martedì 31 dicembre 2013

Col senno di POI - Un anno di Poi Si Risolve [edizione 2013]

Scampati alla tragedia Maya siamo giunti nel 2013 e di cose ne abbiamo viste tante, nel nostro giro attorno al sole. Innanzitutto abbiam scoperto che si può abdicare da Papa senza rischiare un girone dantesco dell'inferno. Così, tra un nuovo Pontefice qua e un nuovo governo là, siamo giunti fino alla sua fine attraversando la desolazione della crisi economica mondiale. Proprio come il nostro caro Bilbo Baggins nel suo viaggio di avvicinamento alla montagna solitaria, nel secondo episodio della saga, per l'occasione in doppia recensione.

martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale a Tutti. Belli e Brutti

L'amministrazione di Poi Si Risolve augura un felice e sereno Natale a tutti voi... Amici e Nemici.

domenica 22 dicembre 2013

Serie A 17> Atalanta vs Juventus 1-4 - La NOVElla di Natale

Cambiando l'ordine del campo, la chiusura dell'anno non cambia. Come nel 2012 così nel 2013 la vittima sacrificale è l'Atalanta e i risultati sono gli stessi, vittoria e record nell'anno solare. 46 punti su 51, finora disponibili, 9 vittorie consecutive, Sempre vittoriosi in casa. Numeri mostruosi sbattuti in faccia della cecità dei faziosi più accaniti. Se c'è una cosa di cui la Roma dovrebbe rammaricarsi, invece di piangere inutilmente, e riconoscere che nulla ancora può contro chi è davvero di un altro pianeta. Anche con tutta la loro forza noi siamo più forti dei forti. Come Imperatori d'Italia nella valle dei re di Roma. Lo sport è anche questo.

giovedì 19 dicembre 2013

Coppa italia 1/8> Juventus vs Avellino 3-0 - Ave Juventus

Nel mese delle gare spostate allo Juventus Stadium va in onda un nuovo tutto esaurito per l'esordio in Coppa Italia dei bianconeri. Si in realtà, tutto esaurito solo tecnicamente parlando, dato che sono andati esauriti i pochi tagliandi (a prezzi bassi) messi a disposizione, per una partita che nasceva con poca storia. Difatti lo stadio era abbastanza vuoto per essere pieno stasera.

lunedì 16 dicembre 2013

Serie A 16> Juventus vs Sassuolo 4-0 - Babbo Carlitos porta ai bimbi tre regali di Natale + [le riflessioni del lunedì]

Babbo Carlitos straripante, regala ai bimbi della sud la sua prima tripletta in A e porta via il pallone nel sacco. In quella palla recuperata, sulla papera della difesa emiliana, e in quel dribling al portiere, vi è tutta la sua classe da implacabile campione. Nel secondo tempo per poco non faceva perdere il suo gol al mister, troppa la fretta di farlo nei primi secondi, con Conte che doveva ancora rientrare.  Festa anche per Peluso, che qualche mugugno l'aveva strappato con l'ennesima ammonizione stupida.

venerdì 13 dicembre 2013

LO HOBBIT (La desolazione di Smaug) – di Peter Jackson [doppia recensione]

the-hobbit-the-desolation-of-smaug-latest-hd-wallpaper-2013
di Napoleone Wilson
di Snake Plissken
Il secondo capitolo della "nuova" trilogia di Jackson era attesa da tutti al varco, è sicuramente il film più rischioso in assoluto di tutta l'esalogia e quello sul quale sarebbe piombato il compito più gravoso in assoluto: non far rimpiangere la magnificenza della prima trilogia, cercare di tenere fede al libro e non scontentare i fan (già infastiditi per l'allungamento del brodo in merito alla trama) e dare la spinta decisiva a tutta l'operazione dopo un primo film si interessante ma comuque sia introduttivo.
Se "Un viaggio inaspettato" soffriva di necessarie lungaggini e di alcune scene fuori posto ma in sostanza restava abbastanza fedele allo spunto di partenza, in questo caso Jackson intinge il film di riferimenti a Appendici e Racconti incompiuti, allunga di qua e di là, inventa personaggi di sana pianta.
Il tentativo di regalarci un film ancora più dark ed epico a volte si scontra troppo nettamente con la natura da fiaba del racconto originario, ecco quindi che personaggi come l'elfo Tauriel e la sua "cotta" per il nano risultano posticce, troppo staccate dal resto, sovrapposte. Se in un film come Il signore degli Anelli tutto risultava coerente (L'amore tra Aragorn e Arwen) qui invece non appassiona, non coinvolge, non trasmette carica "drammatica". La stessa cosa si può dire ad esempio delle scene che hanno per protagonista Legolas, risultano staccate dal resto e, per quando alcune scene siano decisamente godibili, il suo surf (ormai marchio di fabbrica del personaggio reinventato dal regista) rischia di far naufragare il tutto.
Per foruna Jackson non è un novellino, il suo lavoro lo sa fare e da quella che in altri casi è una pecca riesce anche a trarre fuori alcune cose che arricchiscono invece che destabilizzare.
Attingendo a piene mani da altre fonti (le già citate Appendici) arricchisce i personaggi, gioca molto di più sulle assonanze tra  "Il signore degli anelli" e "Lo hobbit" (cosa che ovviamente Tolkien non fece avendo scritto prima l'avventura di Bilbo).
Si prenda ad esempio un personaggio come Bard, nel romanzo si personaggio "principale" (soprattutto nella parte finale) ma non caratterizzato in maniera perfetta, in questo caso invece si dona alla sua figura tutto uno sfondo e un contesto più approfondito.
Insomma nella prima parte del film c'è questo continuo scontro tra ottime reinterpretazioni del racconto originario e aggiunge che risultano fuori luogo, in un'alternanza tra momenti epici e pieni d'azione ed altri un po' più introspettivi che funzionano molto meno (non essendoci nella favola di Tolkien).
Quando il film entra nel vivo però il tutto viene spazzato via, dalle ali del terribile drago Smaug. Non c'è più tempo per l'introspezione, per le lungaggini, il tutto arriva al culmine e non potrebbe essere più riuscito. Effetti speciali magnifici, un incontro/scontro con il villain della saga che è una delle cose migliori partorite da Jackson fin dal Signore degli Anelli.
Se nel primo film avevamo un andamente simile, il tutto si concludeva con il ritorno di un personaggio a noi "caro", Gollum, che però nell'economia di questa seconda saga è pur sempre un personaggio secondario, una digressione, un qualcosa che Jackson trasformava da "semplice antagonista" (per Tolkien all'epoca Gollum valeva quanto un nemico un po' più particolare, un personaggio misterioso, ma non fondamentale) a personaggio catalizzate.
Smaug invece è il male, è lui la minaccia che rende possibile tutta l'operazione e si vede. Gli ultimi 40 minuti sono una goduria per gli occhi e per le orecchie, ci si dimentica del tutto delle lungaggini e della trama piuttosto esile, il Drago si appropria del film e ne diventa simbolo, regalandoci uno dei "cattivi" meglio riusciti degli ultimi anni.
Gli effetti speciali in questo caso "esplodono" e Jackson ci regala delle finezze che ne confermano il talento. Se infatti la fuga con i barili o le scene con i ragni sono girate magnificamente, tutta la parte dedicata allo "sputafuoco" regala momenti di Patos fino ad allora mai raggiunti.

Il finale ci lascia di sasso, increduli e stupidi, qualcuno si lamenta, ne vorremmo di più, ci toccherà aspettare mentre quell'ultima minacciosa frase continua a risuonare nelle nostre orecchie.
C'è un vecchio stregone vicino al botteghino, con una folta e lunga barba bianca, una tunica color giallo pergamena e un bastone intagliato dal legno di chissà quale remoto bosco. Ti guarda fisso mentre ti avvicini, allunga la sua mano per porgerti qualcosa, una pergamena o solo un foglio di carta... o forse è solo un tizio vestito da stregone, mandato lì per pubblicizzare un locale per n.e.r.d. Lo Hobbit è anche questo.
Torna la saga Fantasy partorita dalla geniale mente di J.R.R. Tolkien. Torna la storia di Bilbo, l'hobbit della contea e dei suoi amici nani, partiti "un anno fa" per un fantastico viaggio attraverso le terre selvagge, per riconquistare un antico e inestimabile tesoro, sorvegliato da un drago. Tornano le schiere di fan che il mondo ha generato, i n.e.r.d. e i giochi di ruolo. Torna la stessa curiosità di un anno fà: riuscirà Peter Jackson a riprodurre al meglio tale universo? Saprà gestire la passione di ognuno di noi senza rovinare l'incanto? Mai come questa volta la domanda calzava a pennello, perché dalle anteprime già si annunciava come il film che avrebbe più diviso i puristi, poiché quello meno fedele alla storia. Ed in verità, in parte lo è stato.
D'altronde, come più volte detto, era inevitabile non trasformare un libro singolo, in tre film (lunghi circa tre ore l'uno) senza allungare un po' il brodo. Diciamo che questo è il capitolo in cui, il regista neozelandese, ha voluto più mettere un'impronta personale, cosa che ad esempio non si era vista (più di tanto) né nel primo capitolo, né nella trilogia sul Signore Degli Anelli, là dove, avendo più materiale su cui lavorare, ha dovuto addirittura omettere qualcosina. Peter doveva dunque entrare per forza coi piedi nella trappola e sperare di non scontentarne molti. Ci sarà riuscito? A mio parere se le cavata più che bene.
Avevamo lasciato Bilbo, Gandalf e i sui amici nani sulla montagna delle aquile, con lo sguardo verso la montagna solitaria, alla vista così vicina e piccola eppure così lontana e grande. Nelle sue immense caverne, scavate nella roccia dall'abile piccone nanico, ricoperto dall'oro dei nani, dorme il mastodontico drago Smaug. Anche se son passati ormai molti anni dall'ultima volta che li ha aperti, pare che non debba tenere i suoi occhi chiusi ancora per molto. Per potere affrontare il drago i nostri amici dovranno però superare pericoli non meno spaventosi, fino a giungere appunto nella desolazione che si estende ai sui piedi.
Conosceremo personaggi fondamentali per la storia ed in particolare si vedrà come l'essere un prequel (a differenza del libro) influenzerà anche il risalto che verrà dato al potere dell'anello. Vedremo come gli elfi non siano poi i santi che conosciamo, intravedremo il loro lato oscuro. Capiremo quanto i nani siano "attaccati alla lira" e quanto gli uomini al potere. Oltre ad avere scene inedite ed aggiunte, in confronto a quanto presente sul libro.
Già, la parte aggiunta, guarda caso anche la parte più stonata del film. Un'interferenza di segnale su una sinfonia da capolavoro. Non è che poi, anche se fosse stata sviluppata meglio, non avrebbe fatto lo stesso storcere un po' di nasi della old school. Il regista infatti ha fatto ciò che era più ovvio fare, in una storia in cui non ve n'era traccia. Allora ti dici: ecco perché tra i nani ve ne è uno più belloccio degli altri, ora ho capito! Sto parlando della classica storia d'amore. Una sorta di Montecchi e Capuleti sui generis. Per carità nulla in contrario coi matrimoni multietnici, ma più che altro con lo sviluppo dell'elemento, che appare un po' appiccicato e frettoloso.
Comunque sia il danno pare minimo, perché il resto merita e parecchio. Fino all'incontro col drago, il momento più epico e spettacolare. Con dettagli incredibilmente realistici e un'azione mai vista, grazie al grande numero di frame utilizzati. 
La desolazione di Smaug è un crescendo visionario, più movimentato e maestoso del precedente un viaggio inaspettato, che tiene incollato alla poltrona dall'inizio alla fine senza veri momenti morti. Jackson ha trasformato il libro in un opera cinematografica pura, in cui la magnificenza delle immagini visive fa chiudere un occhio sulla parte più ammiccante e commercialotta, parte inevitabile in un film che voglia attirare un grosso quantitativo di gente.






voto 9

mercoledì 11 dicembre 2013

UCL B6> Galatasaray vs Juventus 1-0 - This is not football

Perugia, Poznan, Istanbul. Campionato, Europa League, Champions. Diluvio, Tormenta, Palude. Il risultato non cambia, vince il campo, perde il calcio. Al di là dell'antijuventinismo da quanttro soldi sarebbe stato così anche se avessimo vinto o pareggiato. Non c'è nulla da fare. Intanto aspetteremo il giorno in cui capiterà anche a voi. E capiterà non temete. Alla faccia del corriere di trigoria che già piange per la partita del 5 Gennaio, perchè si giocherà di sera. Ridicoli, oltre che fautori di violenze.

lunedì 9 dicembre 2013

3+3=75% [le riflessioni del Lunedì]

Altro turno favorevole, quello appena passato, per i colori bianconeri. Eccettuato per la vittoria della Roma contro la Fiorentina, l'unica che ci tiene testa, li dietro è tutta una pareggite e rimontite.

La Napoletana Calcio pareggia 3-3 in casa coll'Udinese, che una settimana fa per poco non ci fermava sullo 0-0. Nelle ultime tre di campionato, i partenoperi si son beccati tre gol a partita. Cicco Benitez continua a dire di essersi bloccato al 75% del download. Così a Napoli già iniziano le prime critiche, che larghezza di banda ha? quanto ci vorrà ancora?
Ma lui continua a crederci, il tempo rimane dalla sua. Intanto, contrariamente da quanto Conte ha sempre fatto, continua a donare ai sui turni di riposo. Nell'attesa, i sostenitori della squadra, possono sempre immaginare che l'averne presi tre anche da noi sia stata colpa di quel fuorigioco (inesistente).

venerdì 6 dicembre 2013

Serie A 15> Bologna vs Juventus 0-2 – Venerdi 13

Tredici come le vittorie stagionali fino ad ora. Nella sera dell’onomastico di Babbo Natale, usciamo vittoriosi dal pantano di Bologna. Una partita con la mente impallata da un solo pensiero. Un motivetto che mischia Istanbul dei Litfiba alle note della Champions. 7 vittorie consecutive, 7 partite consecutive senza subire reti. Numeri impressionati, che in molti fanno finta di ignorare. Come l’anno scorso dopo la scoppola in casa con l’Inter, questa squadra ha avuto bisogno di una sconfitta, quella pesante e a tratti immeritata di Firenze, per diventare più spietata. Come Hulk Hogan che si rialzava dal tappeto e non si fermava più.

In campo però stasera il pensiero turco si è avvertito. Turnover per Antonio Conte che lascia in panca i pezzi pregiati e dona a Quagliarella Vucinic le luci della ribalta. Solita partenza sprint e quasi subito vantaggio di Vidal, che mette il puntino sulla i (del suo cognome) su un contratto appena firmato. Il Gol, come è naturale che sia, distrae però l’attenzione della Juve dalla gara. Inizia così un gioco di gestione confuso che da coraggio al Bologna, senza che questa si renda poi più di tanto pericolosa, oltre ai calci piazzati col solito Diamanti. Un Diamanti che lo capisce subito e passa a terra, volente o nolente, tutta la partita. Alla fine abbiamo il merito di riempire gli highlights con una buona quantità di azioni pericolose, anche se non offriamo una gara stilisticamente degna. Fino alla pietra tombale di King Kong Chiellini che da calcio d’angolo la infila e sembra dire: dai tutti a letto che è tardi! Anche questo drago è sconfitto.

Vucinic non riesce a restare in campo da titolare più di 38 minuti, costretto alla sostituzione per infortunio. Di li in avanti anche Quagliarella si avvierà sulla strada che porterà anche lui alla sostituzione. Alla fine si è comunque costretti a finire con Tevez Llorente, con i quali la stitichezza da gol (relativa alla partita) non cessa, anzi le occasioni si moltiplicano ma i gol si mangiano in tavolata. Tutto mentre l’arbitro ci dispensa una quantità di gialli solamente inferiore al numero totale di maglie dello stesso colore, molti dei quali scesi dal cielo come la canzone di Natale. Ci manca persino un rigore solare.

Archiviata la pratica prima del weekend, possiamo rilassarci e vedere correre glia altri. Già li pronti per la prossima decisiva sfida, inizio a tenere in caldo il mio posto a sedere per Martedì sera.

OLD BOY 2003 [VS] OLD BOY 2013 - Park Chan-wook [VS] Spike Lee

Inauguriamo oggi una nuova rubrica che chiameremo "Versus". Contrapporrà la recensione di un film a quella del suo Remake. Il primo ad aprire le danze è un film uscito ieri, Old Boy di Spike Lee, remake del suo omonimo Coreano girato nel 2003 da Park Chan-wook. Ripescando una vecchia recensione, presente sul web, del nostro Napoleone Wilson e affiancandola alla mia di oggi.
Sf_vs_screen
Dipinto da molti come un capolavoro, questo Old Boy l'ho visto con la consapevolezza di dover assistere ad un film complesso, "forte", e che soprattutto richiedeva una certa dose di elasticità mentale.

La visione però sicuramente arricchisce, in un film che ci aiuta anche a cambiare un po' la prospettiva nei confronti del nostro modo di fare cinema (quello occidentale).

Old Boy è un film sulla vendetta, la vendetta nuda e cruda, anche quella che non ha molte ragioni per esistere, anche quella più spietata e dolorosa. Una vendetta che non teme il passare del tempo e ottenebra le menti dei protagonisti fino a diventare unica ragione di vita.

Ad un inizio lento e criptico fa seguito una seconda parte che lascia sbigottiti per quanto sia piena di "eventi" e di sorprese che scompaginano completamente la trama del film.
E' questa la cosa migliore della pellicola: la prima parte non lascia affatto presagire l'escalation alla quale assisteremo in seguito.

I colpi di scena sono assolutamente originali e niente affatto telefonati, anzi il deus ex machina nel finale lascia davvero di sasso e mette angoscia.
Alla fine si rimane quasi disorientati dopo aver visto il tutto, quasi come se ci fosse arrivato un pugno dritto allo stomaco e fossimo ancora incapaci di ragionare e di metabolizzare.

Dovessi dare un voto soltanto al colpo di scena e a quanto sia inaspettato gli darei 10.
Molte le parti violente, siamo dalle parti dello splatter, ben girate anche le scene di lotta, bravi gli attori, ottima la sceneggiatura a scatole cinesi dove alla fine sembra che (quasi) tutto quadri.

Ora le note dolenti.
1)Abituati alla mentalità occidentale, ci sarà difficile giustificare certi eccessi e inverosimiglianze nello sviluppo della trama.
Il film come una storia "mitologica". I tasselli entrano al loro posto, ma si ha la sensazione che il tutto sia troppo enfatizzato e romanzato per essere credibile.
2)In tv scorre la vittoria della Corea sull'Italia ai mondiali 2002 [!:-!]
Un buon film insomma, a mio avviso non un capolavoro assoluto come dipinto da molti, ma è un film che sicuramente va visto e che affascina.
Non entrerà probabilmente tra le mie pellicole preferite in assoluto ma mi ha fatto davvero un'ottima impressione

Voto 8
Probabilmente se fossi orientale il voto sarebbe decisamente più alto.



(a cura di Napoleone Wilson)
Remake hollywoodiano di un cult coreano di dieci anni fa, ricondito e riaggiustato da Spike Lee per i palati occidentali. Old Boy è uno di quei remake che più risentono del fatto di essere un remake. Perché essendo il titolo originale un gioco ben congegnato di colpi di scena, chi ha visto prima quello troverà questo come un lungo spoiler. Oltre ad ottenere una soluzione finale più politicamente corretta.

In una intervista in cui il regista parla del perché della sua scelta, tra le altre cose afferma: «perché agli americani non piace vedere film stranieri coi sottotitoli». Buon per noi allora che abbiamo degli ottimi doppiatori. Dovrebbero iniziare anche loro ad importare un po' di più. Potrebbero magari apprezzare un film con meno filtri di sceneggiatura.

Il nuovo OB è stato molto criticato e persino stroncato, in rete, a causa della variazione conclusiva. Evitato dunque il pugno nello stomaco che l'originale lasciava sui titoli di coda, a farne le spese è stato però il suo significato più profondo. Lee ha voluto incanalare il film sui binari della soluzione più plausibile, come se vedendo il film originale si fosse chiesto cosa si sarebbe potuto fare per evitare quell'epilogo, in un film già di per se molto disturbante. Ha voluto quindi renderlo più digeribile ai suoi connazionali. e magari anche farci un po' di soldi (anche con la massiccia marchiatura Apple).
Analogia gastronomica che ben ci sta, considerato quanta fatica fa lo stesso protagonista a digerire quel cibo cinese, con cui per vent’anni il suo aguzzino lo nutre. Quasi come se anche lui ci volesse dire quanto lo disturbasse quella mentalità eccessiva, tipica del pensiero orientale più atavico.

Arduo quindi il compito di quelli, come me, a cui il film alla fine non è dispiaciuto. Parafrasando il buon vecchio Bud Spencer in “I due superpiedi quasi piatti”, Preso allo spaccio Hollywoodiano non è che poi sia una ciofeca.

Uno perché Josh Brolin si districa bene nella parte. Due per un paio di scelte di personalizzazione non male. Come il cambio d’accoppiata vendicativa, padre per fratello con Padre per Padre (chi li vede capirà) o ad esempio l’eliminazione dell’articolato artifizio che porta all’innamoramento dei due personaggi. Tre perché in tal modo il valore della versione originale resta intatta e inarrivabile.

 Diciamo che questa è soltanto la sua versione alternativa, quella più fruibile dal grande pubblico (per quando possa essere anche questa molto pulp e cruda).
In fine, insomma, un cinefilo più smaliziato che vedrà prima la versione di Lee avrà di sicuro un’opinione più nobile di quella che ne avrà uno che la vedrà prima l’originale. L’occasionale invece faticherà persino a metabolizzare questa.

Ad ogni modo Spike Lee fuori dal ghetto non è però il genio che tutti apprezzano. La 25a ora è la 25a ora! E vestire Brolin dei panni dell’indagatore non avvicina questo film a quello.

Voto 7

mercoledì 4 dicembre 2013

WATCHMEN (2009) – di Zack Snyder [recuperafilm]


Per la rubrica dedicata ai film un po’ più “vecchiotti”, recuperiamo e analizziamo insieme un film visto, colpevolmente, da poco. Colpevolmente perché appartenente a quella categoria altrimenti denominata “e tu, dove ti eri nascosto?”. Non ricordo sinceramente il perché, ma credo che all’epoca devo aver pensato che non ne valesse poi più di tanto la pena. Mi sbagliavo!

lunedì 2 dicembre 2013

Nemici di culla. [le riflessioni del lunedì]

La nuova frontiera dell’antijuventinismo italico? prendersela con i bambini delle elementari. In una domenica che doveva essere solo di festa, senza ultras e “coristi violenti”, senza elementi da moviola pro-Juve non sono mancate le critiche, pretestuose e becere, di alcuni giornalai e telegiornalai. Della serie, se tutto va bene e la partita è brutta, qualcosa bisogna inventarsi per domani.

domenica 1 dicembre 2013

Serie A 14> Juventus vs Udinese 1-0 – Prova a prendermi

Vittoria sofferta e inasperata, arrivata sul filo di lana, quando ormai non ci credeva più nemmeno il più ottimista dei bambini in curva. A decidere ancora Lui, Fernando stato-di-grazia Llorente. Altro schiaffo a chi non credeva in lui. Prima mini fuga bianconera, approfittando del pareggio di Bergamo della Roma.

In un mondo in cui gli insulti sul territorio sono più gravi degli atti di vandalismo, della violenza fisica e del vilipendio dei morti, ci apprestavamo a giocare con le curve spogliate dai “violentissimi coristi” e piene di giovanissimi aspiranti ultras. Sperando che almeno loro, un giorno, non seguano i cattivi esempi dei loro padri. Il clima natalizio creato dall’evento è sicuramente meglio delle curve vuote ma quel che mancava davvero era la bolgia.