domenica 27 novembre 2016

Serie A 14> Genoa vs Juventus 3-1 - Black Sunday

Per chi (dell'antipopolo) si fosse perso il Black Friday, quest'oggi al Marassi di Genova ha potuto usufruire di una grande promozione pensata per questo "triste" campionato: "Il Black Sunday: prendi uno e segni tre... e ti regaliamo anche un tempo". Un tamponamento a catena, un blackout di tre gol subiti che non si verificava da anni e dal quale poi è stato impossibile riprendersi. Una Juve senza mezze misure e ancora senza pareggi subisce così la terza sconfitta stagionale, dopo altrettanti turni di Champions.


Chiaro che oltre i meriti del Genoa non possiamo esimerci dall'analizzare i nostri demeriti, innanzitutto perché sappiamo che quando la differenza tecnica (sulla carta) tra le due squadre è sbilanciata in favore degli sconfitti una parte di demerito (non piccola) bisogna inevitabilmente darla anche quest'ultima e pure perché a me frega capire molto più come gioca la mia squadra.

La Juve si presentava con gli stessi undici di Siviglia e questo deve porre degli interrogativi non trascurabili. Le scorie psicofisiche di quella partita si sono pagate interamente in questa. Ancora una volta con un'unica punta lì davanti, ancora una volta in balia dell'avversario e della sua (fallosa) aggressività. Proprio come era successo con il Siviglia. Ma soprattutto ancora una volta con i soliti errori elementari da mani nei capelli, come quello in fase di passaggio, che da Juve non puoi permetterti. Si inizia con uno sciagurato tacco di Malucci (ribattezzato così per l'occasione) che apre la strada al Genoa in contropiede. Una palla che il destino ha voluto in porta a tutti i costi, dopo una serie "infinita" di respinte. Altri due gol perfettamente evitabili tra cui goffo autogol di Sandro, che non riesce a gettarla fuori dalla nostra porta. Uno degli innumerevoli sintomi di una giornata "total black" in maglia bianca. 

Per quando riguarda la cronaca di questa sciagurata partita potrei benissimamente fermarmi qui, per quel che vale, se non fosse per i contenuti extra da film Horror andati in scena nel secondo tempo.

Innanzitutto, perché rovinare una giornata così bella con un rigore netto per la Juventus? Metti che poi la Juve si sveglia, chi me lo perdonerebbe. Vero Mazzoleni? Anche Bonucci, oltre ad aver pensato bene di fare quella zuppa sul primo gol, si infortuna ed esce dal campo, inzuppando una difesa già bagnata di assenze. A quel punto il Genoa era già tutto rintanato in difesa e la Juve, come a Siviglia, dimostra che con questa formazione non riesce a trovare spazi in difese chiuse, neppure mettendo in campo anche Higuain. Non cercano praticamente mai di saltare l'uomo e prediligono solo il gioco largo, quello che porta a cross inguardabili e tutti sbagliati. Sbagliati come i lanci lunghi e i passaggi che dovresti piazzare ad occhi chiusi.

L'unico lampo di luce è inutile come un cerino corto nel bosco di notte, ed è il gol di Pjanic su punizione (ormai come se battesse rigori, da quella posizione) giunto ormai troppo tardi e quando eravamo già in dieci. Mazzoleni aveva già chiuso in bellezza la sua prestazione quando sul quel fallaccio, che costa ad Alves l'uscita dal campo con tutti i cambi già spesi, non solo non ammoniva e non dava fallo a noi ma lo dà a loro. Insomma quando le cose vanno male poi vanno pure pure peggio e ce le fanno andare. 

Cosa dobbiamo fare ora? Noi nulla. L'effetto elastico si manifesta in ogni campionato. Oggi hai sette punti in più e sei una corazzata, domani ne hai quattro e sembri condannato a cedere la stagione intera alla seconda di turno. Un po' di respiro per i giornali e per gli avversari annoiati e così via a fisarmonica fino alla fine del campionato. I Giocatori invece non possono trascurare nessun campanello di allarme, soprattutto alla vigilia di una serie di sfide toste, tra le quali quelle Atalanta e Roma. Testa bassa e si va avanti.

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