domenica 24 gennaio 2016

The Leftovers - Stagione 1 [Serie TV 2014]

The Leftovers, ovvero la serie televisiva bella/brutta. Si, perchè con Lindelof non si scappa: quando c'è lui dietro sappiamo già che ci troveremo davanti a qualcosa che verrà etichettato come pattume da alcuni e allo stesso tempo come capolavoro dei capolavori da altri.

Tutto nacque da Lost: una serie di naufraghi su un isola che vogliono tornare a casa pian piano si trasforma in un qualcosa che racchiude fantascienza, misticismo, domande sul senso della vita, citazioni a pioggia (anche a cose che non c'entrano apparentemente una mazza con quello che accade), misteri, "segnali" e chi più ne ha più ne metta.

Alla fine però il tutto si rivela una bolla di sapone, o meglio, il lato più "emotivo" delle vicende torna improvvisamente preponderante nel finale e racchiude tutto, non c'è spazio per altro, i misteri restano là e si rivelano "non misteri" (i numeri, ah, i benedetti e ricorrenti numeri di Lost e chi se li scorda! La grande questione che va avanti per intere stagioni: avevano di fatto lo stesso "significato" dei numeri che uno si sogna la notte e gioca al lotto, wow che rivelazione) e finisce  tutto sullo sfondo (soprattutto quello che era quasi impossibile ormai da "spiegare"). E allora ecco nascere il gruppo dei "traditi da Lindelof" (quelli che pretendevano un andamento coerente e sincero da parte della serie), quelli che invece hanno chiuso gli occhi e si sono fatti trascinare dall'emozione, dalle atmosfere, dall'empatia nei confronti dei protagonisti ci hanno visto LA serie.

Con The Leftovers ci era stato promesso qualcosa di diverso, meno "cervellotico" e più emozionale,  insomma le cose erano state messe fin da subito in chiaro e finalmente non ci sarebbero stati fraintendimenti: si parla di un insieme di persone che scompaiono improvvisamente e senza una spiegazione chiara. Ah bene, niente misteri insomma, come previsto. Mhmm.
No ma in realtà la serie non affronta la questione principale direttamente (non almeno fino agli ultimi episodi) ma le sue conseguenze, il modo col quale "l'evento" ha cambiato le persone e come le ha "plasmate", il loro sentimento nei confronti della vita, del peccato, del bene e del male delle scelte sbagliate (le solite questioni filosofiche e religiose già presenti anche in Lost tra l'altro).

Bene, perfetto, bravo Lindelof finalmente sei stato chiaro, parliamo di emozioni e non di misteri, di scelte e conseguenze, non di "rompicapi", stavolta non ci possiamo lamentare, però...

- Impazziscono i cani. Così. I gatti?

- C'è una setta di imbianchini. Sono pochi, anzi ce ne sono tante di sette in tutto il mondo, vogliono farli fuori, anzi no, vogliono morire loro, vogliono ricordare i propri cari mettendo da parte i propri legami e i propri cari (ah ecco), sanno già tutto (almeno alcuni lo hanno previsto) e hanno un piano, o non sanno nulla ma è come se lo sapessero, sono dei ladri (vanno nelle case a fregare le cose alle persone) ma in realtà non frega nulla a nessuno, non fa una piega. Tutto molto chiaro e soprattutto coerente

- C'è uno che uccide i cani. Non si sa bene chi sia, in pochi lo vedono, forse non lo vedono realmente ed è un fantasma (ma anche no), forse i cani alla fine non sono cattivi ma possono diventare mansueti e tornare animali domestici, il protagonista non ci dorme la notte su questioni come queste. Ecco il protagonista...
- Il protagonista è uno che ha il padre rinchiuso in manicomio e sente le voci. E' pazzo davvero? forse, il problema è che pure il figlio forse sta impazzendo, comincia pure a risvegliarsi in posti che non conosce dopo aver fatto cose che non ricorda, per capire se è pazzo o meno deve leggere un numero del National Geographic e capire il segreto di tutto. Quale segreto? Boh!

- C'è il Santone, non si capisce se abbia davvero dei poteri, probabilmente no, ma forse si, ha un compito importante che non si capisce quale sia, deve fare dei bambini con delle giovani asiatiche. Ah ecco, vuole solo ingannarle ed andarci a letto, no, lui è convinto di fare qualcosa di importante e forse lo sta facendo, non lo sappiamo, però quando sei lì lì per fargli levare la maschera ti rivela che...che...che lui potrebbe essere un ciarlatano ma forse no. Ah ecco, adesso si che mi è tutto più chiaro.

- Citazioni dalla Bibbia a pioggia, scene metaforiche a fiumi, sogni premonitori, non si sa quanto premonitori però...


Ecc ecc ecc.
"Cosa ti ha detto quindi?"
"Mi ha detto che lo avevo capito"
"Capito cosa?"
"Non l'ho capito"


Insomma il solito Lindelof. Stavolta se non altro per buoni tratti riesce a fare quello che aveva promesso: le puntate dedicate ad un solo personaggio sono interessanti e ci fanno immergere nella loro spirale di frustrazione e impotenza (una specie di "Un giorno di ordinaria follia" più colto) ma poi gira e rigira nella puntata dopo si ricomincia con le metafore, le scene apparentemente senza senso (ma che spesso non ce l'hanno per davvero come ci ha insegnato Lindelof, o meglio ce l'hanno ma è metaforico e dobbiamo interpretarlo e bla bla bla). 

Nelle ultime 2 puntate finali, complici le musiche, la fotografia davvero magnifica e una "resa dei conti" che se non altro chiude degnamente (e inaspettatamente) alcune delle questioni la serie trova anche un suo perchè e riesce ad affascinare pur con tutti i suoi difetti, ma la solita sensazione che Lindelof ti stia prendendo per il culo anche stavolta non va del tutto via, c'è poco da fare. Preferiamo restare cauti con i giudizi. Verrebbe quasi da lasciarsi trasportare da tutto e dire "ma in fondo mi ha emozionato quindi è un capolavoro", ma poi c'è anche tutto il resto e se ti fermi a riflettere finisci per storcerci comunque il naso.

Allora ancora una volta è difficile credere che un prodotto così tecnicamente eccellente sia solo uno specchietto per le allodole così come è difficile riuscire ad entrare totalmente in sintonia con un qualcosa che è troppo metaforico, lasciato così, con le solite scene surreali che ormai hai capito andranno a parare nel "il senso ce l'ha, sei tu che devi interpretarlo". 

Insomma una serie bella ma brutta, dove accadono cose a caso ma forse no, dove il lato tecnico è eccellente ma la trama è un lungo vicolo cieco (sta benedetta scomparsa che non verrà spiegata, non in tempi brevi), una serie che continui a vedere e non sai manco perchè e manco se ti piace o no.

PRO

- Lato tecnico (musiche, fotografia, regia) eccellenti
- A tratti riesce a far empatizzare con i protagonisti e il loro dolore
- Una certa curiosità per le vicende c'è

CONTRO

- Tanta confusione, tante metafore, tante scene surreali
- Alcuni personaggi obiettivamente odiosi
- I soliti "misteri" alla Lindelof.

Voto 7
(8 per il lato "emozionale", 6 per quello "razionale")

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