mercoledì 8 novembre 2017

Prison Break - quinta stagione [Serie Tv 2017]

Nel 2005 Prison Break fu uno dei casi televisivi della stagione. La storia di Michael Scofield che si fa arrestare per poter far evadere suo fratello innocente si rivelò infatti un vero e proprio successo. Gli esempi di serie televisive carcerarie si contavano all'epoca sulle dita di una mano e anche l'idea originale di disegnare una mappa sul corpo del protagonista con un gigantesco tatuaggio si rivelò piuttosto originale e divenne una specie di tormentone. La ricetta non era poi chissà quanto innovativa: piani di fuga, alleanze, tradimenti, classici del tema carcerario ma ben mescolati così da creare qualcosa di immediatamente riconoscibile e appassionante. Tanto bastò per far assurgere la serie a vero e proprio cult.
Naturalmente l'idea di partenza si prestava ad una serie autoconclusiva ma visto il successo di critica e pubblico si decise di proseguire. Come fare? Beh inventandosi escamotages via via sempre più implausibili ed esagerati, snaturando l'idea di partenza (la seconda stagione ad esempio era di fatto una fuga on the road che poco aveva a che fare con lo spunto iniziale, mentre la terza ficcava a forza di nuovo i protagonisti in una nuova prigione da cui evadere, Sona). L'ultima stagione (2009) si concludeva addirittura con la morte del protagonista, quindi di fatto si sceglieva finalmente qualcosa di definitivo in una marea di serie che "tirano a campare" senza avere nulla da raccontare. E invece no, questi a distanza di 8 anni se ne escono con una nuova stagione. Ma Michael non era morto? Si. Ma visto che di fatto non c'è Prison Break senza Michael Scofield si decide di trasformarlo ulteriormente in una sorta di supereroe immortale e geniale (viste le precedenti stagioni non stupisce) e di farlo "resuscitare". Si, ma come? Beh, non importa, non ci sono spiegazioni che possano dare un senso a questa scelta e infatti non arrivano, non definitive insomma, qualche flashback di facciata che lasci intendere che le cose non sono andate realmente così (ma ci sono tante altre cose che non quadrano lasciate per strada).


"Quando vi ho chiesto di darmi una mano non intendevo letteralmente, ma va bene lo stesso"

E' una strana sensazione rivedere i protagonisti di una serie di qualche anno fa tornare "come se nulla fosse", rivederli lì a recitare come se per loro fosse passato poco tempo quando invece li vedì ormai con i capelli brizzolati (almeno nei flashback però tingetegli i capelli) che si destreggiano nelle solite situazioni di anni prima, un po' imbolsiti, fa un po' lo stesso effetto (ma in misura minore) di serie tv come X Files o lo stesso Twin Peaks. E' come quando una band famosa per raggranellare un po' di soldi se ne esce con una reunion improvvisa e ti risuona gli stessi pezzi di anni prima al rallentatore o con qualche ottava abbassata.
Ma qui non si tratta di musica ma di serie tv, quindi al di là delle "esibizioni" dei protagonisti devi inventarti pure una trama interessante che tenga assieme il tutto, coerente, che non risulti fiacca e troppo telefonata. Ed è qui che purtroppo cominciano i veri problemi di Prison Break.

Si riparte dopo 8 anni da una nuova prigione e da un nuovo piano di fuga, stavolta sarà Lincoln a dover far evadere suo fratello che è stato rinchiuso un un carcere di massima sicurezza in Medio Oriente assieme a nientepopodimenochè il capo dell'Isil (si, più che un'organizzazione terroristica sembra la sigla di un'azienda che produce ascensori). Come in un videogioco insomma: sempre più difficile, sempre più complicato, con nuovi boss di fine livello, di fatto dovremo assistere ad una "doppia fuga": una dal carcere e una da un Paese in guerra che sta per atutodistruggersi. Mettendo da parte la credibilità le cose in fin dei conti funzionano, almeno inizialmente, e anche se meno genuina la sensazione da "vediamo quale piano si inventa stavolta Michael" si tiene in piedi anche in questa "nuova" stagione. Per 5 puntate. Una volta evasi però i "nostri" si ritrovano in situazioni sempre più bizzarre e sempre meno interessanti che finiscono per affossare in buona parte il progetto. Perchè è inutile girarci intorno, Prison Break ha sempre funzionato come serie carceraria "pura" ma tutti i tentativi di trasformarlo in un thriller di spionaggio si sono rivelati pessimi. Prison Break è un progetto che doveva nascere e morire all'interno di quelle mura, non ha mai avuto la capacità di ripagare ambizioni maggiori. Ogni tentativo di "fuga" da quei canoni ha sempre portato a voragini di sceneggiatura e a situazioni molto molto discutibili risolte con deus ex machina a tratti patetici (il ritorno di Sara). Qui le cose non potevano che peggiorare.

"E se nella prossima stagione mi facessi un tatuaggio sulla lingua e sui denti?" "Ma come ti vengono? Sei davvero un geniaccio"

Se infatti già prima a livello di sceneggiatura avevamo una serie piena di falle, figuratevi ritrovarla dopo 8 anni, con la serialità televisiva ormai totalmente cambiata, con un nuovo modo di fare tv, con prodotti ormai sempre più vicini al cinema e confezionati in maniera impeccabile e sempre meno raffazzonata. Svanito l'effetto nostalgia ci si accorge ancora di più di come i difetti una volta  passabili ora risultino evidenti. Non aiuta poi la voglia di inserire (quasi) tutti i protagonisti delle passate stagioni solo per accontentare i fan, ma senza che questi abbiano un reale motivo per essere lì.
Di fatto vengono fatti rientrare "a forza", quasi come se assistessimo ad una rimpatriata più che ad una nuova stagione, inseriti nella trama un po' a casaccio per dare al pubblico un po' di fan service. Ecco quindi tornare T-Bag che ormai è incredibilmente un uomo libero (per "buona condotta", quanti ergastoli devono dargli per trattenerlo in prigione?) e con una mano nuova di zecca, Sucre che trasporta merci di dubbia provenienza e sostanzialmente sta lì a fare la comparsa (la sua famiglia che fine ha fatto? E chi lo sa), Benjamin Miles (C-Note) che si è dato alla religione (e convertito all'Islam) ma che ovviamente tornerà a dare una mano ai nostri, Lincoln che naturalmente si è cacciato di nuovo nei guai senza apparente motivo e che sembra non avere più una famiglia (che fine ha fatto? Boh, chi se ne frega delle famiglie  degli altri avranno detto gli autori).
Non mancherà naturalmente Sara, ormai con un figlio che comincia a fare domande sempre più pressanti sul padre ed un nuovo marito che...beh vi lascio immaginare gli sviluppi (moglie del protagonista con un nuovo marito mai visto in una serie piena di intrighi e complotti...)
Abbiamo pure una comparsata del redivivo  Kellerman, che di fatto sta lì solo un paio di puntate per contratto.

Se ti dico che Michael è vivo, vuol dire che è vivo, donna di poca fede. Cosa c'entra il fatto che sia stato maciullato e fatto a pezzi mentre aveva un cancro in fase terminale, lui sa come tirarsene fuori

Dopo una quarta stagione che chiudeva in pratica tutto (e con poche possibilità di continuare) abbiamo quindi una quinta stagione che "riapre tutto" senza prendersi la briga di spiegare nulla, messa su soltanto per scatenare un prevedibile "effetto nostalgia". 
Non stupitevi quindi di trovare incongruenze a pioggia (T-bag non era sterile?), personaggi che scompaiono o si fa finta che non siano mai esistiti (LJ, Mahone), piani che via via si rivelano sempre piu' assurdi (la faccia sulla mano? Trollaggio?).
Per 9 puntate insomma ci si diverte pure ma poi arrivati alla fine ci si chiede: "A cosa è servito"? Cosa racconta di nuovo o di interessante questa quinta stagione di Prison Break? Cosa sappiamo che non sapevamo?

Prison Break è insomma anche a distanza di 8 anni una serie godibile, piena di azione, con un protagonista carismatico che inventa piani sempre più geniali per tirarsi d'impaccio da situazioni sempre più difficili. La sceneggiatura però ormai è definitivamente andata, tutto è al servizio della trama principale e dei due protagonisti o delle scene action (a tratti sembra di guardare qualche cut scene di Uncharted vista anche l'ambientazione "esotica"). Una stagione superflua insomma, che riapre delle questioni ormai morte e sepolte ma le riapre senza prendersi la briga di dargli nuovi spunti. Se proprio non potevate fare a meno di Prison Break e riuscite a passare sopra questa marea di difetti avrete comunque ancora di che divertirvi perchè se c'è una cosa che la serie sa come fare è non annoiare. Se invece cercate qualcosa di complesso e dalla sceneggiatura affascinante forse è meglio restare col ricordo che avevate.

PRO

- Le prime 5 puntate ricordano quelle delle vecchie stagioni
- Michael Scofield e i suoi piani di fuga
- Rivediamo parecchi personaggi che avevamo apprezzato anni fa

CONTRO

- Ultime 4 puntate confuse e raffazzonate
- Parecchie questioni e personaggi lasciati per strada o dimenticati
- Sceneggiatura che col passare delle puntate perde parecchi colpi

Voto 6,5

Nessun commento: