mercoledì 30 novembre 2011

Serie A 11(r)> Napoli vs Juventus 3-3 - Never surrender

La partita di stasera ne ha regalate di emozioni e di mangime per i gufi, che ancora sono li a recriminare contro l'arbitro per qualsiasi regola da lui rispettata. Ma sappiamo che succede quando si gioca contro certe squadre, ed in particolare con chi non aspetta altro che un episodio per poter abbaiare, ed affossare le polemiche scaturite dal rinvio per sole che ci ha condotti qui stasera, l'avevo anticipato e non poteva non essere così.

Ma parliamo di fatti (questi sconosciuti del calcio), scesi in campo con il calzoncini neri sembravamo quelli dell'anno scorso, ed in verità sarà forse stata anche questo impulso psico-cromatico a condizionarci. Il primo tempo è stato infatti disastroso, degno dei precedenti Napoli-Juve. Emblematico in tal senso è stato il loro rigore, Hamsik batte, segna e festeggia scendendo letteralmente negli spogliatoi, come a dire: "fatto, tutti a casa", salvo realizzare che invece doveva ribatterlo, perchè qualcuno era entrato in area prima che il rigore fosse stato assegnato. Dopo essere andati due volte in doppio svantaggio sembrava essere davvero la serata della prima sconfitta, quella che primo o poi arriva, anche se non ci piace mai subirla con queste squadre. C'è di più che il disastroso primo tempo era stato caratterizzato da un brutto timore reverenziale verso la bolgia del San Paolo che ci appesantiva le gambe e ci faceva prendere una valanga di cartellini gialli per falli di reazione, nervosismo o ritardo.

Nell'intervallo però Conte deve aver tirato le orecchie ad uno ad uno, ed avergli fatto capire che se vogliamo addiventar grandi dobbiamo farci scivolare addosso le provocazioni, i gufi e il tifo avverso, tanto che per il nervosismo rientra in campo quando il gioco è già iniziato. Sarebbe stato troppo facile far godere anche i prescritti oltre ai napoletani, allora ecco che la determinazione di una squadra, che fin qui ci ha tenuto a dissociarsi da quella degli anni scorsi, riappare all'improvviso e mentre i milanisti (altro che Napoli e la sua rimonta di Pirro) già se la godevano Estigarribia prima e una fantastica sgroppata conclusa in gol di Pepe poi, ci donano un prezioso pareggio.

Ancora un'altra serata storta per Bonucci, che con i se e con i ma ci avrebbe regalato una vittoria se fosse restato in panchina. Vucinic è un buon scassinatore di centrocampo, ma sempre poco proponibile come attaccante con la missione del gol. Alla fine è pareggio e Mazzarri continua a lamentarsi del fatto di fare troppe partite. Che consiglio gli possiamo dare se non quello di farsi eliminare dalla Champions? Non è che il mercoledì ci potete prendere in giro perchè andiamo al cinema e la Domenica lamentarvi perchè per noi è un vantaggio. Uscite tutti dalle coppe o silenzio!

domenica 27 novembre 2011

Serie A 13> Lazio vs Juventus 0-1 - Juve caput classium

Fin che si è in ballo, è bello farlo al centro della pista, facendosi beffe dei rosiconi del momento. Allora perchè dopo una pesante vittoria come quella ottenuta di ieri, sul campo di una comprimaria in classifica, devo fare un appunto che potrebbe suonare come inopportuno dai più sprovveduti? Semplicemente perchè è un allarme preventivo di qualcosa di latente che sta pian piano insinuandosi e che ben conosciamo, anche a causa dei noti fatti del 2006. Sto parlando della sofisticata arte delle malelingue, una sorta di sport massonico che nasce nei piani bassi dei palazzi milanesi destinati a studi televisivi. Se il populismo spicciolo di una trasmissione che già dal suo nome presuppone guerra preventiva al calcio giocato (“Il processo” di Biscardi), che da parte di chiunque abbia una buona cultura calcistica e un degno carattere morale, non dovrebbe neppure essere menzionata in maniera seria, se non per poter catalogare il sottobosco del trash tv, può permettersi di superare qualsiasi becero discorso da bar, insinuando che il Milan è stato sfavorito per favorire la Juve (in occasione della partita con la Fiorentina n.d.r.) potrebbe tra qualche tempo approdare nei piani alti.

Poiché ha ragione Conte: “chi vince non ha amici”, tanto più se ti chiami Juventus. Poiché se si può dire una cosa del genere quando non c’è alcun elemento a carico dell’accusa, cosa si inizierà a dire ora che c’è un fallo di mano INVOLONTARIO in area laziale, o un domani che ci sarà l’umano e inevitabile errore in favore della Juventus?

Fatto salvo che sia logico che se ne lamenti la Lazio, anche se non ne avrebbe diritto, e che in verità Mediaset ha riconosciuto che davvero non c’erano elementi di luogo a procedere, l’argomento è davvero delicato e dovrebbe essere affrontato seriamente. Magari per non dargli il peso che non merita ne continueremo a parlare nel post di Napoli-Juve, partita che arriva da premesse e dichiarazioni rilevanti che vorrei affrontare a parte.

In mezzo a tutto questo c’è la grande vittoria di ieri. Grande non tanto per il risultato ma per il suo peso in classifica. Ecco il perchè della mia lunga prefazione. Fino a questo punto del campionato c’è ancora qualcuno che divide il Milan dalla sua sgroppata solitaria e finché sarà così avranno un elemento di disturbo notevole per il campionato.

Il Pepe nella minestra si chiama Simone ma deve ringraziare la grande falcata di Matri sulla fascia sinistra, con un contropiede che parte da un intervento di Buffon che vale come mezzo gol. E’ stata dunque la serata dei portieri, con Marchetti un stato di grazia, sopravvissuto alle infami maledizioni di Auriemma, e con Buffon che si riconferma il migliore in Italia. Tutto questo anche senza il significativo contributo di Pirlo, sottotono. Giaccherini, inconcludente e goffo, risulta la nota più stonata del tutto, anche perchè a rimediare alle indecisioni di Bonucci ci pensa ancora una volta Barzagli. Un po’ di fortuna con quel palo della Lazio ma anche tanti gol mangiati e un Vucinic ancora sopravvalutato da Conte. In complesso però i bianconeri hanno offerto una buona prestazione, in attesa di Napoli…

domenica 20 novembre 2011

Serie A 12> Juventus vs Palermo 3-0 – PMM: tre a zero in campo, mica a tavolino

Pepe Matri Marchisio, dopo due anni di dolori, in cui il Palermo è stata la nostra bestia nera, finalmente vinciamo e convinciamo.

Una prestazione, che in casa, è diventata ormai quasi usuale, una grinta e una determinazione che lascia ben sperare nel futuro. Soprattutto alla luce delle condizioni di forma di giocatori (Pepe e Marchisio) che lo scorso anno sembravano quanto meno sopravvalutati. Chi stona un po'? Vucinic. Non che sia proprio una pippa, ma mangia ancora troppi gol. E meno male che Pierluigi c’è, sempre superlativo quando la squadra va bene, forse meno quando va male, ma oggi crea la differenza. Quei due interventi da miracolo ci permette di finire il primo tempo in vantaggio, giusto quello che ci serve per poter prendere in mano le redini nel secondo e trotterellare su un Palermo che ancora non fa un gol in trasferta in questo campionato. Neppure il temuto ex ci scalfisce, ma torna a casa con una valigia di fischi. E dire che il risultato poteva essere persino più rotondo.

Torna Quagliarella in campo ma ancora disperso in panca rimane Elia, ancora un profeta fuori patria e fuori squadra, col suo carico di aspettative dettate dagli onerosi ten millions euro spesi per portacelo qui. Con tutta quell’abbondanza in avanti qualche fazzoletto sventolerà sul treno dei partenti. Speriamo non sia quello sbagliato a questo punto, anche se spero di poter puntare su chiunque nel lungo inferno dell’imprevedibilità.
“Basta con calciopoli”, diceva qualcuno in settimana, facciamo parlare il campo, eccovi tre a zero allora! Proprio come il risultato che si otterrebbe a tavolino, in attesa di un altro tavolino che tante soddisfazioni ha dato al ratto, che però spera di non dover parlare del 2006. A questo punto però, visto che le posate non possiamo portarle (perchè comprendono i coltelli) si augurerebbe che in il vino fosse di buona qualità e che i taralli siano friabili. Fa una cosa allora, resta a casa a curare la tua igiene orale.

lunedì 7 novembre 2011

Steve Hackett - Beyond the shrouded horizon (testi e traduzioni)

Loch Lomond 
(Cold light piercing a haze of smoke and mirrors)
palms hanging over the sparkling water
champagne on ice a coconut surprise
laughter from the rails as the yachts sets sail
with waves crashing over the shores of Loch Lomond
Chrocodile tears under chandelier
cicadas chatter above the veranda
birds of paradise smiles and alibis
heard by no-one on the shores of Loch Lomond
a merry dance a sarabande in castles made of sand
when your world is washed away in the cold light of day
christmas suntan a winter summerland
rhythm of the shingle faces tingle
love songs on the surf should i believe the words
since when were you on the shores of loch lomond
illusions and facade a crying heavy heart
within the mists that rise from waters of cold ice
loch lomond
a humming bird in snow when darkness is aglow
the pain that cracks the shell the breathing of a spell
loch lomond
Loch Lomond 
(luci fredde trapassano la foschia di fumo e specchi)
palme pendono sopra l'acqua scintillante
champagne in ghiaccio una sorpresa al cocco
risate dalla ringhiera mentre gli yacht salpano
con onde che si infrangono sulle rive di Loch Lomond
Lacrime di coccodrillo sotto il lampadario
le chiacchiere delle cicale sopra la veranda
uccelli del paradiso sorrisi e alibi
inascoltati sulle rive di Loch Lomond
una danza allegra una sarabanda in castelli di sabbia
quando il tuo mondo è spazzato via nella fredda luce del giorno

Abbronzatura natalizia una terra estiva invernale
il ritmo della ghiaia fronteggia il formicolio
canzoni d'amore per il surf devo credere alle parole
da quando eri sulle rive del lago Lomond
illusioni e apparenza un cuore pieno di pianto
Nelle nebbie che salgono dalle acque di ghiaccio freddo
Loch Lomond
un colibrì nella neve quando l'oscurità è lucente
il dolore che rompe il guscio il respiro di un incantesimo
Loch Lomond
The Phoenix Flown 
(Energy renewed)
Il volo della Fenice 
(Energia rinnovata)
Wanderlust 
(it must be the gypsy in me)
Voglia di girovagare 
(deve esserci uno zingaro in me)
Til these eyes (Love’s perennial power to trasform life)
we're all toys of time
up to the end
no one owns the night
meanwhile the river bends
lace lies and butterflies
flying high above
til these eyes have seen enough
the clock is always ticking
hanging on the wall
the mirror's always cracked
waiting for us all
a rose by any other name
squandered in the dust
till these eyes have seen enough
the currency that lingers
far heavier than gold
the beauty of the first bloom
a fairytale of old
torn into pieces
a childhood map of love
til these eyese have seen enough
punch drunk in the wind
your play is nearly run
the carpet snatched beneath you
just when you're having fun
the cards are in your hand
it's time to call your bluff
til these eyes have seen enough
til these eyes have seen love
Fino a che questi occhi (l'amore è l'energia perenne per trasformare la vita)
siamo tutti giocattoli del tempo
fino alla fine
nessuno è padrone della notte
Nel frattempo il fiume piega
le bugie ben ricamate e le farfalle
che volano in alto

finchè questi occhi hanno visto abbastanza
l'orologio ticchetta continuamente
appeso al muro
lo specchio è sempre rotto
in attesa di tutti noi
una rosa con qualsiasi altro nome
sprecata nella polvere

fin quando questi occhi hanno visto abbastanza
la valuta che indugia
di gran lunga più pesante dell'oro
la bellezza della prima fioritura
una fiaba da vecchi
ridotta a pezzi
una mappa infantile d'amore

finché questi occhi hanno visto abbastanza
Stordita nel vento
il tuo gioco è quasi arrivato alla fine
strappato il tappeto sotto di te
proprio quando cominciavi a divertirti
le carte sono nelle tue mani
questo il momento di dichiarare il tuo bluff

finchè questi occhi hanno visto abbastanza
finchè questi occhi hanno visto l'amore
Prairie angel 
(ispired by the pioneering spirit of Jack Kerouac’s “On the road”)
Angelo della prateria (ispirata dallo spirito pioneristico di “On the road” di Jack Kerouac)
A place called freedom 
(A story set in the wild west on the wide open plains)
I saw her in the plains
i watched her through the rain
on a buffalo dawn
running barefoot through the corn
her wild rose complexion
with eyes downturned
became my obsession
i knew i had to return
to a place called freedom
high indian cheekbones
held by wonder
she moaned like the whining wind
chased by thunder
torn between home
and the horizon
a dancing gazerlle
in Eternity's sunrise
to a place called freedom
Un posto chiamato libertà 
(Una storia ambientata nel selvaggio west sulle vaste pianure)

L'ho vista nelle pianure
L'ho guardata sotto la pioggia
in un'alba a Buffalo
correndo a piedi nudi attraverso il grano
la sua carnagione rosa selvatica
con gli occhi che si abbassavano
è diventata la mia ossessione
Sapevo che dovevo tornarci
in un luogo chiamato libertà
zigomi alti da indiana
intrappolata dalla meraviglia
gemeva come il vento lamentoso
inseguita da un tuono
divisa tra casa
e l'orizzonte
una gazzella danzante
in un alba eterna
in un luogo chiamato libertà
Between the sunset and the coconut palms 
(Casting off and moving beyond the horizon. Title ispired by a Peter Sellers sketch)
listen for the boatman's call
we're casting off as evening falls
creeping through the harbour lights
entering the night
tattered posters in the pier
with laughing clowns and cavaliers
faded smiles that drift away
and never shed a tear
we're heading out of sight
beyond the walls of wrong or right
desperate dreamers on the sea
renegades and refugees
the whistling wind the rising swell
we heard six bells and all was well
accordions sway beneath the lamps
drunk on contraband
a cosy magic eiderdown
we can't wake up we're run aground
unchartered lands we're lost at sea
washed up and cast away
we're heading out of sight...
Tra il tramonto e le palme da cocco
(mollare gli ormeggi e muoversi oltre l'orizzonte. il titolo è ispirato da uno sketch di peter sellers)
In attesa della chiamata del barcaiolo
molliamo gli ormeggi al calar della sera
strisciando attraverso le luci del porto
entrando nella notte
manifesti strappati nel molo
con clown sorridenti e cavalieri
sorrisi sbiaditi che si allontanano
e non versano mai una lacrima
stiamo uscendo fuori dalla vista
oltre le mura del giusto o sbagliato
sognatori disperati sul mare
rinnegati e rifugiati
il vento che fischia il moto ondoso in aumento
abbiamo sentito sei campane e tutto andava bene
fisarmoniche ondeggiano sotto le lampade
ubriachi di contrabbando
un confortevole magico piumino
non possiamo svegliarci siamo arenati
terre inesplorate ci siamo persi in mare
bagnati e naufraghi
stiamo andando fuori dalla vista ...
Waking to life 
(The Shangri-La of love’s discovery)
(lo shangri-la dell'amore trovato)
Waking to life learning to love
like the rising tide quickening the blood
glide of the falcon flight of the dove
saw you in my dreams telepathy of love
and i've never seen your face before
clouds like fountains in the air
run to earth they soak the ground
a mountain range your glistening face
moonson falls a heart that punds
and i've never seen your face before
moon and earth two are in one
like the rising tide taken at flood
ancient mud red walls of clay
kissed by sun at break of day
the singing moong that fills the room
silent call of sand dunes
and i've never seen your face before
waking to life
Risveglio alla vita 
(lo Shangri-La della scoperta dell’amore)
Risvegliandosi alla vita, imparando ad amare
come la marea crescente accelera il sangue
il planare del falco il volo della colomba
ti ho visto nei mie sogni telepatia d'amore
e non ho mai visto il tuo volto prima
nuvole come fontane in aria
corrono verso terra e bagnano il terreno
una catena montuosa il tuo volto scintillante
ripidi monsoni un cuore che batte
e non ho mai visto il tuo volto prima
la luna e la terra due sono in una
come l'ondata crescente portata al diluvio
antiche mura di fango rosso di argilla
baciate dal sole allo spuntar del giorno
il canto della luna che riempie la stanza
la chiamata silenziosa di dune di sabbia
e non ho mai visto il tuo volto prima
risveglio alla vita
Two faces of Cairo 
(Written literally at the foot of the Sphinx, contemplating Egypt’s celebrated past contrasted with the hidden face of her present day desperately poor tomb dwellers)
I Due volti del Cairo 
(scritto letteralmente ai piedi della Sfinge, contemplando la celebrazione dell'antico Egitto in contrasto con la faccia nascosta della disperata povertà delle moderne tombe dei suoi abitanti)
Looking for fantasy 
(Jimi Hendrix gave a free concert in one of my dreams and sang this uncharacteristic melody, which I dedicate to all those lost flower girls)
she stops to remember a gentle time
with layer of pastel and blue tinted eyes
she's dating a guy who's half her age
who vaguelyu resembles a young jimmy page
she's only looking for fantasy
while trying out perfumes in peter jones
a fragrance reminds her of a time in kings road
in an open top car the kennedys passed by
to this day she swears that jack gave her the eye
she's only looking for fantasy
she tried karl marks and reverend sun moon
a californian commune and tuscany too
somewhere in time a walk in the clouds
with women in love far from the madding crowd
In cerca di fantasia 
(In uno dei miei sogni Jimi Hendrix dava un concerto gratuito e cantava questa melodia poco caratteristica, che io voglio dedicare a tutte quelle perdute figlie dei fiori)
le si ferma per ricordare un momento delicato
con tinta pastello e occhi dipinti di blu
esce con un ragazzo che ha metà dei suoi anni
che assomiglia vagamente ad un giovane Jimmy Page
lei è solo in cerca di fantasia
mentre prova profumi a Peter Jones
una fragranza le ricorda un tempo in Kings Road
in una vettura scoperta stavano passando i Kennedy
fino ad oggi lei giura che Jack le ha lanciato un'occhiata
lei è solo in cerca di fantasia
provò Karl Marx e il reverendo Sun Moon
una comune californiana e perfino la toscana
da qualche parte nel tempo una passeggiata tra le nuvole
con le donne innamorate lontana dalla pazza folla
Summer’s Breath 
(Remember to breath)
Respiro d’estate 
(ricordatevi di respirare)
Catwalk 
(Something old, somethin new, something borrowed and something Blues)
you were born in the fields
way back when your life was real
now you look at those you despise
with your catwalk eyes
oh lord...
From the wrong side of the tracks
swore you were ever going back
nature gave you the perfect disguise
catwalk eyes
Princess and poets and congressmen
at your feet they stand in a long libne
they want to met you as you wlak by
flashing those catwalk eyes
Born in the fields
way back when your life was real
now you look at those you despise
with your catwalk eyes
Passerella 
(qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa preso in prestito e qualcosa di Blues)
Sei nata nei campi
tempo addietro quando la tua vita era reale
ora guardi coloro che ti disprezzano
con i tuoi occhi da passerella
Oh, signore
dalla parte sbagliata del sentiero
avrei giurato non saresti mai tornata indetro
la natura ti ha dato il travestimento perfetto
con i tuoi occhi da passerella
Principesse e poeti e membri del congresso
sono tutti ai tuoi piedi in una lunga fila
vogliono incontrarti mentre passeggi
con i tuoi lucenti occhi da passerella
Sei nata nei campi
tempo addietro quando la tua vita era reale
ora guardi coloro che ti disprezzano
con i tuoi occhi da passerella
Turn this island earth 
(Another kind of pioneering spirit,this time through both outer and inner space. This title is taken from a film that ispired my childhood mind and has haunted me ever since)
a strawish in a sea of dreams
a ride that's never ending
from a lost world into a spinning
fairground in space
Shining teapot spilling a mother ship of fire
Alladin's lamp pouring down the Milky Wy
big dipper roller coaster jumping jack exploding
night and day you're whirling on a ferris wheel
turn this island earth
a red shift cluster bright
signal from the other side
Lampwick and Slats are laughing
beyond the speed of light years passing
all the shooting stars
rings of saturn calling a red planet blazing
the singinng moons of jupiter around your eyes
turn this island earth
looking back from where we are
city light clusters of stars
while we fly
a jewel in the crown of a universe
sapphire blue in a golden starbust
oceans of deep sky
standing on the moon
gazing at all the mountains of china
mother earth sleeping
whit all the children inside her
starbound spirits
rising in mind out of time
free from the bonds around us
captives in waking manmind
turn this island earth
Trasforma quest’isola in terra
(Un altro tipo di spirito pionieristico, stavolta attraverso lo spazio sia interno che esterno. Questo titolo è tratto da un film che ha ispirato la mia mente infantile e mi catturato da allora)
una stella del desiderio in un mare di sogni
una corsa che non ha mai fine
da un mondo perduto in una spirale
una fiera nello spazio
una Teiera splendente che versa una nave madre di fuoco
la Lampada di Aladino riversa la Via Lattea
grandi montagne russe bilanciere esplodono come una marionetta
notte e giorno volteggi su una ruota panoramica
Trasforma quest'isola in una terra
un grappolo che vira sul rosso brillante
il segnale dall'altra parte
Lucignolo e lamelle ridono
oltre la velocità degli anni luce gli anni passano
tutte le stelle cadenti
gli anelli di Saturno richiamano un pianeta rosso ardente
le lune cantanti di Giove intorno ai tuoi occhi
Rendi quest'isola una terra
guardando indietro da dove siamo
luci cittadine grappoli di stelle
mentre voliamo
un gioiello nella corona di un universo
zaffiro blu in un'esplosione di stelle dorate
oceani del cielo profondo
in piedi sulla luna
guardando tutte le montagne della Cina
madre terra dorme
con tutti i bambini dentro di lei
spiriti di stelle legate tra loro
crescono mente fuori dal tempo
liberi dai vincoli che ci circondano
prigionieri nel risveglio della mente umana
Rendi quest'isola una terra
traduzioni a cura di Napoleone Wilson

giovedì 3 novembre 2011

Steve Hackett - Beyond the shrouded horizon (Bonus Disc)

Il bonus disc, si era detto. Cosa conterrà. Vale la pena dargli un ascolto? Se siete fan o comunque amate le sonorità del chitarrista certamente.
I primi 4 pezzi sono le 4 parti di una suite strumentale (Four winds), tutte piuttosto varie. Se North presenta sonorità elettriche, la  bellissima South è acustica e jazzata (suggestivo l'intersecarsi di piano e chitarra), East è molto "santaniana" e giocata su belle scorribande chitarristiche (tra l'altro è una nuova versione di The Well At The World’s End, una bonus track inclusa nell'edizione giapponese di Darktown), West chiude il tutto con una graziosa chitarra classica.
La suite insomma è molto gradevole, soprattutto South e East.
Pieds en el air è un altro strumentale, molto sinfonico (è la ripresa del pezzo del 1926 scritto da Peter Warlock), mentre She said Maybe torna su sonorità più rock jazzate ed è forse lo strumentale migliore di questo bonus disc. Non avrebbe di certo sfigurato nella versione "singola" dell'album.
Enter the night non è altro che un rifacimento con parti vocali (l'unico pezzo cantato del bonus disc) della nota Riding the colossus (presente su The Tokio Tapes). l'aggiunta della voce però conferisce un gusto diverso a questo brano e a dargli una sua dimensione. Bella.
Eruption:Tommy è una cover dei Focus, gruppo prog olandese degli anni '70, e presenta una base molto jazzata e d'atmosfera dove la chitarra disegna paesaggi sonori di grande effetto. Un altro ottimo pezzo.
Reconditioned nightmare non è altro che una nuova (?) versione di The air conditioned nightmare (presente sull'album cured, del 1981) e a differenza di Enter the night non ha praticamente nulla di diverso dall'originale, è quindi piuttosto superflua.
Anche il disco bonus in conclusione presenta davvero ottime cose, molte delle quali non avrebbero sfigurato sul disco "standard", altre cose sono un po' meno imprescindibili (a che serve un auto-cover identica?) ma è davvero un bonus disc interessante.
Insomma ben tornato Steve e grazie per quello che hai dato e continui a dare a noi poveri genesisisti irrecuperabili e prog dipendenti.

martedì 1 novembre 2011

Steve Hackett - BEYOND THE SHROUDED HORIZON

© 26 settembre 2011
A 2 anni di distanza dal precedente Out of the tunnel's mouth, l'ex chitarrista dei Genesis sul finire di settembre ha pubblicato il suo nuovo lavoro: Beyond the shrouded horizon.
A differenza del lavoro precedente (piuttosto travagliato per via di problemi coniugali che hanno influito sulla composizione dei pezzi) qui Hackett torna in uno "studio vero" e la differenza si sente, non come qualità in se dei pezzi, ma come varietà degli stessi e possibilità sonore. Così ho subito acquistato la versione doppia, che oltre all'album standard possiede un cd bonus che contiene altri brani (quasi tutti strumentali) non imprescindibili ma molto interessanti.