domenica 30 aprile 2017

Big Big Train - Grimspound (2017)

I Big Big Train sono un gruppo inglese. Nel loro caso definirli tali però non è semplicemente un modo per indicare la provenienza dei suoi componenti, loro sono "musicalmente" inglesi. Ascoltare uno dei loro dischi è come immergersi letteralmente nelle terre d'Albione, respirarne i profumi, trovarsi in quei luoghi, viaggiare con la mente. Anche i testi aiutano a questa "immersione", dipingendo paesaggi e sfondi tra il solare e il nostalgico.
Grimspound, sfornato appena ad un anno di distanza dal precedente Folklore, non è che l'ultimo tassello di questa epopea britannica e si conferma sui buoni livelli dei dschi precedenti.

venerdì 28 aprile 2017

Serie A 34> Atalanta vs Juventus 2-2 - Il veleno nella doppia coda


Un pareggio che un po' brucia, per non dire un bel po'. Brucia perché, seppur preventivabile o addirittura (per alcuni) sufficiente alla vigilia, eravamo riusciti ad evitarlo, riprendendo la partita per i capelli con una bella rimonta dallo svantaggio iniziale. Invece non siamo riusciti a stare sul pezzo fino alla fine. Sia nel primo che nel secondo tempo. Più che calo di concentrazione da pensiero di Champions è stato una fatale perdita di connessione nei minuti finali. Non siamo cioè riusciti a stare con la testa su pezzo fino alla fine.

domenica 23 aprile 2017

Serie A 33> Juventus vs Genoa 4-0 - Basta Juve, non è il Barcellona


Contro questi colori ormai la Juve ci ha preso gusto, anche se stavolta non è il Barcellona ma il Genoa. La Juve schianta i rosso blu di Genova, quelli che dopo la sorprendente vittoria contro di noi dell'andata, si son saziati a tal punto da mettersi a dieta - una prerogativa ormai sempre più frequente delle squadre che riescono a batterci - collezionando la pochezza di 7 punti in 16 partite. L'unico rammarico è quello di non aver potuto rifilare questi quattro gol a Mandorlini, l'avremmo fatto ancor più volentieri.

Retrospettiva Marillion - parte 4 (2004-2012)

Quarta, e ultima, parte della retrospettiva dedicata al gruppo progressive rock britannico (leggi la terza parte qui)

Marbles (2004) ****+
Uscito in due versioni (una in cd singolo e una in doppio cd) può essere considerato una specie di Brave degli anni 2000. Meno pessimista e crudo, non un vero e proprio concept album, ma con pezzi che si fondono bene tra loro e creno atmosfere magiche come solo i Marillion sanno fare. I quasi 14 minuti dell'iniziale The Invisible Man (un'amara riflessione sul post 11 settembre) mettono subito in chiaro le cose: Marbles è uno dei migliori lavori del gruppo. Lo confermano pezzi jazzati e dilatati come Angelina o la lunga e romantica Neverland. Abbiamo addirittura una specie di Out of this world 2.0: l'evocativa Ocean Cloud con i suoi 18 minuti di saliscendi. Ci sono anche pezzi più leggeri ma ugualmente riusciti ("Don't Hurt Yourself", che farà tornare il gruppo in classifica, o "You're Gone" che rimanda agli U2  e forse un paio di pezzi non esattamenti riusciti come previsto ("The Damage", "Drilling Holes"), ma si tratta di un album davvero riuscito e tra i migliori della loro discografia.

Canzoni migliori: Invisible Man, Ocean Cloud, Angelina, Don't Hurt Yourself, Neverland
Canzoni peggiori: The damage, Drilling Holes


Somewhere Else (2007) **
Il gruppo si avvale di un nuovo produttore, Michael Hunter, e sceglie di sfornare un lavoro più "leggero", immediato, con pezzi più pop ma che purtroppo risultano poco ispirati. A parte la title track (che ricorda i brani del passato passato) e pezzi comunque interessanti come "The Last Century For Man" il resto appare piuttosto anonimo e perfino noioso ("A Voice From The Past"). Il tentativo di comporre pezzi radiofonici forse si può dire riuscito solo per quanto riguarda "See It Like A Baby", mentre per il resto tuttos embra troppo vuoto e privo di sostanza ("Thankyou Whoever You Are", "Most Toys", "No Such Thing")


Canzoni migliori: Somewhere Else, The Last Century For Man
Canzoni peggiori: Thankyou Whoever You Are, Most Toys, A Voice From The Past, No Such Thing


Happiness Is the Road (2008) ***+
Forse più ambizioso che riuscito, è comunque un deciso passo in avanti rispetto al precedente. Un disco doppio piuttosto disomogeneo e poco compatto, con buone cose alternate ad altre meno risucite. Tra le cose migliori "This Train Is My Life", una ballata ad effetto nel loro stile, la title track (che nonostante la durata di 10 minuti alterna atmosfere eteree ad altre quasi hip hop), l'elettronica "The Man from the Planet Marzipan", la dolce "Wrapped Up in Time" o la conclusiva "Real Tears for Sale". Peccato per qualche riempitivo di troppo che finisce per abbassare un po' la qualità generale del disco che si mantiene comunque sul discreto. E' come se il gruppo non riesca a riproporre il suo potenziale al meglio, le idee di certo non mancano, anzi forse l'album è fin troppo pieno di spunti e generi diversi.

Canzoni migliori: This Train Is My Life, Wrapped Up in Time, Happiness Is the Road, The Man from the Planet Marzipan, Real Tears for Sale
Canzoni peggiori: A State of Mind, Throw Me Out, Half the World


Sounds That Can't Be Made (2012) ***1/2
Continua la risalita: il gruppo piano piano ricomincia a riorganizzare le idee e a riproporre il suo marchio di fabbrica, il prog. Rispetto ai due album precedenti c'è uno spazio maggiore riservato ai passaggi strumentali e in generale a tratti si respira un'aria "classica". I 17 minuti di "Gaza" risportano per atmosfere a pezzi come Invisible man: vari passaggi musicali si susseguono senza sosta e rendono l'ascolto tutt'altro che faticoso, anche Hogarth sembra in gran forma con una interpretazione sofferta e coinvolgente. Meno drammatiche ma ugualmente epiche la descrittiva Montréal (forse la più riuscita musicalmente dell'album) o la romantica "The Sky Above the Rain" che ricorda Neverland.
Peccato che tutti i pezzi non siano allo stesso livello, anzi un paio risultano quasi fuori posto ("Invisible Ink", "Lucky Man"). L'album pur risultando più che discreto, insomma, alterna dei capolavori a pezzi francamente superflui, un vero peccato, ma verrà il momento per il ritorno in grande stile.

Canzoni migliori: Gaza, Sounds That Can't Be Made, Montréal, The Sky Above the Rain
Canzoni peggiori: Invisible Ink, Lucky Man

sabato 22 aprile 2017

Retrospettiva Marillion - parte 3 (1997-2001)

Terza parte della retrospettiva dedicata al gruppo progressive rock britannico (leggi la seconda parte qui)

This Strange Engine (1997) ***
Per certi versi simile al precedente, ma con più riempitivi. Sostanzialmente il lavoro è da ricordare per la lunga suite omonima, che racchiude un po' il meglio di quanto i Marillion di Steve Hogarth possano offrire: testi intelligenti, ottima alchimia strumentale, il cantato appassionato del cantante. Insomma già da sola la title track vale l'album , ci sono però anche altre buone composizioni: la ballata "One Fine Day" o "Estonia" (ancora ispirata da un fatto di cronaca) col suo assolo centrale di balalaika, o la breve ma convincente "Memory of Water".

Purtroppo qualche brano un po' troppo leggerino ("80 Days" carina ma superflua) o poco riuscito ("Hope for the Future") finisce per abbassare un po' il livello qualitativo di un album che comunque risulta in generale dignitoso.

Canzoni migliori: This Strange Engine, Estonia, One fine Day
Canzoni peggiori: Hope for the Future


Radiation (1998) **-
Il gruppo cambia ancora le carte in tavola cercando di omologarsi ancora di più al rock dell'epoca, provando ad indurire leggermente il sound e di risultare meno pomposo e più "fresco". Il risultato purtroppo è un album piuttosto anonimo e molto lontano dalla migliore produzione del gruppo britannico. A differenza deilavori precedenti non c'è nessun pezzo davvero strepitoso, quelli migliori sono discreti, non di più. Si distinguono la ballata "These Chains" e "Three minute Boy", mentre "A Few Words for the Dead" con i suoi 10 minuti non risulta affatto disprezzabile ma forse un po' troppo "allungata".
Il resto è abbastanza mediocre rispetto agli standard della band, si sentono troppi scimmiottamenti a gruppi come i Radiohead che all'epoca andavano per la maggiore.

Canzoni migliori: These Chains, Three Minute Boy
Canzoni peggiori: Born to Run, Cathedral Wall, Costa del Slough


Marillion.com (1999) **1/2
Album simile al precedente, con una sostanziale differenza, la qualità generale dell'album è risollevata notevolmente da 2 brani finali davvero eccellenti e che lo fanno svettare di gran lunga sul predecessore. "Interior Lulu" è una suite di 15 minuti che riesce a non stancare e a stamparsi nella memoria grazie a delle sezioni ben costruite (il giro iniziale di basso di Peter Trewavas ad esempio) e ad un finale in crescendo davvero riuscito, la finale "House" è un inusuale pezzo jazz di 10 minuti che con le sue atmosfere rilassanti e il suo testo particolare risulta di ottimo livello.
Peccato che quello che venga prima non sia assolutamente all'altezza, a parte la bella "Go", che richiama alla mente i brani del passato, si salva "Tumble down the years", una bella e delicata ballata.
Pezzi come "A Legacy", "Enlightened" o "Built-in Bastard Radar" risultano invece noiosetti e inutili e finiscono per relegare l'album tra i meno riusciti della loro discografia.

Canzoni migliori: Go!, Interior Lulu, House
Canzoni peggiori: A Legacy, Enlightened, Built-in Bastard Radar


Anoraknophobia (2001) ***1/2
Dopo qualche passo falso i Marillion irrompono negli anni 2000 con un album sottovalutato ma pieno di buone cose. Più progressivo dei precedenti (basta guardare le durate dei pezzi) eppure più fresco e meno derivativo.
Forse la caratteristica migliore di questo lavoro è la compattezza, non ci sono brani davvero brutti, certo forse non ci sono nemmeno grandissimi capolavori, ma un paio di pezzi ci vanno davvero vicino: la lunga e pessimistica "This Is The 21st Century" è forse uno dei pezzi più riusciti degli ultimi 20 anni della band, "Quartz" alterna sfuriate elettriche a momenti di malinconia, "When I Meet God" ricorda certe cose di Brave, "Map Of The World" è una ballata riuscita.
I Marillion sono pronti per un nuovo capolavoro, basta aggiustare un po' il tiro.

Canzoni migliori: Quartz, When I Meet God, Map Of The World, This Is The 21st Century
Canzoni peggiori: The Fruit Of The Wild Rose

venerdì 21 aprile 2017

Retrospettiva Marillion - parte 2 (1989-95)

Seconda parte della retrospettiva dedicata al gruppo progressive rock britannico (leggi parte 1)

Seasons End (1989) ****
Dovendo scegliere il sostituto di Fish la band adotta una mossa coraggiosa (influenzata molto probabilmente anche dal sentimento ancora presente nei confronti del cantante scozzese): taglio netto col passato, voce completamente diversa e anche presenza scenica completamente diversa (dai 2 metri di Fish al metro e settanta del suo rimpiazzo). Steve Hogarth prima di approdare ai Marillion aveva fatto parte di alcuni gruppi new wave dell'epoca che avevano ottenuto uno scarso successo, ricoprendo principalmente il ruolo di tastierista. Probabilmente l'unico punto di contatto col gruppo (tra le sue infliuenze anche Bowie, Jonie Mitchell, John Lennon...) è Peter Gabriel, con la differenza sostanziale che il Gabriel apprezzato da Hogarth non è quello dei primi Genesis ma quello (diversissimo) solista.

giovedì 20 aprile 2017

Retrospettiva Marillion - parte 1 (1983-87)

A distanza di qualche mese dall'uscita dell'ultimo album una retrospettiva dedicata al gruppo neo progressive britannico

Script for a Jester's tear (1983) ****1/2
Il punk aveva ormai spazzato via quasi del tutto le velleità progressive ed era stato spazzato via a sua volta dalla new wave. I Marillion, insieme ad un manipolo di band guidate dallo stesso spirito, cercano di far rivivere il mito del prog rock, aggiornandolo e contaminandolo con il sound "anni 80'" seguendo la linea tracciata dai Genesis con Duke.
Grazie anche alla voce del frontman (uno spilungone scozzese che si fa chiamare Fish) molto simile a quella di Peter Gabriel, i Marillion esordiscono con un disco che ha tantissimi punti di contatto con i Genesis tanto che in molti si affrettano a definirli niente più che un "gruppo clone".

mercoledì 19 aprile 2017

UCL 1/4 R> Barcellona vs Juventus 0-0 - Muro d'Europa

Una volta in Europa c'era un muro, nelle foto in bianco e nero, nelle pagine di storia, nelle canzoni per la pace o dei Pink Floyd... era quello di Berlino. Quest'anno in Europa c'è un altro muro, di colore bianco e nero. Un muro che ad oggi ha preso soltanto due gol ed è uscita indenne nella doppia sfida col Barcellona. Quel Barcellona che "se becca la Juve con questo modulo, voglio vedere!" come disse quel barese, con la faccia butterata da crateri lunari in stile The Dark Side Of The Moon. Quello che dopo le tre pere dell'andata doveva replicare la remundata fatta col PSG... ma noi non siamo il PSG.

sabato 15 aprile 2017

Serie A 32> Pescara vs Juventus 0-2 - L'8 nell'uovo

Nell'uovo di Pasqua la Juventus trova il +8 in campionato, che in classifica diventa 80, alla fine di questo testacoda per nulla difficile ma molto pericoloso. Battere Zeman è sempre un piacere, affrontarlo è quasi sempre la stessa cosa, visto le sue storiche difese e i nostri risultati. Archiviata la pratica con (quasi) il massimo del risultato adesso non ci tocca che attendere mercoledì, sicuri che sarà un'attesa estenuante, ma forse meno estenuante dell'attesa che quegli stessi novanta minuti finiscano.

martedì 11 aprile 2017

UCL 1/4 A> Juventus vs Barcellona 3-0 - Non dire Barca finchè non ce l'hai nel sacco


Comunque vada, vincere 3-0 contro il Napoli di Spagna, resterà nella storia. 

A parte gli scherzi credo che stasera molti fegati siano esplosi. Una vittoria per 3-0 che va oltre le più rosee aspettative e le strategie di molti gufi devono necessariamente cambiare per il ritorno. Naturalmente stasera l'euforia è a mille, ed è bello e naturale che sia così, ma attenzione... non voglio fare il guastafeste, nulla è ancora finito.

domenica 9 aprile 2017

Serie A 31> Juventus vs Chievo 2-0 – Il piede e la mente


Datemi Dybala e ti solleverò il mondo, pare che avesse detto Archimede. Se poi c'è Higuain a fare da fulcro, allora è fatta. Nella sfida di mezzo tra le due Barcellona (quella d'imitazione e quella originale) la missione era sfruttare il turno agevole delle grandi, impegnate contro le ultime della classe (eccetto Lazio-Napoli) senza sacrificare il campionato all'altare della Champions, bella ma "fatale" [dal lat. fatalis, der. di fatum «fato, destino»]. Missione compiuta dunque, ora testa a Martedì.

sabato 8 aprile 2017

L'ultimo momento di gloria di Nathan Drake - UNCHARTED 4 - Naughty Dog - (2016)

Uncharted e' sempre stata la saga di videogiochi scanzonata per eccellenza. Il protagonista, Nathan Drake, e' il prototipo dell'avventuriero a caccia di tesori che continua a far battutine e non si prende mai sul serio, un ragazzo che va sempre in cerca del pericolo e che in fondo ha paura di "diventare grande". Tutti pero' prima o poi devono fermarsi, prendersi una pausa, crescere.
Uncharted 4 e' in fondo questo: una svolta, la svolta definitiva, non tanto dal punto di vista del gameplay (le meccaniche sono quelle rodate dei capitoli precedenti) o della grafica ma dal punto di vista della trama e del suo protagonista. Si nota fin subito il fatto che, rispetto ai capitoli precedenti, si è data molta più importanza all'approfondimento psicologico e al contrasto tra la nostalgia per il passato e il bisogno di chiudere un cerchio e cominciare qualcosa di totalmente diverso. Nathan si e' sposato, ha un lavoro "onesto", cerca di tenersi fuori dalle "avventure" ma quel suo spirito d'avventura e' sempre presente, come un prurito che non va mai via, il desiderio di restare bambini e continuare a sognare (come ci hanno insegnato film come Goonies).

venerdì 7 aprile 2017

GHOST IN THE SHELL - Rupert Sanders

Figurati se gli americani non si lasciano scappare l'occasione di prendere successi orientali e riadattarli alla maniera occidentale. Stessa cosa accade con questo Ghost In The Shell, trasposizione stelle-e-strisce di un manga cult giapponese, da cui sono stati tratti anche un film e una serie (anime), che iniziai a vedere un po' di tempo fa e che conservo ancora nella lista delle serie da recuperare assolutamente.

Ma come è andata stavolta? Giocandoci sopra potremmo sfotterlo: Flop in the shell, poiché pare che al botteghino sia stato accolto in maniera abbastanza "stitica" dal pubblico, sia americano che italiano. Ma è davvero tutta questa ciofeca questo film? Sotto sotto. no... ma vediamo perché.

giovedì 6 aprile 2017

TimCup Semifinale R> Napoli vs Juventus 3-2 - E' la somma che fa il totale

Lo diceva anche un certo Totò, un tizio che dovrebbero conoscere bene: E' la somma che fa il totale. La Juve guadagna la finale di Coppa Italia, la terza consecutiva... e questo qualcosa vorrà pur dire. Napoli strepita e calcia ma alla fine soccombe sotto un "aggregate" (come dicono gli europei) di 5-3, affossata dallo stesso, odiato, fischiato, "inseguito", Higuain, che per due volte li ha bucati. Quattro gol fatti in quattro partite contro il Napoli. Perciò, passatemi la semi-citazione alla Lino Banfi, "Continua, continua... continua a fischiere!". Il pipita l'ha fatto vedere chiaramente con il suo ripetuto indicare la tribuna: "Vi sento, vi sento. Fischiate pure ma è con lui che dovete prendervela", riferendosi al suo vecchio presidente napoletano.

mercoledì 5 aprile 2017

The walking Dead - Stagione 7 [Serie TV 2016-17]

The walking dead e' davvero sempre un "passo" avanti rispetto alle altre serie: dopo le "puntate filler" abbiamo la "stagione filler". Una stagione che per tutte le sue puntate risulta preparatoria per...qualcosa che non accade. Ciao, arrivederci all'ottava stagione, che in questa non sapevamo cosa dire.

Dopo il supercliffhangerone nella puntata finale della scorsa serie, che ha tenuto in sospeso il mondo intero (ma anche no), bastardissimo e a tradimento, ci si aspettava una stagione con i fiocchi: truculenta, splatter, violenta, action... no no, un momento. Questo in fondo e' uno show per famiglie, mica Z Nation, che gia' in tanti si erano lamentati di qualche parolaccia di troppo del cattivone Negan, piano con la violenza (verbale e non).

lunedì 3 aprile 2017

Serie A 30> Napoli vs Juventus 1-1 — l'oro di Napoli

Pareggio buono e giusto al San Paolo. Tutto sommato un punto d'oro, dopo la solita nefasta sosta delle nazionali, in un clima militaresco e in un territorio ostile, capiamo che a volte bisogna scendere a compromessi e prendere anche qualche pareggio, il secondo stagionale… per altro con la stessa maglia azzurra, che a questo punto verrà ricordata come la maglia dei pareggi. Manteniamo sei punti di vantaggio sulla Roma tagliamo di fatto fuori il Napoli dalla corsa scudetto, facendo nostri anche i punti negli scontri diretti.

domenica 2 aprile 2017

Steve Hackett - The Night Siren [TESTI E TRADUZIONI]

Dopo la recensione del nuovo album di Steve Hackett uscito il 24 Marzo scorso (2017) - The Night Sirens -  e confezionata certosinamente dal nostro mitico Napoleone Wilson (se non l'avete letta correte a leggerla qui) continuiamo la tradizione con le... traduzioni.