lunedì 12 settembre 2016

Awake [Serie Tv 2012]

Qualche settimana fa su questo sito recensivamo Quantum Leap: la storia di un uomo costretto a vivere le vite di altre persone sperando di tornare a casa. Awake si può considerare per certi versi (a livello di spunto di partenza) il suo opposto.

Mike Britten è un poliziotto che, a seguito di un incidente, perde la sua famiglia: suo figlio e sua moglie. Britten scoprirà però di vivere in due realtà: in una sua moglie è ancora viva mentre il figlio è morto nell'incidente (sottolineata visivamente dall'utilizzo di filtri rossi), in un'altra realtà sarà il figlio ad essere sopravvissuto ( viene utilizzato un filtro verde). Ogni volta che si addormenterà si risveglierà nell'altra realtà, finendo quindi per vivere (a differenza del Sam di Quantum Leap) diverse vite ma che di fatto sono sempre la sua.

Mentre tutti gli altri attorno a lui si struggono per il recente lutto, lui appare impassibile, gli altri non riescono a capire come abbia fatto a superare tutto e a tornare subito a lavoro, gli viene così assegnato uno psichiatra (uno per realtà) che cercherà di aiutarlo a capire quale sia la realtà effettiva e quale invece solamente un sogno generato dalla sua voglia di non abbandonare il figlio/la moglie. A Britten però non interessa guarire, non vuole "tornare a casa", vivere due vite parallele è l'unico modo per non abbandonare la sua famiglia, anche se questo lo porterà sempre di più verso la follia.

Uno spunto di partenza insomma davvero particolare, che crea un certo mistero e che ci offre degli spunti interessanti: quale delle due realtà è quella "giusta"? Come capirlo? L'unica variante delle due realtà è la scomparsa della moglie/figlio oppure ci sono altre differenze sostanziali? E' tutto un complotto?
Non tutto è come all'inizio appare e sicuramente la trama offrirà alcuni colpi di scena interessanti, purtroppo sia lo spunto di partenza che la gestione pessima dello show finirono per decretarne la chiusura anticipata.

Awake infatti già dalle prime puntate mostrò di non essere un prodotto adatto a tutti, troppo particolare e "psicologico" per soddisfare la massa (fu prodotto per la NBC), ecco quindi che lo showrunner (Kyle Killen) per cercare di recuoperare ascolti cominciò ad uscirsene con puntate incentrate sul caso di giornata, trasformando di fatto il telefilm in un semplice poliziesco, con l'unica variante offerta dal fatto che il protagonista riusciva a risolvere casi diversi grazie ad indizi rinvenuti in realtà diverse. Allo stesso tempo il dramma famigliare cominciò a diventare preponderante inglobando di fatto le puntate e lasciando il fattore psicologico (in teoria quello più importante) sullo sfondo. Una sceltà che sancì la fine definitiva dello show: i casi settimanali erano troppo banali per affascinare presi a se e allo stesso tempo coloro che seguivano il telefilm per lo spunto di partenza cominciarono a perdere interesse (anche la figura degli psichiatri finisce sempre più sullo sfondo di puntata in puntata). Come sprecare un'occasione ghiottissima insomma.

Per fortuna in extremis Killen cercò di salvare il salvabile, provando con le puntate finali a chiudere il cerchio, lasciandosi qualche porta (piccola e improbabile) aperta per un eventuale prosieguo. Si può dire comunque che la "chiusura" è molto più soddisfacente rispetto alle altre serie tv "stoppate" dopo la prima stagione (The Event, Alcatraz, The Whispers), certo non è perfetta, anzi, ma almeno prova a regalare uno spunto d'autore che cita anche altre opere (cinematografiche soprattutto). Un finale che probabilmente non poteva essere ideato meglio di così senza finire di combinare qualche ulteriore frittata: non originalissimo ma fa scatuire qualche riflessione rispetto a qualcosa di più didascalico.


Un vero peccato insomma che una serie così sia stata sviluppata in un modo che di fatto ne ha decretato la fine anticipata: le idee c'erano, il protagonista era interessante (e Jason Isaacs bravo nella parte di Britten), belli gli spunti offerti dai due psichiatri di puntata in puntata, la fotografia regalava scorci notevoli, il finale psichedelico era piuttosto spiazzante...
Se pensiamo che serie tv come Wayward Pines hanno ricevuto la possibilità di andare avanti per una seconda stagione si resta con l'amaro in bocca. A distanza di 4 anni Awake resta un bell'esperimento, una serie tv interessante e a suo modo autoconclusiva ma che probabilmente è ormai stata dimenticata dai più.

PRO

- Spunto di partenza interessante e abbastanza originale
- Fotografia eccellente e buona prova attoriale di Jason Isaacs
- Il finale è abbastanza soddisfacente visto che la serie non è stata rinnovata

CONTRO

- Pessima gestione della stagione (serie psicologica a trama orizzontale che si trasforma in un poliziesco)
- Troppo spazio al dramma familiare anche seguendo risvolti banali e inutili (andiamo a Portland? no, si, no...)
- Non ha avuto lo sviluppo ed il successo che meritava.

Voto all'idea:  9
Voto allo sviluppo: 6
Voto globale: 7+

1 commento:

jacktrigun ha detto...

Finale penoso senza logica.... Personalmente avrei dato la svolta del finale agli extraterrestri.
Insomma una sorta i doppia change sviluppata in un limbo dove la realtà viene distorta per dare vita alla serie stessa.
E concludendo la serie con la dipartita del personaggio insieme proprio agli extraterrestri che gli hanno indotto questa doppia realtà..... Realtà dove sia la moglie e figlio sono realmente tutti e 2 morti nello stesso momento, ma anche nello stesso momento divisi e vivi in 2 realtà differenti, intrecciando tutta la serie.

Voto 7/10