se si vuole ancora salire sulla giostra è il tempo (a Giugno) di gettonarsi.