venerdì 8 novembre 2013

MACHETE KILLS – di Robert Rodríguez

In pieno sovraffollamento da Zalone, con la Citta Del Cinema dal parcheggio stracolmo, ho scelto coscientemente di vedere prima Machete Kills. Uno perché così aspetto che sfolli, due perché in fondo credevo che avesse davvero potuto darmi soddisfazione. Avendo già apprezzato (Grindhouse) Planet Terror e lo spin-off che ne è scaturito (Machete) sapevo di andare sul sicuro. 

Machete Kills è un film spassoso e schizzatissimo, uno di quei film che va visto con cognizione di causa, che va capito e anche digerito. Se siete rimasti a Zalone, dunque, evitatelo. Non è un film da grandi incassi, non è da spettatori occasionali ma neppure da snob cinefili. Ma se sai come sintonizzarti sulla sua lunghezza d’onda, stanne certo… Machete è un vero spasso. Si insomma, per farvi un esempio breve e crudo, se sapete come ridere vedendo teste che rotolano, perché avete capito l’assurdità che c’è nella scena, allora avete capito Machete. Tipo kill Bill, per intenderci, ma molto più da ridere.

Amico di Tarantino, Rodriguez gli somiglia in molti aspetti. Innanzitutto per il culto dei B-Movie. Machete è un potpourri di generi, dall’action alla fantascienza. Volutamente eccessivo e violento, tanto da divenire grottesco. Come la tv in GTA o le fracassose missioni di Saint Row (o Blood Dragon). Viscere e budella usate al posto delle vecchie torte sbattute in faccia. Machete è una commedia splatter. Machete è un mondo parallelo che risponde alle regole fisiche del B-Movie action. In Machete non c’è alcuna parvenza di pietà umana e tutti sono duri e cazzuti, anche le donne e nel vero senso della parola.

Stavolta Rodriguez alza il budget e non bada a spese, ingaggiando uno stuolo di attori mica da poco, dosandoli in parti che sanno di camei alla Parnassus e intercambiandoli in modo altrettanto eccentrico. 

La trama stessa è del tutto fuori di testa. Machete ha un compito speciale, commissionatogli addirittura dal Presidente degli Stati Uniti: andare in Messico e scovare un terrorista internazionale che minaccia Washinton. Per farlo ha però solo 24 ore, perché lo stesso terrorista (che soffre di disturbo multiplo della personalità) ha legato l’innesco di un missile nucleare al suo cuore. Solo 24 ore dunque, proprio come Iena Plissken. Già, ancora lui, John carpenter, il pluricitato dal cinema moderno (lo fanno tutti perché non dovrebbe farlo uno dei suoi più grandi fan?). Tutto già sapendo che ci sarà un seguito nello spazio (Machete Kills Again In The Space… letto con la s finale lunghissima), anticipato dal trailer che mette all’inizio del film. Ditemi se quest’uomo non è schizzatamente un genio.

Qualcuno in sala ha persino azzardato un “blasfemo”: «Sto’ film fa più ridere di quello di Zalone»". Lungi da me l’idea di paragonare due film (e due serie di film) tanto lontanamente uguali o, peggio, di giudicarne uno prima di averlo visto, ma in fondo, si può sicuramente dire che, per quanto possa far ridere l’ennesimo film di Checco Zalone, la sua comicità, tanto “politicamente scorretta” nei nostri confini, è il limite che l’Italia non può valicare (eccettuato forse Cetto di Albanese, che pure è ancora ad anni luce). Machete invece si spinge oltre, la dove nessun regista, o sceneggiatore, italiano potrebbe anche solo immaginare di spingersi. Poiché Machete capita.

Voto 8

Nessun commento: