lunedì 30 ottobre 2017

Stranger Things - seconda stagione [Serie Tv 2017]

"Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista" cantava qualche anno fa Caparezza. E figuratevi quanto deve essere stato difficile creare il seguito di quella che puo' essere definita come la serie tv piu' iconica e celebrata del 2016, la più citata, apprezzata, idealizzata, pubblicizzata, più "hypizzata"...metteteci tutti i "più" che preferite. Non solo infatti ci trovavamo di fronte ad un prodotto ben confezionato e ben recitato, ma Stranger Things nei suoi primi 8 episodi ci riportava ( senza bisogno di una Delorean) all'interno degli anni '80, non attraverso un semplice omaggio ma proprio calandoci  completamente in quelle atmosfere e in quel modo di essere.

Una serie insomma che nasceva già "vecchia" per sua stessa volontà, che aveva il suo meglio proprio nel non avere praticamente nulla di originale, riuscendo a inglobare tutto quello che proveniva da quel decennio e a trasformarlo in un qualcosa di sincero e coerente (laddove da altre parti ci si piazzava qualche capello cotonato, qualche canzoncina pop e si credeva di aver trovato la formula per la replica a comando degli anni '80). Quindi no, critiche come "la prima stagione aveva una trama più originale" (ma dove?) stavolta non attaccano, per quelli invece che già per la prima stagione avevano parlato di fuffa ben cucinata o di operazione commerciale discutibile, beh, per voi il treno è già passato ed è finito nel burrone Clayton (peggio per voi).

E quindi questa stagione di Stranger Things in sintesi com'è? Avete presente il secondo Terminator o il secondo Alien? Eh, così: bello ma in modo diverso, forse meno bello ma comunque a suo modo degno del primo e con parecchie cose da dire.


Chissà perchè...capitano tutte a me

Si riparte da dove avevamo lasciato alla fine della stagione precedente. Will è tornato a casa ma i suoi amici notano in lui degli strani comportamenti, degli strani momenti di "assenza" nei quali sembra andare con la mente in un altro posto. Al gruppetto si unisce poi una nuova arrivata, Maxine (non chiamatela così però, soltanto Max, se non volete che si offenda), una ragazzina dai capelli rossi campionessa di videogames (nello specifico Dig Dug) che scombinerà la situazione. Tra nostalgia per l'assenza di Undici e la voglia di includere nella combriccola una nuova figura femminile passa di fatto un anno, siamo quindi nel 1984 (lo stesso annno di nascita dei fratelli Duffer).
Undici nel frattempo che fine ha fatto? E' morta? Naaaa, ovviamente è riuscita a tornare "indietro" e si è nascosta, grazie anche all'aiuto dello sceriffo Jim Hopper, perchè naturalmente mostrandosi agli altri potrebbe mettersi in pericolo.
Sceriffo...ragazzino/a con poteri che si affeziona a lui ma che è un pericolo per la società...Si, esatto, vi ricorda sicuramente qualcosa. Siamo così bombardati di citazioni che ne vediamo spuntare fuori dalle "fottute pareti" anche di involontarie e totalmente assurde. Come non vedere allora in quella strana combo delle similitudini con quella di "Uno sceriffo extraterreste poco extra e molto terrestre"? Potere della nostalgia.

"SFTANZ", ""WHEENKMAN", "SPECTRENGLER" e...quello nero

Tutto sembrerebbe filare più o meno senza problemi, se non fosse che alla vigilia di Halloween (potevamo farci mancare qualche citazione al film di Carpenter secondo voi?) succede qualcosa di strano alle piantagioni e le zucche cominciano a marcire. Non solo, Dustin trova in un bidone uno strano esserino (lo avevamo visto in un certo senso di sfuggita alla fine della scorsa stagione) viscido e apparentemente innocuo e naturalmente se lo porta a casa. Cosa potrebbe succedere? Esattamente quello che state pensando: tutto è collegato e l'esserino tanto innocuo non è ma è parte di un qualcosa di molto più grande e pericoloso. Se supponete quindi che ci possa essere un'evoluzione delle vicende stile Gremlins "la supposta è giusta". E' proprio a Gremlins che guarda questa seconda stagione (non a caso la pellicola di Joe Dante è proprio del 1984), aggiungendo alle vicende dei "nostri" una maggiore cupezza e una dose maggiore di umorismo macabro, laddove in precedenza era ai Goonies che bisognava guardare. E' singolare notare che invece proprio in questa stagione i Duffer ti piazzino a tradimento Sean Astin nel cast, quasi a volerti far cascare in una specie di tracobetto (si, trabocchetto, e io che ho detto) ben orchestrato. Operazione riuscita.


"C'era questo spiritello che viveva in un plastico della città e se ripetevi 3 volte il suo nome diventava reale, è stata la cosa più mondiale che ho visto in vita mia"  "Più mondiale di quella volta che Michael Jackson venne a casa tua per andare al gabinetto?"                              
                              
Naturalmente ancora una volta ci sarà pure più di qualche situazione che farà pensare ad IT (vedi il finale nei cunicoli contro i mostri tentacolari, o Max che avrà più di una somiglianza col personaggio di Beverly Marsh), proprio per via di questa maggiore cupezza di cui si parlava sopra. Non poteva che essere così d'altronde, nell'anno nel quale è uscita al cinema la trasposizione cinematografica del romanzo del "Re". Un film che di fatto è ispirato da Stranger Things che si ispirava a sua volta al libro di Stephen King. Siamo in pratica alla citazione di un'opera citazionistica fino al midollo che citava il citante. Gran mal di testa eh?

Scommetto che tutti i ragazzini ne vorrebbero uno uguale. Potrebbero rimpiazzare il cane in tutte le famiglie!

Totalmente in controtendenza con quanto visto nelle 8 puntate precedenti (in totale stavolta sono 9, con una che fa da quasi da spin-off) il finale è invece anticlimatico e "distensivo" e vuole essere un omaggio alle commedie di John Hughes. Si vira insomma sul lato piu' sentimentale degli anni '80, quello che ha in film come "Bella in Rosa" l'esempio piu' classico. Forse poteva durare meno (viene sacrificato di fatto il cliffhanger finale che sembra messo lì così, tanto per...) ma va bene anche così.

Stranger things si conferma una serie goduriosa nel suo essere vintage e nostalgica, perchè al di là delle citazioni sbattute in faccia e a volte posticce ci riporta a quella genuinità e a quell'innocenza che si respirava nelle pellicole alle quali si ispira: quello spirito di avventura, l'amicizia come valore che è in grado di far sconfiggere i peggiori incubi, il credere che tutto sia possibile con un po' di ingegno e tanta buona volontà. Ed è in questo che ancora una volta viene catturata la vera essenza degli anni '80, più che in una "Should i stay o should i go" ripetuta in maniera insistita o in un poster in una stanza, in un Dragon's Lair in una sala giochi,  o in un modellino del Millenium Falcon piazzato su una scrivania. Ammettiamo però che la sigla sbrilluccicosa e quei tastieroni onnipresenti alla John Carpenter sono puro fan service a cui è difficile resistere

PRO

- Perde qualcosa in "freschezza" rispetto alla prima stagione ma guadagna in "profondità"
- Effetti speciali e fotografia ancora più rifiniti e ben orchestrati
- Citazioni a pioggia come al solito

 CONTRO

- Alcuni spunti lasciati inspiegabilmente da parte (Kali)
- Cliffhanger finale meno riuscito del precedente
- Ancora una volta finisce troppo presto.

 Voto 8+

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